sabato 30 marzo 2019

REPORT DI LETTURE: foglio primo

rubrica a cura di Fabio Cecchi

Caro popolo del web, mi accingo qui a offrire qualche parola sopra i miei recenti passaggi in libreria e biblioteca. Se voi pure non disdegnate accompagnarvi a quel buon vecchio oggetto del libro, questo foglio magari riuscirà gradito.  


Susanna Tamaro - IL TUO SGUARDO ILLUMINA IL MONDO (Solferino, 2018)

Vengo a questa pubblicazione con la consapevolezza di affidarmi alla firma di Va’ dove ti porta il cuore, che tanti lettori ha emozionato oltre a me. La stesura di questo “romanzo apparente” muove dalla scomparsa di tale Pierluigi Cappello, letterato amico dell’autrice. Il titolo graffiante e qualche frangente azzeccato di questo quaderno di libere riflessioni sono quanto di buono presenta. Non vale nel complesso il suo prezzo.


Ermanno Rea - NAPOLI FERROVIA (Feltrinelli, 2007 poi 2015)

C’è qualcosa che ha saputo dirigermi al suddetto romanzo di oltre un decennio fa. Un libro di una certa corposità la cui voce narrante, tonica e ipnotica, sospinge sul corso dell’avventura proposta. Il romanzo ha valore e ripaga le aspettative. La riflessione copiosa penso sia l’aspetto più difficoltoso. Il lettore, per darne giusta idea, è messo alla prova sin dall’apertura con il doppio piano di narrazione: il presente di rimembranza che introduce e rilegge il teatro passato dei fatti,  anch’esso intriso di psicologia. La ferrovia sarebbe il quartiere di predilezione del protagonista - il grigio di copertina la tonalità che il narratore vede consona per la città. Questo libro, non un giallo, ha il merito di non inseguire lo sfarzo dell’ascetismo criminale di un Gomorra, forse perché antecedente all’avvento delle serie culto.


Julian Barnes - L’UNICA STORIA (Einaudi, 2018)

Un incipit dal tono folgorante, a modo di guida culturale, introduce con conveniente eleganza questa sorta di romanzo di formazione. Una relazione amorosa ne è il filo conduttore: l’intesa inusuale tra un lui adolescente e una lei matura. La progettazione, semplice ed efficace, opera una suddivisione tra un primo e un secondo tempo. Il primo, la fase ascendente: la storia sboccia, cresce, si afferma. Il secondo, la fase discendente: gli elementi combattono le sfide sociali e sopra tutto temporali. La scrittura, sobria e moderata, riesce a offrire una storia verosimile e convincente, lasciando da parte il trash ma non la battuta di spirito. Il mio giudizio, tra il sette e l’otto.



Edoardo Albinati - CUORI FANATICI (Rizzoli, 2019)

L’anno nuovo regala nuova realizzazione a firma Edoardo Albinati. Il risvolto di copertina sbriga la presentazione tramite righe un po’ sfuggevoli. Il racconto, a onore del vero, sfugge al tentativo di una facile figurazione o ricostruzione, così come l’assetto interno da uniformità ed equilibrio negli accostamenti delle frazioni narrative. C’è poi scoperta, verso metà, dell’elaborazione di un racconto all’interno del racconto generale. Un palinsesto che difficilmente innalzerà il prodotto verso le vette di mercato. Sono anche presenti affari di cuore, trattati senza la marcatura vistosa che appartiene per esempio a Volo e Avallone. L’autore adopera ad ogni modo quelle tecniche, varie ed efficaci, ammirate ne La Scuola Cattolica. Il mio giudizio, tra il sei e il sette.


Andrea Mingardi - PROFESSIONE CANTANTE (Pendragon, 2018)

Sì, Mingardi. Il cantautore lo conoscevo solo di nome. Questo problema di base è per fortuna superato dalla realizzazione di un libro aperto, racconto di un’epoca e racconto corale. Le canzoni sono intromesse molto di rado, niente di ristretto al circolo degli appassionati. Mingardi racconta, come è moda dire, a trecentosessanta gradi. Il lato migliore appartiene alla comicità frizzante di molti episodi, il lato più ostile è la disposizione in capitoli molto alla buona. Un libro serio e appagante, sulla musica e tanto altro. Un libro consigliato!


Wolfram Eilenberger - IL TEMPO DEGLI STREGONI (Feltrinelli, 2018)

 

La muraglia d’acqua di copertina, anonima e tumultuosa, avvia verso un’esposizione altrettanto tumultuosa ma legata a personaggi ben distinguibili. Sono quattro filosofi gli stregoni del titolo: le figure accademiche di Cassirer e Heidegger e le mine vaganti, in società e in pensiero, che furono Wittgenstein e Benjamin. La difficoltà di comprensione è solo nei rispettivi sistemi di pensiero: la narrazione è alla portata di tutti e illustra e concatena sontuosamente. La scansione storica a ogni occorrenza è allineata e i luoghi di svolgimento sempre apposti di sfondo. Un libro valido, con alcune premesse dovute: per chi legge “dall’alto” della filosofia novecentesca sarà parziale e semplicistico, per chi lo affronta “dal basso” sarà risorsa preziosa e allettante. Un libro che vi posso semplicemente consigliare.     


Margaret Mazzantini - MANOLA (Mondadori, 2007)

Al mio esordio con questa scrittrice di fama. Qualche riga drammatica di troppo mi aveva infatti  allontanato da Venuto al mondo e Nessuno si salva da solo. Un romanzo all’apparenza compatto e appassionante. E tale si conferma. Un romanzo a due voci tutto imperniato su un dualismo di famiglia. Una sorella che una sintonia vera vive col mondo, versus una sorella che per netto contrasto con questo - ideologico, sanitario, ecc. - vive una condizione di vera pena, a dire poco. L’idea di fondo, niente di inedito in letteratura, viene realizzata con ingegno spaziando sapientemente nei fatti e nel lessico. Un romanzo realista ma intersecato, notare bene, da un’evoluzione fantasy. Un titolo, tutto sommato, probabilmente sottovalutato.

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