Finiamo sempre in questo luogo e tempo, nella notte di Natale.
Abbiamo tutti preso e percorso altri sentieri, seguito altre indicazioni. Ma, allora, com’è che, eccoci tutti qui, sotto le stesse stelle, la luna di sempre?
Veniamo ognuno dalla sua vita, ognuno con segretamente in tasca la sua bussola, ognuno sperando e attendendo di riveder qualcosa apparso all’improvviso e che altrettanto improvvisamente gli occhi ha lasciato soli e stanchi.
Ed eccoci, dunque, di nuovo qui, nella notte di Natale, in un luogo familiare eppure estraneo, in un tempo presente eppure passato.
Ah, che notte disorientante, questa!
Il come siam finiti qui e ora c’è oscuro, incomprensibile. E perché, nonostante lo smarrimento, ci sentiamo a casa resta ignoto, ma molto attraente.
Resteremo, qui e ora, a vegliare; non importa se occorrerà tutta questa notte per poi solo intravedere la Luce che sorge e riscalda. Metteremo la mano sulla bocca e ascolteremo il silenzio, il vagito, la ninna-nanna di una mamma.
E se ancora le stelle e la luna, là, in alto, ci sorprenderanno, ritornati bambini, seduti accanto al fuoco che danza nel camino, ascolteremo il racconto della nascita di un Principe e, poi, ci addormenteremo sognando di cantare per lui l’antico inno dei pellegrini alla ricerca del loro unico Signore, ricco di pace.
Ed ecco la Stella sorridere e nella mangiatoia un bimbo ci guarda. E noi, a lui: Chi sei Tu?
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