martedì 13 febbraio 2024

 All'Istituto Alberto Marvelli, a Schlein, Braga, Provenzano, Amendola, Bonafé, Ciani, Ghio, Ricciardi, Casu, Fornaro, De Luca, Ferrari, Morassot, Roggiani, Ascani, Bakkali, Barbagallo, Berruto, Boldrini, Caré, Cuperlo, Curti, D'Alfonso, De Maria, De Micheli, Di Biase, Di Sanzo, Fassino, Forattini, Fossi, Furfaro, Gianassi, Girelli, Gnassi, Gribaudo, Guerini, Guerra, Iacono, La Carra, Lai, Laus, Letta, Madia, Malvasi, Mancini, Manzi, Marino, Mauri, Merola, Orfini, Orlando, Pagano, Peluffo, Porta, Quartapelle, Rossi Andrea, Serracino, Scarpa, Scotto, Serracchiani, Simiani, Speranza, Stefanazzi, Stumpo, Tabacci, Vaccari, Zan, Zingaretti.  IL SENSO NASCOSTO DEL CONFLITTO NELLA STORIA DELLA CIVILTA' - Nelle economie capitalistiche avanzate come quella che viviamo dell'era digitale e tecnologica, i livelli di produzione in tempo di pace, tendono a mantenersi al di sotto della capacità produttiva disponibile nei principali settori. In queste condizioni in particolare modo le spese militari nelle loro varie forme (commesse all'industria, salari e stipendi governativi) non sottraggono manodopera e attrezzature produttive ad altri impieghi: tendono piuttosto a determinare livelli di consumi e degli investimenti maggiori di quanto si verificherebbe in loro assenza. Si creano allora dei sottosistemi che hanno come prodotto finale l'armamento, che in proposta andrebbero sostituiti in maniera proporzionale da beni di consumo e da beni di esportazione fra cui si considerano i beni umanitari di prima necessità alle popolazioni che si trovano sui territori di Gaza e della Cisgiordania. Data la disponibilità produttiva del nostro Paese bisogna creare in proposta delle tabelle di livelli a cui è possibile portare le produzioni che compongono i sottosistemi in base a quelli incomprimibili detti "consumi necessari" della popolazione direttamente impegnata nella produzione e di quella che si vede costretta ad occuparsi dei conflitti.  PUNTO 1) Stabilire la quantità di prodotto interno che occorre esportare per pagare le importazioni contenute nel sistema di sostituzione agli armamenti e di quello dei beni di consumo per le zone belliche;  PUNTO 2) Stabilire una organizzazione che consideri i mutamenti post-bellici rispetto ai modi di funzionare dell'economia di mercato;  PUNTO 3) !IMPORTANTE - Stabilire dei controlli necessari antiterrorismo islamico ed antisemitismo ed assicurare la destinazione di manodopera sia nella difesa del Paese e sia per materiali e macchinari atti alla difesa del Paese; PUNTO 4) Assicurare una distribuzione delle risorse e del PIL non impiegato per motivi bellici di difesa in forme socialmente tollerabili dal punto di vista dei costi e dei rischi di accrescimento di disoccupazione;  PUNTO 5) Controllare l'inflazione conseguente alla contrazione dei consumi e la redistribuzione nel reddito a favore dei profitti; PUNTO 6) ! IMPORTANTE - Scaricare la riduzione dei consumi interamente sulle classi lavoratrici e sui percettori di redditi bassi;  PUNTO 7) ! IMPORTANTE - Stabilire quanto bisogna congelare in porzione di reddito ed in questo senso si riporta all'attenzione l'intervento di Keynes per differenziamento applicato di una porzione di remunerazione corrente nella media dell'insieme dei redditi inferiori ad un certo ammontare in proposta 15.000 euro; PUNTO 8) Fare in modo che l'insieme dei lavoratori rinunci solo ad un consumo di beni connesso alla effettiva minore quantità di lavoro prestata e rinviare la parte non consumata al periodo post-bellico.  In solido insieme all'avvocato Paolo Manzelli a parte la proposta 2 popoli e 2 stati c'erano 15.000.000 di progetti di cui 5,2 milioni per emergenze umanitarie in zone di guerra e quindi il tasso di interesse applicato all'operazione è del 3% bancario e perciò su 1/3 di 15.000.000 = 150.000 euro x 21 regioni = 3.150.000 di riduzione per motivi di approvvigionamenti di guerra nelle zone di Hamas ed anche (oso) nelle zone di Ucraina per cui su 15.000.000 - 3.150.000 = 11.850.000 euro possibili a spendersi mentre gli altri 3.150.000 euro vengono redistribuiti per le politiche regionali di carattere sociale per le imprese più deboli aggiungendo il 3% di interesse di deposito e quindi 150.000 x 3% = 4.500 euro ed in totale 154.500 di risparmio ogni regione per capoluogo di regione/330 comuni per la regione Emilia-Romagna = 467 euro di contribuzione media x 4.459.000/100 della formula C x r x t/100 = 20.823.530 euro di contribuzione che superano quindi i 15.000.000 di = 5.823.530 x 3% = 174.705,90 e appare chiaro che ogni comune avrebbe diritto in base a questo calcolo a 174.705,90 - 154.500 = 20.205,90 di sgravio fiscale x 330 comuni = 6.667.947 euro totali e perciò su 11.850.000 = 5.182.053 effettivi e quindi per motivi di impiego di presidi di difesa e umanitari nelle zone di guerra ogni regione aumenta la sua compartecipazione di circa 6.667.947 - 5.182.053 = 1.485.894/330 = 4.502,71 euro a comune che si aggiungono a 1.485.000/ 148.908 = 10 + 4.502,71 = 4.512,71 di contribuzione media annuale/12 mesi = 376 euro/68 frazioni = 5,52 di addizionale regionale in più e di conseguenza aumenta di circa lo stesso importo quella comunale. questo significa che un reddito minimo di 1.000 euro si paga come minimo 376 + 11,04 = 387,04 al mese di contributi INPS x 12 = 4.644,48 e quindi si ha una differenza rispetto ai 4.512,71 di = 131,77 in più di cui in proposta sindacale 1/3 vada a integrazione pensionistica e quindi sono 44 euro, mentre il resto venga utilizzato per aiuti umanitari nelle zone di conflitto e quindi sono 87,77 euro per stipendio. Questa è la  proposta a fermissima e determinata posta che io Marilù insieme spero ad Alessandro e Francesco Ramberti FIRMIAMO. 

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