IL DADO MALINCONICO. Sono qui un dado della sorte che ha diverse sfaccettature e che anche questa volta ha strappato la pagina dell'anno vecchio per farti ritrovare davanti l'agenda dell'anno nuovo. La melanconia non è rabbia o amarezza e nemmeno un disturbo, ma è una tenera appassionata accettazione del dolore, della sconfitta che incontreremo lungo il percorso. Oggi mi ritrovo a dover cercare di attenuare le paure che ci attanagliano quando siamo tristi ed ansiosi o in preda all'ansia e all'invidia e la gelosia. Tutto è dolore che ha una causa ed un termine che comincia dai 4 bracci della croce. Il primo braccio riguarda la rettitudine del pensare per decidere che poi porta alla retta comprensione e al parlare in maniera saggia, all'agire verso il sostentamento e quindi verso il giusto sforzo della concentrazione, della fatica della meditazione. Se ti capita a tiro questa esperienza ascoltala per favore perché è una via intermedia fra gli estremi dell'esistenza di piacere e di ascetismo. Per attuare questa parte del dado devi conoscere l'altra mia faccia che riguarda i comandamenti di non mentire, non frodare, non tradire, non uccidere e non inebriarti e se ti capita questa faccia la devi percepire come una virtù giusta da applicare come una promessa da mantenere. Per percorrere la via devi poi conoscere la faccia della perfetta sincerità e della povertà di spirito che conduce alla non violenza. Se ti capita questa faccia la devi cercare di imitare e di assomigliarle. Ora devi provare a gettarmi sul tavolo da gioco della tua scommessa migliore dell'amore che prevede una legge di conoscenza delle verità cruciali: essere comprensivi piuttosto che condannare, capire l'ansia al posto della cattiveria come per un commesso che oggi sosteneva che tutti erano diventati cattivi al ritorno dal capodanno e dai festeggiamenti del Natale, quando in realtà erano tesi nel dover riprendere la vita monotona e pressoché banale del lavoro, delle altre faccende e delle preoccupazioni dovute alla frenesia della quotidianità del sentirsi assorbiti dalle molte incombenze che ci si pongono davanti compresi i pagamenti delle bollette. La formulazione per quel commesso era la sete d'amore che tutti hanno, ossia una brama che produce attaccamento all'esistenza di favola per uscire dagli schemi con un potere veicolante come me il dado che ti fa vincere e sentirti potente e ricco. Invece per arrivare a questo obiettivo devi conoscere la faccia della coscienza e della consapevolezza e se ti capita allora devi purificare il tuo pensiero che ti permette di vedere le cose per quelle che sono veramente: insegnamenti, esperienze che educano e che veicolano la rabbia, il malumore, la colpa o la stima incanalandole ad un obiettivo che è stato deciso dal destino solo in parte, ma che noi possiamo condurre verso la maturità, opportunità, saggezza. Se ti capita questa faccia non sottrarti anche se genera sconfitta, avvilimento o afflizione, se ti capita questa faccia accettala. La prima faccia ti parla - L'essere delle cose e la loro essenza deriva da altra cosa che si incastra con la prima per indicarne la nozione correlativa rispetto alla sua essenza "Se bevi dalla coppa dell'amore deve essere almeno mezza piena se no non ha nemmeno senso prendere in mano quella coppa" Non si può provare che ci sia amore in te finché non decidi di bere dalla sua coppa fidandoti del fatto che sia almeno mezza piena e che sia perfetta nella sua realtà di necessità di espressione e manifestazione che si percepisce dalla premura e dalla custodia che hai dell'anima sia tua che degli altri. Non si può ridurre l'essenza dell'amore ad un concetto in quanto è un pensiero indeducibile ed è più che altro intuitivo, passionale e pulsionale. L'amore è un modo di essere, di presentarsi, di muoversi, una motivazione, uno spirito serbante. Se conosci questa faccia la devi conservare ed anche espandere per modo che venga accresciuta nel tempo. La seconda faccia chiede la parola - "Ci vuole un quadro, un sistema che ti faccia avanzare seppure con prudenza nell'essenza temporo-spaziale e per questo devi a vere un buon colpo d'occhio esterno e disinteressato" Guardare il mondo con questa faccia significa partire dalla concretezza nonostante le problematicità e criticità, i contrattempi ed avversità che si possano presentare nel pathos della scelta, dell'aut aut fra angosce e disperazioni che prevede come soluzione di speranza una forte fede interiore. Se conosci questa faccia ti devi abbandonare al suo suggerimento di partire, di avere il coraggio dell'avventura, di andare oltre al tuo limite, ai tuoi difetti, di accettare ogni giorno la sfida e pure la scommessa puntando tutta te stessa. Io sono il dado dalle molte facce, che prevede la malinconia di scoprire la fragilità, la debolezza, la vulnerabilità e pure lo squilibrio di una sana follia quella di un verso che sa distinguere da un filo d'erba un albero robusto che sopporta il peso del suo vivere con la determinazione del dado: la sorte dell'amore ti porta a conoscere la gioia del chiarore di vivere nel divin calore.
Nessun commento:
Posta un commento