Narrapoetando 2023
sez. Narrativa/saggio
1. classificato
Eterogenesi dei fini
di Corrado Giamboni (Porto Mantovano)
Corrado Giamboni, nato a Roma nel 1963, si è trasferito molto presto a Rimini. Ha studiato Lettere Moderne a Bologna, dove si è laureato. Ha insegnato prima in Trentino e poi fino ad oggi a Mantova, Italiano e Storia. Secondo al Premio di poesia Casa dell’aviatore, Roma, 1990. Ha partecipato a diverse iniziative culturali, fra cui il concorso Eks&Tra per scrittori migranti, primo nel suo genere. Primo al concorso Rimini raccontata dai riminesi, 1998. Primo alle edizioni 2011 e 2012 del Festival degli scrittori della Bassa, Pegognaga. Collaborazione con l’editore Fara in qualità di giurato. Pubblicazione con Fara della raccolta di racconti Il virus dell’elefante (1999), di una silloge in FaraPoesia (come Massimo Pensante) e del romanzo Il Porsche a metano (2015). Curatore dell’opera Il Villaggio Azzurro di Rimini (2013). Primo al concorso Pubblica con noi con il racconto “Eterogenesi dei fini” (2016). Già redattore de La Cittadella a Mantova, con la quale mantiene una collaborazione, fa parte della redazione del periodico satirico mantovano Il Notturno.
Racconto di fantasia, che nasce in una classica situazione da romanzo giallo, la storia di un agente segreto di bassa lega e delle sue iniziali buffe disavventure condite da citazioni burlesche delle nostre infanzie e dalle parolacce collocate al punto giusto e che si conclude, inaspettatamente, con il flash su una delle oppressioni vissute, nel nostro presente, da un popolo di cui non importa niente a nessuno (o a pochi). (Nino Di Paolo)
La forza di Eterogenesi dei fini risiede nella catena degli eventi, tesa con abilità e intercalata da una certa dose di erudizione. Accattivante nelle descrizioni rocambolesche e scritto in un buon italiano non-basic: «Vidi troppo tardi due calzini che qualche sprecone aveva buttato solo perché un po’ danneggiati. Troppo tardi un corno, me li misi lo stesso, in fondo erano stati appena un po’ inumiditi. Iniziavo a farmi un guardaroba completo, quasi ridevo. E se continuava così sarei diventato misofobo in poche ore». (Paolo Calabrò)
Molto divertente, strampalato, irriverente, gustosissimo, basta saper stare al gioco. Il titolo è molto ironico (un po’ per épater les bourgeois?). (Giovanna Passigato)
2. classificato
La promessa di vita nel tuo cuore
di Alessandro Burrone (Cigliano, VC)
Alessandro Burrone (1994) è cresciuto tra Torino e Cigliano (VC). Si è specializzato nello studio della lingua e della cultura cinese all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e alla Università di Lingua e Cultura cinese di Pechino. Ha conseguito una doppia laurea magistrale in Storia e affari internazionali presso l’Università di Pechino e la London School of Economics and Political Science. Collabora con diverse riviste e blog letterari. Nel luglio 2022 è uscita per i tipi di Fara la sua prima raccolta di poesie: La sete, il sonno.
È un'autobiografia (ma potrebbe anche non esserlo) che narra, in più quadri, un percorso interiore di rapporti con sé stesso e con la scrittura, con lo studio, con la letteratura e di un incontro con una figura che è stata esempio di giusta relazione insegnante-allievo (relazione avvenuta in ambiente extrascolastico). Il valore dell'opera non è data soltanto dall'originalità del racconto psicologico-esistenziale ma anche da un pulitissima scrittura, grande pregio di questo lavoro. (Nino Di Paolo)
Egotismo solleticante quello di La promessa di vita nel tuo cuore, che incuriosisce con la spinta delle immagini, richiama - minutis minuendis - il tono delle Memorie del sottosuolo (tirando in ballo correttamente Dostoevskij), e dà voce a un uomo alle prese con il più grande dei problemi: «Il mio intento era di raddrizzare – e quindi salvare – la mia anima, l’esistenza della quale è estesamente negata. La mia anima. Come nello scrivere, ma non scrivevo più da anni perché è proibito». (Paolo Calabrò)
Un incipit che vale tutto il racconto. Che è denso al pari dei tempi a cui si riferisce; che a tratti appare arrembante e vorticoso pur mantenendo una propria dignità di genere. (Stefano Martello)
3. classificato
Storia di Chiara
di Eros Olivotto (Sant’Ambrogio di Valpolicella, VR)
Eros Olivotto nasce ad Ala di Trento nel 1950 e risiede a Sant’Ambrogio di Valpolicella, in provincia di Verona. Esordisce pubblicando poesie e racconti su periodici e riviste letterarie. Nel 1995 esce il primo romanzo Nonostante tutto. Nel 2001, per Perosini editore, pubblica il secondo romanzo Il tempo minore e nel 2003 Sipari, raccolta poetica d’esordio. È del 2007 la seconda raccolta di poesie Ogni istante. Sono seguiti: nell’aprile del 2012, in edizione privata, Elegia per la madre e nell’ottobre 2015 l’antologia di incontri poetici Passi. Per Tau editrice di Todi pubblica il saggio Il senso di Dio. Infine, sempre per Perosini, la silloge poetica Un anno e la raccolta di epigrammi Note di viaggio.
Storia di Chiara è un racconto suggestivo in grado di dare la percezione fisica del narrato, dalle atmosfere tese alla sensazione di solitudine, angosciosa, che si trasmettono costantemente al lettore, avviluppandolo nella stessa consapevolezza che porta la protagonista fino in fondo alla storia. «- Allora? - la distrasse Francesca, comparsa d'improvviso alle sue spalle. Chiara esitava. - È tutto così … - Troppo? - Sì. - Prendiamone un po' - concluse l’amica». (Paolo Calabrò)
Una storia come tante, una donna come tante, una fragilità come tante. Poste sulla pagina con dolcezza disarmante e levità sostanziale, con un ritmo che trasuda tutto il pudore del desiderio e tutte le difficoltà del caso. (Stefano Martello)
Opere votate
Impressioni sulla neve in un anno di limiti e possibilità
di Jacopo Mori (Belluno)
Jacopo Mori (Feltre, 1974) dal 2007 lavora come insegnante di matematica e scienze alle scuole medie. Ha una formazione liceale classica, ma si è laureato nell’ambito scientifico, con studi prima in Fisica (non terminati) e poi in Biologia. Ha lavorato anche nel mondo del giardinaggio, svolgendo attività di tree climbing, ed è guida naturalistica ambientale. Gli piace coltivare uno stile di vita che cerca di valorizzare le relazioni con quanto lo circonda; ama le attività nella natura, la ricerca spirituale, la dimensione del viaggio e dell’incontro con gli altri.
Robusto e realistico racconto di un appassionato della montagna e dello sci alpino. La montagna si spiega in tutta la sua bellezza e insieme mistero, quasi indifferente agli umani, così piccoli, così fragili. E anche così tenaci e coraggiosi. Ogni parola è dedicata a esprimere e significare lo stupore e l’amore per questo aspetto del creato, che sembra appartenere a un mondo alieno, lontano mille e mille parsec da quello popolato dalle creature umane. È come una cantata sacra rivolta a una divinità raggiungibile solo a tratti, e che per questo risplende ancora più fulgida. (Giovanna Passigato)
Gradevole ma con qualche elemento che confonde eccessivamente realtà e (forse) invenzione. (Nino Di Paolo)
La battaglia di Gemmano
di Enrico Carlini (Bologna)
Nato a Riccione nel 1969, laureato in Storia (1995) e in Scienze dell’informazione (2002) a Bologna, Enrico Carlini lavora nella medesima Università.
Un ricordo del nostro passato, in cui i preti erano costretti a divenire spie e i giovani ad abbandonare giochi fanciulleschi per altri ben più pericolosi. Un passato che dovrebbe essere sempre ricordato e confermato. Per rinsaldare il nostro presente. Per immaginare il nostro futuro. (Stefano Martello)
Interessante soprattutto nella parte finale dove vengono descritte le morti dei soldati tedeschi e inglesi (un po' alla Remarque) ma meno nella verosimiglianza della trama (la mancata fucilazione, ad esempio). (Nino Di Paolo)
Omeomerie
di Gualtiero Lelli (Roma)
twitter.com/GualtieroLelli
Questi racconti presentano una narrazione originale e una scrittura di qualità. Essi hanno al centro argomenti come l’indolenza (intesa come necessaria virtù, oltre che inclinazione naturale), i luoghi comuni (utilizzati senza vergogna e senza sosta dagli sciocchi) ma anche la “sostanza” del reale (di cosa siamo fatti noi, il sole e la luna) e, infine, il senso di ciò che siamo (dentro e fuori dal tempo). Il tutto attraverso una scrittura ricca di idee originali e di senso dello humor. (Nino Di Paolo)
I naufraghi dell’Ultraspazio
di William Protti (Santarcangelo di Romagna, RN)
Un racconto di fantascienza piuttosto cervellotico. Scritto piuttosto bene, lascia spazio alla suspense che però si stempera in un finale alquanto prevedibile e semiconsolatorio. (Giovanna Passigato)
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