SOLO E PENOSO. Solo e penoso i più disboscati campi andava percorrendo a passi tardi e lenti mentre svaniva il giorno dietro a sé progressivamente. L'incoerenza, l'instabilità dell'incedere la facevano da padrona, fra inganni della coscienza che nullo di erotico amar perdona e per questo se ne stava impenitente ad aspettare sul ciglio della strada che alcuna si potesse presentare, come preda da consumare con una maschera di disgregazione che voleva nascondere la sua labile condizione. "Sulle ceneri ho costruito il mio futuro che arsero da illusorio amor di speranze tradite di vita nuda e cruda che non conosce mai verità candite. Polvere dalla polvere, presto in un soffio sarò disperso nel vento dell'utopico graffio che lascia l'impronta sonora di una vellutata splendida aurora" L'uomo macchina stava a guardare come rapito dalla inautenticità di un racconto di uom ferito, che alla stregua di un pensiero sfuocato, insegue la virtù di uno storto predicato e vi si getta, credendo ahi lui che valga come chiave di vita perfetta. "Demistificato vò imparando a conoscere la laboriosità del fuco che resiste nella danza dell'amor vissuto e vinto, sto imparando a riconoscermi come prescelto fra le inebrianti braccia di un amplesso dove io sono di Circe fra i porci il suo complesso" La visione di un giorno appena passato in cui tutta una vita è fuggita senza lasciar traccia alcuna, in cui l'uomo ha sospinto impulsivo il suo ululato alla mirabile luna, e poi più nulla su quella via dell'incontro, niente se non una clessidra che nei granelli fra la stretta fessura faceva intravedere l'inconscio ritorto. "Risollevare il riso anche fra stanche e cadenti membra, corroborare il pensiero fra le dita di mani tese nell'angoscia esistenziale, fra il dire, fare, baciare, lettera e testamento che può far male. Risorgere fra le pietre dure di un duro destino, ritrovare un singolare apprezzabile cammino dov'io sono come il tralcio unito alla vite per donar buon vino e spiga di grano per fornire pane, dov'io sono integro uomo sposo che si coinvolge e avviluppa nel suo amor carnale a rivedermi come un desiderio pieno, a risentirmi nei piaceri di Polifemo." Uno fra noi è sempre di troppo, mille fra noi fanno solo baccano, nessuno fra noi è senza peccato per scagliare la pietra di condanna monda della sua mano. Uno fra noi non è nient'altro che maschera senza un nome o riconoscimento, mille fra noi sono solo parte di un continuo scontento, centomila per provare l'amor profondo e senza fine fan la fila, centomila, centomila si trasformano in uomini dal valore che ad anima senza più tempo si assimila. Centomila, centomila siamo noi con l'anima in mano da offrir al divin cospetto che lui la rimandi come raggio illuminante di un amore perfetto. FINE
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