Questa fatica la voglio dedicare ad una persona cottissima per farle sapere che per mantenere la cottura ci vuole dedizione e coraggio e poi la voglio dedicare a tutti coloro che mi sostengono per ringraziarli - POSSIBILI NUOVI APPROCCI DI ARTROLOGIA DELL'ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO - Tesi sostenuta con il dottor Albisinni Ugo - L'articolazione del ginocchio si istituisce tra le 2 ossa più lunghe dello scheletro e pertanto il braccio di leva che viene messo in azione è rilevante, mentre le superfici articolari sono malamente congruenti fra di loro specie in iposomia e gigantismo. Lesioni dell'uno o dell'altro menisco dunque in questi soggetti sono abbastanza frequenti e dovute a forze di torsione esercitate sul ginocchio flesso a 45° e completamente flesso. La lesione più consistente nella rottura della cartilagine, o talora il suo bordo periferico può staccarsi dalla capsula per un tratto di varia estensione e la parte rotta o staccata piuò dislocarsi al centro dell'articolazione incuneandosi fra le superfici articolari del femore e della tibia sì da bloccare qualsiasi movimento. Si deve tenere conto, quindi, che i menischi per larga parte NON sono vascolarizzati e pertanto le fratture a tale livello NON guariscono, specie in gigantismo e specie se sono poste vicino alla capsula. Il menisco mediale, invece, nei normotipi con tendenza ad obesità è interessato assai più spesso di quello laterale, perchè non riesce ad adattarsi a bruschi cambiamenti di posizione ed anche perchè durante i movimenti di rotazione dell'articolazione flessa o parzialmente flessa, si sposta in grado maggiore di 15° proposti del laterale. I fasci mediali, infatti, nel popliteo potrebbero tirare la parte posteriore del condilo laterale della tibia, indietro sul solco della faccia posteriore del condilo laterale della tibia, evitando in tal modo che resti imprigionato. Sono comuni anche le lesioni dei crociati, da semplici strappi a rottura completa; e nell'iposomico in verifica il ligamento crociato anteriore è il più colpito mentre in gigantismo il ligamento collaterale tibiale potrebbe essere sottoposto a stiramento esagerato. In fisioterapia non si deve flettere mai fino in fondo il ginocchio perchè potrebbero rilassarsi troppo il ligamento fibulare collaterale e la parte posteriore del legamento tibiale. Bisogna poi porre particolaere attenzione agli scivolamenti della tibia in avanti o indietro e all'accentuazione del grado di rotazione per una probabile interruzione di ambedue i legamenti collaterali che danno luogo ad un aumento della rotazione esterna accompagnata da despiralizzazione dei legamenti crociati o collaterale tibiale, mentre non muta la rotazione interna. Bisogna quindi agire in prima istanza su graduali movimenti di abduzione e adduzione verificando che non vi sia sinovite acuta. Quando, dunque, la cavità articolare è piena di liquido al di sopra e ai lati della rotula compare una tumefazione che può giungere fino a 5 cm e che può risalire sotto il vasto mediale giungendo fino al di sotto dell'estremità della tibia . Le borse periarticolari possono essere distese così come quelle sottocutanee della rotula specie negli individui che stanno spesso in ginocchio o che sono obesi e in alcuni soggetti la borsa sotto il tendine semimembranoso può distendersi provocando una tumefazione mobile che duraante la flessione è fissa e tesa, ma durante la flessione è molle per la sua comunicazione con la cavità sinoviale per cui occorre uno specialista fisiatra che con una manovra riesca a spostare con una pressione particolare la tumefazione quando il ginocchio è flesso e quindi l'artcolazione è "aperta" in modo da favorire la siringazione del liquido. Quindi in borsiti o tendiniti si esegue oltre che la radiografia a ginocchio sotto carico comparativa e LL anche una assiale di rotula a 45° e 90° in proposta per verificare il tilt rotuleo che in pazienti traumatizzati può provocare una escursione della rotula a circa 15° in proposta. e questo significa che in TAC la misura dell'interspazio che separa la gola trocleare dlla tuberosità tibiale anteriore ha nel normotipo valori da 8,7 a 11 mm mentre in iposomia valori da 6,5 fino a 9,5 mm proposti ed infine in gigantismi 9,7 a 12 mm proposti tracciando una linea tangenziale posteriore ai condili; tracciando un altra linea perpendicolare alla 1° partendo dall'apice della tuberosità tibiale anteriore; tracciando la parallela alla linea precedente passante per il punto più profondo della troclea; misurando la distanza fra le ,inee parallele tracciate; calcolando l'angolo del solco da cui deriva l'angolo del tilt rotuleo; . ed infine calcolando l'angolo di congruenza. Questa è la proposta pratica. GRIAZIE per lo spazio e l'ascolto concessomi.
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