venerdì 4 luglio 2014

Studio di Rosamaria Rita Lombardo sulle origini della festa di San Calogero

Pubblicato su LA SICILIA.it


  • Giovedì 03 Luglio 2014
  • Agrigento,
  • pagina 28
cfr. narrabilando.blogspot.it/2014/05/culti-pagani-e-culti-cristiani.html

Sarà tra giorni prima domenica della festa di San Calogero e forse ormai davvero in pochi ci s'interroga sulle origini della sua celebrazione. Secondo Rosamaria Rita Lombardo, archeologa, ricercatrice e docente liceale, allieva dei compianti Pietro Orlandini, Dario Del Corno e Momolina Marconi, dell'Università Statale di Milano, dove ha conseguito la laurea in lettere classiche indirizzo archeologico, ci sarebbe una stretta connessione con il culto pagano di Ercole in età ciceroniana. Legame, ancora molto visibile nella celebrazione agrigentina, anche se affievolito dal cambiamento delle dinamiche rispetto allo svolgimento della festa della comunità contadina locale nel corso del secolo scorso.
Così è sostenuto nel saggio Culti pagani e culti cristiani - San Calogero di Agrigento: l'Ercole di memoria ciceroniana. Il motore di questa indagine è la scoperta di precise affinità e rispondenze rituali, riscontrate dall'autrice tra il culto cristiano calogerino e quello relativo all'Eracle agrigentino. La ricerca, condotta sulle fonti raccolte, si è mossa su tre versanti, quello folklorico-etnografico (notizie e documenti, anche fotografici, raccolti sulla festa agrigentina di S. Calogero), quello mitico-letterario («Le Verrine» di Cicerone e il mito di Eracle), e quello archeologico (il Tempio di Ercole di Agrigento e le rappresentazioni vascolari e scultoree del mito di Eracle).
Della festa in onore del santo nero, la scrittrice palermitana, figlia dell'agrigentino Nicolò lombardo, ripercorre le tradizioni tra fede e folklore, tra cui l'ormai desueto lancio del pane dal balcone, tracciandone quello che lei descrive: «Il contenuto orgiastico di connotazione pagana che, sia pure in modo controllato, continua a far sentire la sua presenza e potenza».
«La valenza orgiastica del rito - scrive - emerge in molti segmenti dell'iter celebrativo della festa, ma raggiunge l'apice nella fase in cui il folto numero di portatori conduce a spalla la pesante statua processionale. I portatori si fanno merito di "fari abballari lu Santu».
Orgiastici sono i significati legati alla nudità rituale dei bambini accostati alla statua del Santo durante le molteplici soste processionali e ai comportamenti "eccessivi" dei devoti agrigentini che, nello sciogliere le loro promesse di voto, si lasciano andare a veri e propri atti di confidenza fisica con la statua del santo».
Lo studio su San Calogero di Agrigento, nasce dal libro recentemente pubblicato da Fara Editore «L'ultima dimora del Re», una millenaria narrazione siciliana che svela la tomba agrigentina di Minosse.
 

Chiara Mangione


1 commento:

Ronamria lombardo ha detto...

Grande Donna Grande Ricercatrice Protettrice dei beni dell ' umanita'tutta.