Dedicata a frate Gabriele Trivellin ANNOIATI D'AMORE ROSA. Guardandosi allo specchio, di quell'anima sopita, Fabiana non vedeva che un esile ombra che emanava un ombroso riflesso che la faceva sentire vuota, priva di tutto, desertica in ogni sua parte. Dietro la finestra il tempo grigio e cupo di nuvole cariche di pioggia e interiormente quella rabbia che non riusciva ad esprimere. Quella ribellione, di trovarsi sempre in mezzo fra l'immobilità di una estrazione di radice di numeri irrazionali, fra i gironi dell'inferno dantesco e un epitelio cubico semplice di un libro di dermatologia che era negli scaffali e che si era letta per caso. Ma a lei le parole le si incrociavano negli occhi, che le vedevano come sfuocate ai bordi, lei le parole erano solo dei suoni senza alcun senso: i suoni di una pioggia che cade sull'asfalto, rumori di traffico e di vociare, il vento che cerca di trasportare un verso e la tempesta che si scatena dentro di quell'eco che non viene mai ascoltato. Giorni tristi a pensare come potrebbe essere la vita, e poi come una funambola cercare di rimanere in equilibrio, senza rete, sempre incerta a cercare una risposta che forse mai potrà arrivare, che forse mai le potranno dare. Battiti sordi, fra le righe stinte di un tema senza nesso, battiti tiepidi fra i pensieri nulli che inseguono nuvole provate. E tutto attorno si spegne nella notte dove non ci sono stelle, e tutto attorno si copre nel buio della notte. Non c'è mai tregua fra le frasi dei social, cattiverie e critiche di ogni tipo, sfoghi per invidie e gelosie per cui al posto di quello o questo potresti esserci tu, ed invece rimani rinchiusa dentro la tua stanza, con quel dolore sordo degli invisibili, di sguardi appena abbozzati, quella sofferenza di non essere mai notata e di vivere nascosta dal mondo. Chi vorrebbe mai conoscere i tuoi versi, sono solo foglie secche disperse su un sentiero di rovi, sono solo illusorie utopie che cercano di uscire dalle sbarre di quella prigione di un desiderio che cerca di fiorire. Fra le mani e negli occhi ti senti bruciare, il desiderio di appartenere e sentirti come un corpo leggero senza gravità, che fluttua nello spazio; fra le mani ed i pensieri ti senti bruciare dal desiderio di appartenere. Essere come il sogno proibito, la mela del peccato, essere come i petali dell'amore sparso di quella rosa di velluto. Essere come quel fremito compito che sa divenire respiro, essere come quel languido desiderio che si espande nel sospiro. Fra gli sguardi e nel cammino ti senti bruciare, il desiderio che vuole scavare e scoprire un infinito amore nel quale potrai sentirti viva, magnificamente viva. Il desiderio di non morire e diventare amore che sa far ballare l'anima, fra le nuvole ed i pensieri, fra i voluttuosi baci e carezze. Il desiderio che ti muove dentro, che si alza al mattino e non dorme mai, che si alza verso il cielo per non morire mai e diventare eterno. Il desiderio di un corpo che si lascia mangiare e di cui ci si ciba per poter comprendere l'amore che sa costruire; il desiderio del sangue che fluisce nelle vene caldo, appassionato che come un fiume scorre nel letto dell'amore. Invece diventi eresia che divide nella carne e nell'anima, diventi la tua stessa persecuzione e condanna che non tollera nemmeno un presunto desiderio. Le spalle inarcate, il sembiante distorto davanti a quello specchio che deforma tutto e che va dimenticando l'assolutezza per tradursi in problematica che deride e sconfigge ogni sentimento. Tu, tu, tu non potrai mai essere desiderio e ti infrangi come un onda in tempesta sulla riva spoglia; e ti infrangi nel lugubre pensiero che fugge. Non sai fare a capire la logica dei numeri che si confondono diventando raffigurazioni disgiunte, non sai fare a leggere cosa un libro può spiegare, perché nemmeno tu sai spiegare cosa senti e provi e ti senti incasinata. Il desiderio questo vorresti essere anche solo per un momento, capire che il corpo può entrare nell'anima e unirsi nell'amore, capire che il sangue può essere bevuto dall'anima e diventate unito nell'amore. Fondere il corpo, il sangue e l'anima nel desiderio di sorvolare tutto, di non sentirsi vuota, di non sentirsi priva di tutto. Il desiderio di un corpo che sa sfamare anche l'anima con un amore che non muore, il desiderio del sangue che fluisce dentro l'anima per un amore che non muore. Non ti perdere se non in quel desiderio, in quel moto che sa essere respiro d'amore nonostante le spine della rosa, nonostante la croce senza posa, nonostante il dolore e la sofferenza, non ti perdere, perdere se non nel desiderio che colma la tua esistenza.
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