giovedì 22 febbraio 2024

 All'Istituto Alberto Marvelli a Gabriele Trivellin e Zamparetti Marco. LA VIA DELLA REDENZIONE. Il poliziotto guardava la lettera che aveva scritto per suo figlio, internato in una clinica psichiatrica per gli abusi che aveva subito da bambino e che erano riaffiorati durante le sedute terapeutiche che aveva intrapreso dopo una forte crisi depressiva che aveva avuto successivamente ad essere stato lasciato dalla fidanzata. "Roberto, - gli scriveva - nemmeno io sono stato libero di esprimere i miei sentimenti, sensazioni ed emozioni perché sono stato sottomesso da un padre tiranno che mi ha reso schiavo delle sue pulsioni del momento, tenendomi soggiogato e succube totalmente a lui. - Mentre scriveva queste cose sentiva gelarsi l'aria intorno e i brividi lo ricoprivano nel pensiero di quella figura imponente che lui sentiva come un gigante antagonista da vincere, quando invece lui era fragile e si lasciava condizionare dall'imperiosità del padre che lo definiva come una "mammoletta", una pappamolla per le sue tendenze gay.- Se tu sei un predestinato ad un amaro e crudo destino - scriveva - ti devi prima o poi rassegnare perché esiste sai la totale soggezione dell'incolpevole volontà umana agli agguati del caso, agli impulsi ed alle passioni e al volere di un Dio che atterra e che affanna l'azione fino a portarla all'estremo dell'intollerabilità del peccato, dell'errore che deve essere superato dal virtuosismo e dalla irreprensibilità. Tutti, prima o poi ci lasciamo corrompere da un potere di prestigio come quello di preparare un baby show dove appare chiaro che da quel momento in poi il vero protagonista sarà il bambino che nasce, mentre tu scomparirai dalle attenzioni e sarai messo in disparte e si perderà quell'intimità che c'era prima che il bambino venga al mondo. Il tuo corpo non avrà più importanza e sarà stato schiavo del desiderio di un momento fugace e quindi non potrà mai più conoscere ancora come prima quando c'era l'iniziale innamoramento quei magici momenti in cui si poteva godere l'uno dell'altra e perciò non ti illudere, tu non sei nient'altro che uno strumento per procreare. Non rimanere ingenuo Roberto, ma svegliati che tutto intorno non è altro che una giostra che gira attorno alla maternità, mentre tu come uomo sei solo uno strumento per raggiungere questa realizzazione e per questo che se vuoi ottenere questo ti affidi al vento di passione del momento come ha fatto tua madre, che si aspettava poi di essere compresa dalle sorelle, quando invece queste le volevano ricordare che un figlio non rappresenta una semplice avventura, ma un progetto vero e proprio che si costruisce in armonia e non per egoismo. In realtà tua madre, Roberto, pretendeva di essere libera da giudizi, quando non si può essere liberi da qualcuno in quanto non è che un figlio cementi ancor di più il legame fra gli innamorati e non è nemmeno un oggetto di orgoglio e fierezza da sbandierare ai 4 venti, un figlio è prima di tutto una persona da accudire e per questo non bastano semplici regali per farlo, perché l'aiuto migliore che si può dare sia ai genitori che ai figli è quello di non essere dipendenti da aiuti economici, ma piuttosto di chiedere un aiuto rispetto all'educazione di come allevare il figlio rispetto ai valori e di certo i valori non fanno parte di una lista di cose che si hanno oppure no, in quanto le cose si possono procurare con la volontà, ed il sacrificio che rappresentano per un figlio il migliore senso di responsabilità e poi si procurano anche esprimendo l'affetto nella spontaneità dei gesti ed invece, fra me e tua madre i gesti erano comandati dalle voglie del momento che poi erano divenute sempre più rade, fino a scomparire del tutto e a non fare più nemmeno parte del rapporto, ma addirittura di essere rifiutate dopo avere raggiunto l'obiettivo di avere ottenuto l'oggetto del desiderio che non era altro che un motivo  che dava valore all'atto sessuale nella sua funzionalità e niente più. Detta chiaramente, io, mi sono sfogato su di te, perché mi mancava l'essere ricambiato nel mio sentore e poi perché ti sentivo come un rivale in amore dato che tua madre era tutta concentrata su di te, solo te e sempre te. Il suono della libertà di espressione nell'amore è una pura utopia, quando invece sai, siamo tutti stereotipati da quella figura di uomo che sa essere forte al punto di resistere a qualsiasi tempesta ormonale, ma non è mai così perché poi ci si inganna pensando che sia giusto diventare come quella mela che deve essere solo assaggiata e che poi una volta che si rivela poco succosa ed appetibile si butta via, la si getta via senza scrupolo alcuno. No Roberto, tu ti devi prendere ciò che è giusto: tutto lo spazio, tutta l'attenzione e solo se diventi carnefice questo accade, altrimenti sei un uomo scialbo e balordo come tanti, un insulso senza arte e né parte e poi diventi persino un Innominato. No, Roberto, non credere che i bambini si possano salvare, fino a quando non si capisce che gli adulti hanno bisogno di sfogarsi e di sentirsi compresi nei loro profondi desideri. No, Roberto, non ti illudere, tutto il mondo è così, ti vuole solo per fare diventare una donna madre che sa come si fa, quando invece, non sa niente e non lo vuole sapere perché non ascolta mai quale sia il vero suono della libertà: trovare la via della redenzione nel confronto con le esperienze degli altri che per il suo bene la rendono vigile ed attenta e non per punizione, ma solo per farle comprendere che se sai compararti alla stima del valore non c'è bisogno di regali perché il miglior regalo è la presenza, il tempo in cui si ascolta e che serve a esprimere una vicinanza che non sta in una torta, in un regalo, ma nell'intenzione che viene dal cuore e che si chiama personalità d'amore. 

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