a cura di Adele Desideri
*La raffinata recensione di Gilberto Isella alla raccolta di poesie L’angelo e il tempo, e altri poemetti, di Vincenzo Guarracino, Book Editore, 2022, pubblicata ne L’Osservatore, n. 46, 12 novembre 2022.
Gilberto Isella: Classico e moderno nella poesia di Guarracino
Cultore di letteratura classica, greca e latina (mi basterà segnalare la versione del Poema della natura di Parmenide) e studioso di Leopardi, Vincenzo Guarracino ci offre, dopo lunghi anni di silenzio, un’ulteriore prova della sua creatività poetica. La raccolta, fresca di stampa, s’intitola L’Angelo e il tempo (Book Editore, 2022). Si tratta di nove poemetti scritti e rivisti tra il 1978 e il 2022, dove il segno della classicità è ben vivo. Non solo per l’adozione di stilemi compositivi che fanno rivivere il clima dell’epica, ma anche per il lucreziano amalgamarsi, nella scrittura, di poesia e pensiero. Una classicità comunque sui generis, perché profondamente imbevuta di sensibilità moderna, di cognizione del presente, capace di infondere sublimità armoniosa anche al disincanto.
Lo avvertiamo in particolare nel componimento più impegnativo, Frammenti di Cilento, epigrafato da versi di Luzi, in cui la riflessione sul pensiero parmenideo si coniuga con l’istanza autobiografica, intrisa di ricordi ed emozioni. Per farla breve: Parmenide di Elea e Vincenzo di Ceraso sono figli della medesima terra: il Cilento. Un dono della tyche, potremmo azzardare. Fin dalla prima sestina salta all’occhio un sottile gioco di ‘convergenze nella distanza’, a partire dal qui d’avvio: “Qui dove il pensiero fu sognato/ e lo Sfero brillò di ignota consistenza” (il riferimento è all’Essere indistruttibile). L’intersezione dei registri e dell’argomentare si chiarisce nella strofa successiva, quando l’autore si richiama “al mito di resistere anche al fosforo/ e al benzene dell’estate del millennio/ sul sentiero che sale a Porta Rosa/ ancora fumano pire di miasmi/ di plastica immolata all’inautentico”. I lemmi alti “pire” e “immolata” son lì ad attutire inopportuni effetti di realismo.
Che la vita abbia pieno “diritto alla memoria”, come rileviamo dai Frammenti, lo testimonia un altro poemetto, Una visione elementare (1990), dedicato a Roberto Sanesi, poeta italiano tra i più notevoli del dopoguerra, e anglista. Una nota curiosa: questo testo, come i Frammenti, comincia con l’avverbio qui in funzione presentificatrice. Nel nome di Sanesi (“l’Altro ti pensa dal suo esistere”), e beninteso sulla spinta del desiderio e dell’affetto, Vincenzo accoglie nel suo incantato vascello (vedi il dantesco “Guido, il vorrei”) scrittori e artisti amici del poeta milanese. Sotto lo sguardo compartecipe dell’autore incontriamo Grytzko Mascioni, Massimo Scrignoli, Emilio Tadini e molti altri. Una ghirlanda animata intorno al nome di Roberto, a rimemorare luoghi e occasioni vissuti in comune, fino a capacitarsi che la vita “è l’ossimoro perfetto”.
Quanto a L’Angelo e il tempo, legato tra l’altro alla nascita del figlio Angelo e composto in quell’anno (1987), si tratta di un dialogo imperniato sul tema dell’Annunzio. Il quale s’impersonifica in una creatura alata inscritta nel cielo e a sua volta scrivente: “in una trama/ di segni, io stesso/ di fulgore e d’arte fatto segno (e sogno)”. Uno scrivere e annunciare enigmatico, il suo, ispirato nel contempo alle “forme della luce” e al “corpo del silenzio”. Un modo, insomma, per definire la Bellezza al di là della ragione.
*Recensione di Nicola Di Mauro, al delizioso volume io minuscolo Credo, a cura di Margherita Bovio e Rosa Elisa Giangoia, Introduzione di mons. Nicolò Anselmi, Edizioni Ares 2022, ne L’Osservatore Romano, 5 dicembre 2022.
“Una raccolta di testi sapienziali dell’uomo di oggi, in cui emerge «quel bisogno di religiosità» che accomuna tutti gli esseri umani”.
*Michele Brancale, Salmi metropolitani e altri versi, Con uno scritto di Antonio Tabucchi e una nuova sezione di inediti. Nota introduttiva di Paolo Ruffilli, Passigli Poesia, 2022
“I Salmi metropolitani di Michele Brancale furono salutati alla loro uscita nel 2009 da Antonio Tabucchi come espressione di una voce altra, che «per chi riesce a sentirla ha un codice sonoro di altissima intensità ma che non è udibile da nessun altro perché non viene da fuori, viene da dentro». È la voce della poesia che «non appartiene alla geometria con cui dobbiamo misurare il reale, viaggia su frequenze diverse, attraversa l’opacità di ciò che chiamiamo ‘evidenza’ aprendo fessure in tutto ciò che ci circonda, introducendo un altro senso»”. Questo scritto di Antonio Tabucchi accompagna ancora questa nuova edizione dei Salmi metropolitani; e abbiamo voluto conservare anche la breve e acuta nota introduttiva di Paolo Ruffilli, che ne coglieva subito l’originalità nel continuo rimando tra «dimensione personale e corale, tra osservazione e senso di grazia, tra descrizione e invocazione», alla ricerca di «un senso possibile e condiviso di umanità». Dieci nuovi componimenti inediti, di registro diverso, completano questa nostra edizione, arricchendo ulteriormente una lettura di eventi e di situazioni che, iniziata appunto con i Salmi metropolitani, era poi proseguita con la raccolta Rosa dei tempi, apparsa nella collana di poesia di Passigli nel 2014”.
*La rivista, preziosissima e copiosa, AT arti e teologie, arts and theologies , n. 5 - ottobre 2022, al link https://www.artiteologie.it/
*La rivista di poesia Fluire, n. 12 luglio agosto 2022, consultabile al link http://poesiaallachiarafonte.ch/Fluire-12/
*Alex Bardascino, Luciano Curreri, Non di sola destra, Sei ‘solisti’ della Repubblica delle lettere (1953-1986), Rubettino 2022
“La Repubblica e la Repubblica delle lettere del secondo dopoguerra hanno come minimo comun denominatore l'antifascismo. Questo legittimo impegno civile e letterario ha dato vita a una cultura che ha saputo esprimere momenti e pagine indimenticabili, che anche gli autori di questo librino hanno letto e studiato. Nella seconda metà del Novecento, non scompaiono tuttavia le 'narrazioni di destra'. Qui, se ne sono selezionate sei, in circa 35 anni di vita repubblicana, tra 1953 e 1986, a partire da sei 'solisti' che rivendicano, secondo modalità differenti, un'adesione al fascismo. Certo, da Rimanelli a Mazzantini, passando per Berto, Zangrandi, Virgili e Salierno, la 'narrazione filofascista' pubblicata nel periodo della Prima Repubblica appare ancora come un tabù letterario e 'saggiarla' sembra quasi un tentativo di revisione storica scomodo tanto al pubblico quanto alla critica. Quando invece leggere questi scritti che mettono al centro la storia di una generazione pregna di immagini e idee del Ventennio, tese poi a concretarsi in quell'adesione che si esplica in seno alle milizie dei volontari fascisti, alle truppe della Repubblica Sociale, ai movimenti sovversivi dell'estrema destra, discopre un mondo di cui bisogna tener conto, oggi forse più di ieri, per interrogare e provare a capire un ritorno del fascismo, che non è solo più una moda, un fondale, come per tanta narrativa italiana (di genere e non solo) tra anni Novanta e Duemila” (al link https://www.mondadoristore.it/Non-sola-destra-Sei-Alex-Bardascino-Luciano-Curreri/eai978884987340/).
“Incidimi sui palmi il mondo,/ di rosso melograno traboccami.// Quando tutto rovina, come qualcosa/ che ancora sogna e smisura// oltre il recinto del dicibile/ sopravvivimi parola/ a fa’ che tutto ciò che ho amato/ in te si compia e perduri”
(Donatella Nardin, Rosa del battito, FaraEditore, 2020)
Auguri di Buone Feste
Adele Desideri
Cultore di letteratura classica, greca e latina (mi basterà segnalare la versione del Poema della natura di Parmenide) e studioso di Leopardi, Vincenzo Guarracino ci offre, dopo lunghi anni di silenzio, un’ulteriore prova della sua creatività poetica. La raccolta, fresca di stampa, s’intitola L’Angelo e il tempo (Book Editore, 2022). Si tratta di nove poemetti scritti e rivisti tra il 1978 e il 2022, dove il segno della classicità è ben vivo. Non solo per l’adozione di stilemi compositivi che fanno rivivere il clima dell’epica, ma anche per il lucreziano amalgamarsi, nella scrittura, di poesia e pensiero. Una classicità comunque sui generis, perché profondamente imbevuta di sensibilità moderna, di cognizione del presente, capace di infondere sublimità armoniosa anche al disincanto.
Lo avvertiamo in particolare nel componimento più impegnativo, Frammenti di Cilento, epigrafato da versi di Luzi, in cui la riflessione sul pensiero parmenideo si coniuga con l’istanza autobiografica, intrisa di ricordi ed emozioni. Per farla breve: Parmenide di Elea e Vincenzo di Ceraso sono figli della medesima terra: il Cilento. Un dono della tyche, potremmo azzardare. Fin dalla prima sestina salta all’occhio un sottile gioco di ‘convergenze nella distanza’, a partire dal qui d’avvio: “Qui dove il pensiero fu sognato/ e lo Sfero brillò di ignota consistenza” (il riferimento è all’Essere indistruttibile). L’intersezione dei registri e dell’argomentare si chiarisce nella strofa successiva, quando l’autore si richiama “al mito di resistere anche al fosforo/ e al benzene dell’estate del millennio/ sul sentiero che sale a Porta Rosa/ ancora fumano pire di miasmi/ di plastica immolata all’inautentico”. I lemmi alti “pire” e “immolata” son lì ad attutire inopportuni effetti di realismo.
Che la vita abbia pieno “diritto alla memoria”, come rileviamo dai Frammenti, lo testimonia un altro poemetto, Una visione elementare (1990), dedicato a Roberto Sanesi, poeta italiano tra i più notevoli del dopoguerra, e anglista. Una nota curiosa: questo testo, come i Frammenti, comincia con l’avverbio qui in funzione presentificatrice. Nel nome di Sanesi (“l’Altro ti pensa dal suo esistere”), e beninteso sulla spinta del desiderio e dell’affetto, Vincenzo accoglie nel suo incantato vascello (vedi il dantesco “Guido, il vorrei”) scrittori e artisti amici del poeta milanese. Sotto lo sguardo compartecipe dell’autore incontriamo Grytzko Mascioni, Massimo Scrignoli, Emilio Tadini e molti altri. Una ghirlanda animata intorno al nome di Roberto, a rimemorare luoghi e occasioni vissuti in comune, fino a capacitarsi che la vita “è l’ossimoro perfetto”.
Quanto a L’Angelo e il tempo, legato tra l’altro alla nascita del figlio Angelo e composto in quell’anno (1987), si tratta di un dialogo imperniato sul tema dell’Annunzio. Il quale s’impersonifica in una creatura alata inscritta nel cielo e a sua volta scrivente: “in una trama/ di segni, io stesso/ di fulgore e d’arte fatto segno (e sogno)”. Uno scrivere e annunciare enigmatico, il suo, ispirato nel contempo alle “forme della luce” e al “corpo del silenzio”. Un modo, insomma, per definire la Bellezza al di là della ragione.
È così
che io, il QuintoAngelo, annunzio
e segno ciò che mi segue e mi precede:
perché io sono
il disagio del razionale, l’evocazione e l’annuncio
e insieme la bellezza che vi salva,
l’inascoltata, inutile Bellezza.
*Recensione di Nicola Di Mauro, al delizioso volume io minuscolo Credo, a cura di Margherita Bovio e Rosa Elisa Giangoia, Introduzione di mons. Nicolò Anselmi, Edizioni Ares 2022, ne L’Osservatore Romano, 5 dicembre 2022.
“Una raccolta di testi sapienziali dell’uomo di oggi, in cui emerge «quel bisogno di religiosità» che accomuna tutti gli esseri umani”.
*Michele Brancale, Salmi metropolitani e altri versi, Con uno scritto di Antonio Tabucchi e una nuova sezione di inediti. Nota introduttiva di Paolo Ruffilli, Passigli Poesia, 2022
“I Salmi metropolitani di Michele Brancale furono salutati alla loro uscita nel 2009 da Antonio Tabucchi come espressione di una voce altra, che «per chi riesce a sentirla ha un codice sonoro di altissima intensità ma che non è udibile da nessun altro perché non viene da fuori, viene da dentro». È la voce della poesia che «non appartiene alla geometria con cui dobbiamo misurare il reale, viaggia su frequenze diverse, attraversa l’opacità di ciò che chiamiamo ‘evidenza’ aprendo fessure in tutto ciò che ci circonda, introducendo un altro senso»”. Questo scritto di Antonio Tabucchi accompagna ancora questa nuova edizione dei Salmi metropolitani; e abbiamo voluto conservare anche la breve e acuta nota introduttiva di Paolo Ruffilli, che ne coglieva subito l’originalità nel continuo rimando tra «dimensione personale e corale, tra osservazione e senso di grazia, tra descrizione e invocazione», alla ricerca di «un senso possibile e condiviso di umanità». Dieci nuovi componimenti inediti, di registro diverso, completano questa nostra edizione, arricchendo ulteriormente una lettura di eventi e di situazioni che, iniziata appunto con i Salmi metropolitani, era poi proseguita con la raccolta Rosa dei tempi, apparsa nella collana di poesia di Passigli nel 2014”.
*La rivista, preziosissima e copiosa, AT arti e teologie, arts and theologies , n. 5 - ottobre 2022, al link https://www.artiteologie.it/
*La rivista di poesia Fluire, n. 12 luglio agosto 2022, consultabile al link http://poesiaallachiarafonte.ch/Fluire-12/
*Alex Bardascino, Luciano Curreri, Non di sola destra, Sei ‘solisti’ della Repubblica delle lettere (1953-1986), Rubettino 2022
“La Repubblica e la Repubblica delle lettere del secondo dopoguerra hanno come minimo comun denominatore l'antifascismo. Questo legittimo impegno civile e letterario ha dato vita a una cultura che ha saputo esprimere momenti e pagine indimenticabili, che anche gli autori di questo librino hanno letto e studiato. Nella seconda metà del Novecento, non scompaiono tuttavia le 'narrazioni di destra'. Qui, se ne sono selezionate sei, in circa 35 anni di vita repubblicana, tra 1953 e 1986, a partire da sei 'solisti' che rivendicano, secondo modalità differenti, un'adesione al fascismo. Certo, da Rimanelli a Mazzantini, passando per Berto, Zangrandi, Virgili e Salierno, la 'narrazione filofascista' pubblicata nel periodo della Prima Repubblica appare ancora come un tabù letterario e 'saggiarla' sembra quasi un tentativo di revisione storica scomodo tanto al pubblico quanto alla critica. Quando invece leggere questi scritti che mettono al centro la storia di una generazione pregna di immagini e idee del Ventennio, tese poi a concretarsi in quell'adesione che si esplica in seno alle milizie dei volontari fascisti, alle truppe della Repubblica Sociale, ai movimenti sovversivi dell'estrema destra, discopre un mondo di cui bisogna tener conto, oggi forse più di ieri, per interrogare e provare a capire un ritorno del fascismo, che non è solo più una moda, un fondale, come per tanta narrativa italiana (di genere e non solo) tra anni Novanta e Duemila” (al link https://www.mondadoristore.it/Non-sola-destra-Sei-Alex-Bardascino-Luciano-Curreri/eai978884987340/).
“Incidimi sui palmi il mondo,/ di rosso melograno traboccami.// Quando tutto rovina, come qualcosa/ che ancora sogna e smisura// oltre il recinto del dicibile/ sopravvivimi parola/ a fa’ che tutto ciò che ho amato/ in te si compia e perduri”
(Donatella Nardin, Rosa del battito, FaraEditore, 2020)
Auguri di Buone Feste
Adele Desideri
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