LA MEMORIA PUTTANA. La memoria dei delitti contro le donne è una puttana, che si offre ai romanzieri come una sottospecie di cocotte di lusso. Di fatto però nel caso che qualcuno la acquistasse e non fosse poi abbastanza coerente nel rimembrare il sodale segreto che gli ha fatto saltare il fosso della qualità, allora si dovrebbe raffigurare quel cuoco che si trovava in cucina a raccontare il suo sogno di come avrebbe risolto tutti i suoi problemi e debiti facendo lavorare la sua donna e facendole spaccare la schiena nel fare le pulizie di appartamenti così da farsi mantenere perchè lui non ne aveva molta voglia di passare una vita a tagliare cipolle, a pelare patate, a pulire carote e quindi perchè mai non sfruttare quella donna come una schiava che credeva in lui, confidando nel suo cambiamento per potersi fare mantenere come un canarino da compagnia?? Solo che le sue idee così come quelle del romanziere, non facevano mai bingo perchè succedeva che come per tutti gli uomini scimuniti che vogliano tutta per sé una preda facile, facile poi devono affrontare un lungo viaggio nell'ignoto di quella stupida ed ingenua credenza di alcune femmine di avere trovato l'esatta corrispondenza al loro sogno da cui si lasciano stregare e che poi conterrà l'unico sodale segreto che corrisponde ad una piccola parte di sé: un figlio. In verità, poi, quelle poverette, si illudono in quanto partecipano solo alla metà della mela, che si è infilata in un guscio fragile e delicatissimo di una placenta contenente un embrione che poi viene covato nella gelosia della rivalità delle attenzioni e da una forma di insidiosa invidia al fatto che quella creatura possa avere la prevalenza affettiva, mentre loro verranno esclusi per una psicologia contorta con cui lavorano a lungo per cincischiare le loro vittime con insistenza pedante e con puntiglio, finchè alla fine non cadano nella trappola del ricatto che dice che cambieranno, ce la faranno a prendersi cura di tutto e di tutti, avranno le spalle sufficientemente forti per reggere ai colpi della vita e saranno più responsabili come padri e come compagni legati da un DNA e dall'origine di consanguinei. La memoria è una puttana, che si siede davanti a te a mostrare i suoi seni e la sua vagina, per mostrarti la sua parte oscura e libidinosa che dice di prenderti la parte più bella e piacevole giocando con il destino, di divertirti fin che puoi, di sembrare forte e capace nel fare l'amore e di sentirti in questo grande ed importante nell'essere desiderabile e seducente. Ma poi quando vedi la puttana nello specchio intimo e ti rendi conto che è nera, ti rendi conto che hai sepolto da qualche parte nascosta, e magari nemmeno lo sapevi prima di incontrarla, la libidine sporca e provocatoria che ti spingeva alla follia dell'ossessione e che si presentava come un fantasma che ti si parava davanti senza annunciare la sua presenza e che ti impauriva fino al punto di gelarti ed inibirti. Ma tute le sue necessità ed aspirazioni poi diventavano le tue, nelle tue debolezze ed incertezze, per quanto tu cercassi di essere diverso e di prendere le distanze dallo spettro dell'educazione che ti avevano impartito e che comunque ti perseguitava facendoti sentire sempre in colpa ed in difetto per qualsiasi cosa anche se mostravi buona volontà ed impegno a voler uscire definitivamente dagli schemi e stereotipi che ti imprigionavano e che ti facevano vivere nella banale monotonia di un quotidiano stuprato e spoglio di tutto che veniva rinvigorito solo in quei pochi attimi di sospiri e sudore fra le lenzuola ed i corpi avvinghiati. Era seduto al bar, a scrivere quella storia come tante di ragazzi apparentemente per bene, che vivono circondati da un falso ed ipocrita buonismo, quando si sedette davanti a lui un uomo sulla quarantina che desiderava avere un erede e che lo sognava da tempo, pensando che fosse suo diritto poter realizzare quel sogno fino al punto di ottenerlo a tutti i costi, anche con la violenza brutale per fare apparire di essere un macho specie a suo padre che gli aveva insegnato che se volevano gli uomini virili ed eroici, potevano ottenere tutto, raggiungendo qualsiasi obiettivo senza farsi tanti scrupoli, bastava solo berci sopra ogni tanto uno scotch liscio per rendere liscia anche la vita e poi riuscire ad ottenere il giusto effetto sociale. Dopo avere gettato sul banco del bar qualche moneta di carta ripiegata su sé stessa e sbiadita sfidò la memoria dicendo "Si paghi il giusto prezzo", ma il prezzo da pagare era sempre molto alto specie per le misure curative e di contenimento della pericolosità. Il romanziere voleva improntare a tale proposito una nuova scuola sociologica che superasse almeno in parte i limiti della prospettiva di possibile cura e che considerasse una possibile antropologia criminale specie in condizioni socio-economiche precarie ed instabili. Vedere l'uomo nella sua dimensione individuale significa studiarne i limiti dei comportamenti devianti che portano all'oggetto principale dell'indagine che vede nel movente passionale una interdipendenza concettuale fra il carnefice e la sua vittima, anche se non coincidono appieno specie in quelle infrazioni che non esprimono un reale contenuto antisociale. Il romanziere voleva rimanere indipendente ed autonomo nella concreta utilizzazione della norma che riguardi la personalità, vista la determinazione dell'imputabilità e della pericolosità per una effettiva individuazione di trattamento nell'azione di recupero e risocializzazione. Stabilire degi stadi di criminalità passionale e di gelosia ossessiva significa poter valutare anche i fattori microsociali che portino a conclusioni univoche su fattori causali di portata generale e di enucleazione delle psicopatie, deficienze intellettive veri e proprie e fattori disturbanti ed oppressivi a livello parentale. La statistica di massa, non consente alcuna significativa identificazione di fattori causali individuali e rischia quindi di determinare una artificiosa omogeneizzazione di dati diversi. Il suo apporto è però importante a stabilire le caratteristiche più salienti dei criminali passionali pur tenendo conto di quella occulta e cioè dell'esistenza di un numero oscuro che impedisce la coincidenza fra delitti realmente denunziati (pochissimi ancora) e delitti realmente assicurati alla giustizia per cui bisogna stabilire utili correlazioni per verificare il buon esito delle denunce e della conseguente tutela della vittime. D'altronde quando la mente si annega, diventa irascibile e scontrosa fino al punto di alzare le mani per picchiare e battere i pugni duri sul tavolo e poi buttare tutto all'aria con un volto indiavolato e torvo. Il fatto è che il personaggio cattivo aveva bisogno come il romanziere di potersi sfogare sulla pagina riducendola a briciole di crudeltà e rovina, riuscendone ad eclissare la loro pochezza dietro quella dose di paradiso che entrava nelle vene, che si annusava ed ingoiava per dimenticare il tempo che correva cancellando i momenti più intensi e belli della propria infanzia e riducendoli a brandelli. Nel frattempo giungeva un uomo che si trovava in cattive acque e che era fallito e che se ne stava in eterna attesa di scovare un amore rombante e rassicurante che esisteva solo nel suo ideale ego del momento e che lo riduceva ad un personaggio blando e stupido che vuole pavoneggiarsi per le sue intransigenti virtuosità che riesce a seguire a menadito. Seguire i delinquenti di femminicidi non è il lavoro più semplice, ma il romanziere ci stava provando come esempio di buona volontà.
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