martedì 4 novembre 2008

Su Il resto (parziale) della storia

recensione di Vincenzo D'Alessio

scheda del libro qui





Non lo so se è più stanco l’uomo di cercarsi un Dio oppure Dio, sotto ogni latitudine, di cercare l’uomo.
Ho letto il primo libro di Carla De Angelis, Diversità apparenti (FaraEditore 2007) realizzato in collaborazione con Stefano Martello, e sono rimasto scontento di quanto riuscivo a “fare”, per le diversità, nel corso della mia (e altrui) esistenza. Sono rimasto in attesa di conoscere personalmente Carla, suo marito e sua figlia Roberta.
L’opportunità mi è stata data alla manifestazione Prata Poesia, organizzata da Antonietta Gnerre. All’incontro abbiamo parlato di noi, della nostra esistenza, dei nostri affetti. Roberta, alla quale appartiene il primo e questo secondo volume Il resto (parziale) della storia si è aggrappata al braccio di mia moglie Raffaela e con lei ha diviso parte del tempo della cerimonia.
Il nostro mondo umano, autentico in molte azioni, non è preparato alla continuità nel sostenere la diversità in ogni sua forma. Ha tante attenzioni, anche nei telegiornali e radiogiornali nazionali, per le creature maltrattate: cani, gatti, orsi, daini,etc. Ma non trova attenzione, se non quando accadono disgrazie, per quanti soffrono per mancanza di accoglienza sociale.
Autismo, malattie genetiche, malattie ereditarie, aggiungo malattie tumorali che mietono vite giovani e meno giovani ogni giorno, abituano i famigliari a “convivere con un dolore che finisce per cancellare la memoria di quello già vissuto” (pag. 21).
Oggi abbiamo assoluta, impellente, necessità di “Leggi che tutelino i ragazzi e mettano in condizioni i familiari di lavorare usufruendo di orari e quanto altro possa agevolarli nella loro opera quotidiana. Occorrono strutture aperte con la possibilità più ampia di entrata ed uscita”. (pag.26)
Vorrei ringraziare “Radio Alma” di Bruxelles, guidata da Daniela Terrile, Mari, Dani,
Gabry e Georges, per avere dato voce a chi non ha voce nell’universo della comunicazione.
I monologhi/dialoghi, che si alternano alla prosa di questa pagine, sono l’amara, silenziosa, denuncia di una società, quella di questo inzio ventunesimo secolo, che corre ignara dietro il vessillo del denaro,dell’assoluto benessere,coniugando l’assenza di morale, di carità, di rispetto degli altri. I primi a dare il cattivo esempio sono i politici, i preti, quelli che svettano all’apice delle industrie, cariche sociali, commercio… sono costoro che fanno in modo che tutto resti nelle gerarchie delle classi sociali.
Scrive Carla De Angelis: “mi resta l’incredulità di una realtà che non muta”. (pag. 30)
“I tempi della politica continuano a non essere i tempi della società civile.” (pag. 31) Non riesco a seguire il consiglio del presentatore di questo libro, Gianni Paris, che invita a lasciarlo “al bar, sulle panchine o dovunque vi piaccia” (pag. 9). Mi è troppo caro, il libro, poiché costituisce un frammento di vita dell’autore, degli autori coinvolti in questo lavoro: Stefano Martello, Chiara De Luca, Eleonora Laurita, Michela Maggiani, Oliviero Mascarucci, Rosa Maria Vernata, della propria anima offerta al resto della storia di Roberta, di Andrea, di migliaia di esseri umani, cose di Dio, che voce non hanno se non per dire: sono qui,vivo!
“Avere buone relazioni con gli altri non è sopravvivenza, ma un bisogno reale che incide sulla qualità della vita e ci offre quella percezione di felicità non fuggevole che ci fornisce la chiave per recuperare altro diverso da noi.” (pag.35)
Ogni essere umano che viene toccato dal dolore, dalla sofferenza, dalla morte di un caro, avverte la necessità di trasmettere nelle parole, nel pianto, nel lamento, nella preghiera, questo stato psicofisico. Un essere umano diverso, che parla una lingua e vive un vita diversa, come farà a comunicare queste emozioni? Questi accadimenti della vita? Non ne ha coscienza? Non li avverte?
Intanto vive e chissà se, la sua vita è condivisibile,nella nostra imperfezione umana.


Ottobre 2008

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