giovedì 25 luglio 2019

“Forzare i segreti delle cose ha molto a che fare con l’osservazione.”

Alex Kerr, La bellezza del Giappone segreto, tr. dall’inglese di Bruno Amato, EDT 2019, pp. 322, € 15,00

recensione di AR


«Quello attuale, a quanto pare, è il momento migliore per trovarsi in Giappone. I mutamenti che si verificano nel mondo della cultura, gli annunci di una rivoluzione nella burocrazia e nell’economia… tutto questo promette emozioni che il Giappone non offriva da decenni.
“Se pensi non ci sia, c’è. Se pensi ci sia, non c’è”. Nel momento stesso della sua sparizione, la cultura tradizionale giapponese sta vivendo la sua massima fioritura.» ( p. 305)

È questo un libro di grandissimo interesse per tutti coloro che sono affascinati dall’Oriente, in particolare dal Giappone (e dalla Cina): una cultura che Alex Kerr conosce in profondità, essendovi immerso da decenni, e sa proporre con gusto, passione e ironia, rivelandone i punti di forza ma anche le debolezze (con segnali di criticità importanti come lo spopolamento delle aree rurali, l’abbandono di edifici secolari, il recupero a volte artificioso delle tradizioni, lo scarso rispetto per il paesaggio e altro ancora). Affascinato dalla remota e (ancora) intatta Valle di Iya al centro dell’isola di Shikoku, dove ha recuperato – rendondole splendidi alloggi per turisti curiosi e responsabili – antiche abitazioni tradizionali, Alex ci fa apprezzare i segreti del teatro kabuki, la capacità seduttiva della calligrafia (“il pennello riflette sottilmente ogni minima variazione di pressione e direzione, esprimendo con la massima vivezza lo stato mentale dell’artista”, p. 140), le peculiarità di Kyōto, Nara, Ōsaka, Tōkyō e tanti altri luoghi, templi, centri culturali, collezioni d’arte, case del tè… soprattutto ci parla degli incontri fondamentali per lui con artisti, artigiani, attori, letterati, esperti in vari campi, monaci e tanti altri personaggi che gli hanno offerto nuove chiavi di lettura per apprezzare e avere anche uno sguardo critico sulla situazione che sta vivendo l’Estremo oriente (evidenziandone anche le differenze interne ed esterne, ad es. quelle fra Cina e Giappone).
Scrive Bando Tamasaburō in postfazione: “Guardando il Giappone con occhi maturi da persona esperta del mondo esterno, qual è il paesaggio che vede? Questo è l’Alex altruista che cercava solo la bellezza, e questo è il motivo per cui è riuscito a catturare il Giappone così com’è…” (p. 310).

PS La citazione che ho usato come titolo di questa recensione si trova a p. 87.

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