LA MEMORIA PUTTANA. Prima di cominciare a scrivere la propria idea su un possibile modulo di intervento psicologico a favore della cultura dell'antiviolenza, il romanziere si domandava se si trovava nella patria del familismo immorale. Cognati svogliati, mogli ignare del business, padri di famiglia che tentano di essere scorrevoli con la loro meticolosità, precisione e puntigliosità che secondo loro servirebbe a proteggere la progenie da futuri smacchi, quando poi si rendono conto di fare dei cattivi affari e di compiere errori di valutazione nel vedere solo la parte del valore del costo e non quello del buon uso di un affare. Anche nel canovaccio degli ultimi delitti passionali, le figure parentali rivendicano a pieno titolo un ruolo da comprimari e infatti, in molti casi è la responsabilità genitoriale che viene invocata come causa e giustificazione di tante penose mancanze e debolezze della vittima (Ma io cosa potevo fare per evitare che mio figlio diventasse un carnefice?? Piange al telefono il servitore dello stato) La dicitura del "tengo famiglia" è una filosofia antica, un tratto ed uno spaccato tipico da cui scaturisce la mancata creazione di una vera e credibile etica pubblica e la società che si definisce civile e solidale. In quest'ambito la ricerca è ora dedicata ad una raccolta di saggi dove si evidenziano alcuni passaggi critici in cui non si sono creati sufficienti spazi per costruire una sfera pubblica forte, con precise regole e codici di comportamento da rispettare e tenere in dovuta considerazione. Ciò è accaduto in particolare modo all'indomani del processo di unificazione, ed anche alla fine della 2° guerra mondiale e poi si è verificato anche con Tangentopoli ed ogni volta è intervenuta la speranza della censura storica. Il potere e l'impatto eccessivo della famiglia nella sfera pubblica e nella collettività è andata a scapito della società civile per poter raggiungere un solo obiettivo: massimizzare i vantaggi materiali immediati della propria famiglia nucleare, supponendo che anche tutti gli altri che ci circondano avessero lo stesso interesse o si comportassero allo stesso modo anche perhè poi la realtà di fatto costringeva a farlo in un adattamento continuo. Naturalmente non tutti possono assomigliare a tale modello in quanto nella cura degli interessi bisogna fare diverse valutazioni preminenti per verificare se l'occasione sia veramente definibile come tale. Il problema è: in che modo l'IO deve fare i conti con il suo non-IO psicologico ed è poi possibile accontentarsi di constatare l'attiva esistenza di archetipi e lasciare che la cosa si sbrighi da sé nel corso del tempo, oppure invece è meglio fuggire e andarsene lontano prendendo le distanze dal non-IO?? Ancora oggi l'Italia si misura con una esagerata attenzione, spesso esclusiva, all'istituto famigliare tanto da averne creato addirittura un monumento, ma i recenti scandali di uccisioni di donne innocenti e spesso ingenue e fragili, mostrano qualcosa di più rispetto alla mancanza di ethos comunitario: si è disposti a tradire la fedeltà sia allo Stato che alle persone che diciamo di amare per tentare di sistemare figli e consanguinei con la tipologia di donna che tutto crede persino ad una bella favola imbastita su misura per lei, tutto spera persino di avere ravvisato nel suo primo incontro un marito e padre ideale, e alla fine cosa più disdicevole, tutto sopporta persino le cattiverie gratuite di essere continuamente messa sotto inchiesta per ogni sua mossa e di accettare poi la derisione, i maltrattamenti e ogni capriccio del proprio patner e persino le sue minacce ed i suoi ricatti morali. In questi casi il familismo appare contiguo al clientelismo puttano, che implica l'uso delle risorse dello Stato ed anche dei più deboli per i propri interessi privati ed allora può essere veramente interessante rilevare come questi fenomeni antichi di manifestazioni di invidie e forti gelosie non muoiano mai, ma si reinventino continuamente in forme nuove purtroppo più pericolose. Quel che fa impressione è il prevalere dell'organizzazione verticale tra padrone della vita di una donna intesa come schiava e gheiscia e cliente desideroso di un ruolo di successo e di spicco sull'organizzazione orizzontale dei cittadini onesti e leali. Nella precarietà della vita e nei mancati equilibri di famiglie allargate, pare diventare fondamentale la relazione con figure rappresentative di potere e di sicurezza, che garantiscono determinati impatti di significativa considerazione di brave persone che possano ottenere posti di rilievo nella comunità. Da qui si creano legami di asservimento e forme di gratitudine insidiose di cui le donne sono le principali vittime specie nel pensiero che loro debbono essere sempre le più forti ad ottemperare ai doveri famigliari e di lavoro e che abbiano quindi i maggiori carichi sociali, mentre poi non ci si accorge che il maschio forte ed eroico che ritiene da solo e senza collaborazione femminile di sapersi destreggiare negli affari risulti essere di ostacolo alla crescita democratica. La famiglia concentrata in modo sproporzionato sugli interessi e le occasioni materiali immediati non si rende conto di dover attuare la vera libertà: quella da qualcosa (liberty from) che la etichetti e la stereotipi come in grado di cavarsela e di potersi gestire al meglio. Il romanziere infatti aveva deciso di scrivere quel libro proprio per riuscire a raggiungere un qualche spazio proprio dalle interferenze di altri soggetti rispetto alla sua azione individuale intellettiva per poter trovare una liberty to ossia la libertà che scaturisce da una continua ricerca delle giuste informazioni ed elementi di approfondimento culturale per cercare di ottenere dei miglioramenti sia personali e sia collettivi a livello degli atteggiamenti e agli approcci nell'affrontare i vari disagi e problematiche che si potessero verificare durante il percorso facendo poi in modo che nella piena condivisione tali esperienze potessero servire a trovare accordi e collaborazioni per una migliore e pacifica convivenza. Difficile praticare questa seconda libertà perchè c'è maggiore propensione a praticare la 1° libertà nel senso che ci si stanca prima o poi degli oggetti e li si sostituiscono con altri oggetti ritenuti compensativi di carenze e mancanze più che altro affettive in goffi tentativi di soddisfare il proprio ego, borioso orgoglio e fierezza anche senza avere troppi scrupoli e remore al riguardo. La relazione principale che si coltiva ancora in Italia è tra individuo e famiglia e non quella tra individuo e Stato per un accentuato individualismo ed una società civile di tarda formazione specie nel Meridione. Esiste un buco nero di indagine nell'ambito disciplinare e sul piano del pensiero politico per cui tra la tradizione liberale e quella marxista le famiglie non vengono ancora del tutto considerate primi soggetti politici ed è per questo che vengono ancora relegate alla collocazione privata piuttosto che pubblica specie a livello dell'apporto femminile. Infatti, nel pensiero liberale la famiglia viene quasi del tutto sistematicamente estraniata dalle decisioni politiche per avere effimeri riconoscimenti contributivi e collaborativi al valore democratico della Repubblica. La subjection of women potrebbe creare una migliore intesa per un presupposto di Stato che non ignori più la figura femminile nelle sfere sociali di società civile e Stato e di riflettere sulle opportunità che si potrebbero creare per stimoli importanti alla creatività e alla nuova impresa di operatività innovativa che si proietta continuamente al futuro partendo da un accurato studio nel presente. C'è ormai una totale dissoluzione della famiglia nei suoi costrittivi legami di forza e si tende più ad avere una rete di rapporti civili che rendano i soggetti più attivi ed efficaci nei loro ruoli sia di lavoro che di carattere socio-inclusivo e culturale. Si crea così una nuova condizione: essere donna è una nuova ragion di esistere e di conformarsi alla convenzione di apporto di intelligenza femminile che vuole destare e rendere presente il proprio valore mai all'amor ostile.
Nessun commento:
Posta un commento