PROPOSTA DI PSICOLOGIA DEL SE' NELLA RIFLESSIONE LITURGICA. Per rispondere a don Renato Bartoli e a Gabriele Trivellin uso Giuditta capitolo 9 versetti 10 "Con l'inganno delle mie labbra colpisci il servo insieme al padrone e il padrone insieme al suo ministro; abbatti la loro tracotanza per mano di una DONNA! (dà il valore alla DONNA!) La tua forza, infatti, non sta nel numero, né la tua signoria si appoggia sui violenti; tu invece sei il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il difensore dei deboli, il protettore dei derelitti, il salvatore dei disperati. Sì, sì, o Dio del padre mio, o Dio d'Israele tua eredità, Signore del cielo e della terra, creatore delle acque, re di ogni creatura, ascolta la mia preghiera!" Col proposito di sistematizzare dati psicoanalitici per trasformare la liturgia in dati concreti si propongono istanze autonome e originarie che possano sottolineare i rapporti con oggetti esterni come lo zaino della raffigurazione di don Vittorio alla fine del giornalino che è un cammino che valuta nella coscienza l'oggetto interno dell'Io in rapporto con sé stesso in continua evoluzione data la sedimentazione degli oggetti interiorizzati (relazione oggettuale) su cui la scissione può sempre intervenire. Infatti gli studi inerenti all'oggetto ZAINO si riferiscono al narcisismo per comprendere le psicosi grazie ad una maggiore attenzione dedicata agli stadi psicotici come quelli di una signora che ha elargito una pianta e che poi alla richiesta di come si dovesse tenere la pianta ha risposto con un epiteto sgradevolissimo e stonatissimo. Alcuni individui difatti hanno bisogno di comprendere che NON servono approcci aggressivi per riuscire a farsi apprezzare e che il loro atteggiamento è fuori luogo specie nel tentativo di una espressione di sé creativo che corrisponde alla maggiore istanza che rende più significative le esperienze individuali come la poesia "In cerca" di Alessandro Ramberti che NON si è molto impegnato nella ricerca dei culturalisti neofreudiani secondo cui il sé attuale di comprendere i momenti che spostano le date o meglio i dati coincide con la PERSONALITA' reale, tanto conscia, quanto inconscia, mentre il sé idealizzato non è altro che la personalità che il nevrotico crede di avere. Il vero sé sta invece chiuso dentro a quello zaino che pesa sulle spalle e che è stato definito dallo stesso don Renato Bartoli la via del Crocifisso cioè l'insieme delle POTENZIALITA' individuali MAI sfruttate secondo un sistema del sé che equivarrebbe di più a tratti costanti e definitivi della personalità selezionati fra i molti possibili in seguito alle influenze dei rapporti interpersonali ed in particolare di quelle dei genitori da bambino e poi di quelli di alcuni educatori considerati di maggiore riferimento. L'attenzione caro Enzo Maggioni per favore va posta oggi maggiormente al DISAGIO sociale proprio inerente alle posizioni da prendere riguardo all'uomo COLPEVOLE teso solo alla soddisfazione delle pulsioni che porterebbe all'idea pessimistica di uomo TRAGICO volto alla realizzazione del sé senza mai averne un adeguato e convincente raggiungimento. In tali contesti si abbandona progressivamente il metodo terapeutico classico per le patologie inquadrate dal conflitto edipico e ci si orienta maggiormente su iniziative che abbiano contenuti di IMPRESSIONI che fungano da stimoli centranti in una metodologia che chiede "Cosa toglieresti di tuo dallo zaino e cosa metteresti di ciò che altri hanno PERCEPITO di te negli incontri della tua esistenza?? Cosa vorresti CONSEGNARE di tuo agli altri che incontri nel tuo cammino per mostrare l'amore della tua ACCOGLIENZA come fece Cristo dalla croce?? Cosa vorresti che gli altri COGLIESSERO di te durante il tuo percorso??" Per me la risposta sta nella MIA poesia VOLITIVA Cogli la parte migliore del mio sogno e tramutala nel tuo stimolo a progredire, conosci ogni momento del tuo accogliente essere senziente, nel cammino dove tu sei il giorno che sa ispirare l'amore costruente. CIAO:
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