giovedì 24 settembre 2020

L'importanza di un dialogo attivo

di Autori Vari, Fara Editore 2020


Come ha scritto Alessandro Ramberti, curatore del volume, poeti, studiosi, pensatori, giornalisti, attori, laici, credenti, agnostici, religiosi, intellettuali, lavoratori, si sono riuniti nel Convento di San Francesco in Bologna prima del lockdown per confrontarsi sul tema del dialogo (a volte non facile) con l’altro (che pure sempre in qualche modo ci rispecchia e ci “identifica”), sulla scia dell’incontro del frate poi santo di Assisi con il Sultano Malik al-Kamil, in Terra Santa, 801 anni fa. Calorosamente ospitati da padre Paolo Barani e da tutta la comunità francescana, i partecipanti hanno proposto le seguenti riflessioni, testimonianze, esperienze, suggestioni poetiche, letture della realtà che stiamo vivendo. Ecco gli interventi raccolti nel volume: “A tu per tu con l’io/l’altro: le diversità/le identità” di Bruna Spagnuolo; “Nel segno del dialogo” di Claudia Zironi; “Isabella Morra” di Francesca Ribacchi; “Bologna in quindici minuti” di Gabriele Via; “Dialoghi notturni tra Paulo e Agnese. Il drammatico ‘a-tu-per-tu’ tra un prete e la sua amante. Un’interpretazione de La Madre di Grazia Deledda” di Gianni Criveller; “Attenti al dialogo” di Giorgio Iacomucci; “Vide e credette” di Giuliana Cingoli; “Homo insipiens” di Luca Ariano; “Eluana, Scott, Vincent e gli altri senza nome” di Marco Colonna; Universitas di Ottavio Rossani, La vita nuova delle donne di Paola Spigarelli; Il “Biglietto di Spoleto” di Paolo Barani; Dialogare con gli alieni di Subhaga Gaetano Failla. 
 
Molti sono convinti che i fatti siano più importanti delle parole. Per certi versi questo è vero, bisogna tendere sempre alla realizzazione di un risultato, eppure parlare e confrontarsi sono aspetti della nostra vita quotidiana spesso sottovalutati, utili strumenti per risolvere problemi sul lavoro, in famiglia e in tanti altri ambiti, e quindi atti a raggiungere, con più facilità, quegli stessi obiettivi concreti che ci siamo prefissati. Al giorno d’oggi ci sembra di essere circondati di parole, di persone che esprimono le loro idee e le loro posizioni, di informazioni che ci arrivano da ogni parte. Tuttavia, se ci fate caso, dette forme di comunicazioni assomigliano spesso più a dei monologhi: persone che vogliono tenersi stretto il diritto di parola, esponendo e facendo valere il proprio punto di vista, senza poi lasciare la possibilità, all’interlocutore, di far sentire la sua voce. Si finisce così per mantenere ognuno la propria posizione, e ciò succede anche qui, nei social. Nel dialogo vero e proprio, invece, ci si deve confrontare, tutti devono contribuire e arrivare a un risultato che sia di beneficio per ognuno, in modo che noi, o, almeno, molti di noi confidano che ciò possa avvenire al più presto.

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