venerdì 23 febbraio 2024

 All'Istituto Alberto Marvelli al professore Gian Maria Vian a monsignor Pietrangelo Pietracatella al giornalista Pio Vito Pinto riguardo la riforma della nullità matrimoniale della Sacra Rota.  L'AVVOCATO DI CONDOTTA. L'avvocatessa Monica doveva presentare alla Sacra Rota la sua tesi "Il sacramento matrimoniale nel sistema accusatorio ed inquisitorio dei tribunali civili" in cui si studiavano i modelli per cui si doveva annullare il matrimonio anche se in essi c'era un amalgamarsi di principi fondamentali diametralmente opposti. Si possono avere giudizi solamente di tipo misto (pensava l'avvocatessa) non adattandosi nessun sistema alla linearità di fisionomia dei sistemi tradizionali alle complesse, svariate esigenze della giustizia nella società moderna. Sia il sistema accusatorio che quello inquisitorio conservano validità solo se considerati come modelli di organicità in sede logica o come metri di valutazione in sede positiva, oltreché, come dati di ordine storico. In particolare modo per quanto riguardava l'assenza di fede o la fragilità psichica dei comparenti alla causa di nullità, bisogna sottolineare che deve essere assicurata la parità assoluta di diritti fra i coniugi; esclusione di qualsiasi libertà del Giudice nella raccolta delle prove di cui le più critiche sono inerenti alle ingerenze ed intromissioni all'interno della gestione dell'unione di parenti ed affini o il fatto di non essere venuti a conoscenza di fatti che possano determinare la nullità; allegazione delle prove; libertà di entrambi i coniugi di allontanarsi dal patner qualora vi siano situazioni di violenza, litigio o prepotenza specie a danno dei figli. Infatti, a livello di diritto canonico si era rimasti al sistema inquisitorio di Diocleziano e degli imperatori di Oriente che stabiliva l'intervento d'ufficio del giudice, la segretezza del procedimento almeno fino alla decisione finale, procedimento scritto a potere del giudice e nessun potere degli imputati e quindi possibile condizionamento sociale delle famiglie di origine di poter influenzare la sentenza a loro vantaggio per fini ereditari. Colto nella sua essenza il sistema accusatorio di una controparte particolarmente fragile appare come una contesa tra parti contrapposte rivali e competitive più che altro per accaparrarsi l'asse ereditario ed una privilegiata successione del patrimonio principale nell'atto notarile dove, coloro che non fanno più parte della famiglia dopo l'annullamento matrimoniale, vengono automaticamente esclusi dalla condivisione patrimoniale ed emarginati, dunque, anche dalla famiglia nel suo valore socio-economico nell'impatto collettivo. Invece, scoprendo che nella più parte dei matrimoni, diviene difficile e disagevole subire continuamente gli attacchi di parenti ed affini (suoceri, cognati in particolare modo) e che le aspettative rispetto alla gestione del rapporto si intendono spesso speculative di raffronti col passato, e con la sovente considerazione della sottomissione della parte femminile e del suo tacere e subire angherie, cattiverie, sfoghi violenti, frustrazioni, umiliazioni e mortificazioni di ogni genere e tipo e persino botte, allora si delinea da parte di Vian e degli psicologi capitanati da Zamparetti Marco l'interrogativo se non sia il caso se vi sono prove nel merito di attuare anche un risarcimento danni morali per la parte più fragile offesa e continuamente vessata da una condotta a dir poco riprovevole e di fare comprendere in tale senso che non va bene tacere sempre su atti di arroganza, di disistima di una delle parti perché è in minoranza oppure più fragile, non va bene giustificare la violenza sia a livello fisico che a livello psicologico e dire che questa è la dimostrazione dell'amore, cioè subire ed ingoiare sempre le umiliazioni, le frustrazioni, sopportare le gelosie e le invidie in maniera passiva senza potersi mai difendere, senza mettere dei paletti che possano assicurare dei punti fermi e determinati per evitare le violenze e poi per prevenire atti criminali senza rimedio. La società così come la Chiesa tutta devono considerare la condotta non solo degli imputati nel matrimonio, ma anche degli affini che li circondano in quanto costoro dovrebbero aiutare, piuttosto che sfaldare l'unione, dovrebbero trovare i punti che rinsaldano piuttosto che quelli che frantumano il rapporto tanto più che durante il rito matrimoniale esiste la benedizione degli sposi dove si sottolinea che "agli sposi si augura di avere benedizioni da figli che dovessero nascere dal rapporto, da parenti e da amici" ed è questo il compito di coloro che vogliono bene non solo ai coniugi, ma anche al simbolo forte dell'unione matrimoniale nel suo profondo impatto di costruzione di famiglia che si apre all'accoglienza di un sistema paritario, di un sistema di sentita realizzazione e di compartecipazione alla medesima. Per quanto riguarda poi la gestione del patrimonio e del suo valore sociale e politico si dovrebbe sottolineare che spetta in seno alla famiglia gestire al meglio le risorse e che ogni famiglia deve decidere in base alle proprie esigenze di avere il diritto ed il dovere di procurarsi i mezzi per poter portare avanti i propri progetti e di poter assicurare alla famiglia di potersi mantenere, accudire e culturalmente e moralmente strutturare. Quindi in questo ambito si rendeva necessario in base a Monica ed al suo studio che ogni nucleo famigliare potesse decidere senza imposizioni od obblighi da parte degli altri membri della famiglia come gestire le proprie risorse e nel contempo fare in modo che vengano rispettati i termini di inclusione nell'asse ereditario degli acquisiti che siano coniugi o nipoti e che tale atto di legge venga pienamente rispettato e per questo si ponga l'obbligo della segretezza delle decisioni in merito allo sfruttamento delle risorse fino a che ci sia lucidità, autonomia ed indipendenza degli anziani e fino a quando non sia necessario trovare una assistenza continua di cui si decida al momento opportuno. Nessuno deve dividere ciò che Dio unisce, nessuno deve fare passare il messaggio che fra i coniugi comanda chi ha maggiore prepotenza ed ha torto chi invece è debole e fragile, nessuno si deve permettere di scalzare un coniuge rispetto ad un altro e ad entrambi è dovuta la stima ed il valore della loro personalità che si deve poter esprimere nei propri spazi ed ambiti senza per questo prevaricare gli altri durante il proprio percorso e senza per questo che si crei violenza. La pace passa dal rispetto delle idee degli altri, e dal trovare accordi per cui ciascuno possa avere specie nell'intesa di coppia, spazi liberi di espressione facendo così in modo che il rapporto non sia soffocante e restrittivo fino al punto di diventare una prigione in cui ci si senta vittime e sminuiti. Non deve passare il messaggio che un matrimonio sia solo un contratto, è piuttosto un progetto in cui mantenere gli equilibri è complesso, ma si può fare solamente con il massimo rispetto, riserbo per le dinamiche personali ed intime di coppia e soprattutto per l'espressione che si dà ciascuno alla parola amore. Questa era la proposta: credere all'amore come un seme da coltivare, una montagna da scalare ed un sentiero da percorrere nel timore di Dio. 

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