sabato 20 gennaio 2024

 PUZZLE DI VITA. Incontri per caso in una sala d'attesa dentistica una signora che ti racconta in un attimo la sua vita, e già la vedi passare inchiodata a quel letto di croce, dove c'è una probabile diatesi neuropatica che vedi nel volto tumido e floscio e in quella che pare metamorfopsia degli occhi addolorati. Il copro esile e ripiegato che racconta di farmaci che l'han distrutto, che ti fa pena nell'anima, fra le anime spoglie e disperate di solitudine e sensazione di abbandono. Non era degna d'amore Signore Dio? Non era degna della tua protezione? Pezzi qua e là di studi e di libri sfogliati dove ti appare il termine di Coramina come stimolante del sistema nervoso centrale e ti domandi se potrebbe andare bene, ma la sensazione non vale così come la formula C10H14N20 facilmente solubile. Sei stata chiamata all'appello e tu hai cercato di rispondere, ma poi ti accorgi che sei poca cosa. Siamo pezzi da incastrare, immagini da ricomporre, fra i respiri e le mani in preghiera, fra la fiammella di una timida, labile candela. Siamo corde che devono trovare l'armonia fra le dita a sfiorare una cassa timpanica per ascoltare meglio il desiderio di incontrare, la voce che palpita il cuore. Cammini per le strade con le luci di Natale ancora accese e ti senti invadere la mente di una melanconica atmosfera, che senti appartenere a quell'arte che tanto l'amico vorrebbe evocare e che invece si distanza dagli sguardi per distanziarsi dal cuore. Dove sei amore, dove sei ora fra le lancette di quell'orologio che corre e che fa fuggire il tempo. La risposta dentro le nubi dense fra l'aria, la risposta nel chiaro sole che illumina il cielo. Cammini fra le pagine di un richiamo dove senti il fruscio di una foglia che fa volare ancora la voluttà che l'amico non vuole avvertire nel pudore e nella vergogna di poterti abbracciare allargando i suoi pensieri. Cammini fra le pieghe di un asfalto stridente dove vedi che la gente si perde in quel grigio quotidiano piatto ed usuale di piccoli momenti che si ripetono nelle stagioni fra il ghiaccio e il bocciolo della primavera che fa fatica a spuntare fra le granitiche rocce. Ti perdi fra una scarpiera e un armadio, fra i vestiti che non hai mai indossato e quel sentore che non hai mai espresso e vedi solo piccole cose, piccoli gesti che non fanno molta differenza, eppure tu sei lì davanti ad una preghiera, davanti a una immobile immagine addolorata. Cammini fra i dubbi che abbia fatto giusto e che sia servito a qualcosa quel pezzo o quell'altro, quel verso o quest'altro, ma in fondo sono solo pezzi di vita, tralci di vita che devono essere innestati, che si devono rivestire d'amore, che devono risorgere d'amore. Sei nuda, sei priva di tutto, sei vuota e sei solo un tassello sparso senza nessuna costituzione dal significato stupido, ma vorresti incastrarti a formare la giusta immagine d'amore. Infondo sei solo un pezzo di vita, una scommessa giocata, un sogno sbiadito, un imprevisto voluto. Pezzi di vita che si ritrovano sparsi, a volersi ricomporre e formare ancora un amore, un sogno, un cuore che batte, puzzle che cerca l'amore, il colore e la vita che dia senso al tutto. Pezzi di vita come te, come noi. 

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