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Racconti esemplari - Lu Xun
traduzione dal cinese di Lucia Regoladi- 23-04-2012
Certamente
uno dei più grandi scrittori cinesi del Novecento, Lu Xun, pseudonimo
di Zhou Shuren, è nato nel 1991 a Shaoxing e morto nel 1936. Lu Xun si è
trovato a vivere in uno dei periodi più sanguinosi della storia cinese
che vedrà la caduta dell’impero, l’ascesa prepotente del Partito
Nazionalista Cinese, le continue lotte intestine, le invasioni
giapponesi e l’ingerenza dell’occidente nazionalista. È stato tuttavia anche un periodo di grande fervore culturale con una
prospettiva di apertura al mondo occidentale.
Il primo racconto del libro, scritto nel 1918, dal titolo "Il diario di un pazzo", fu una vera pietra miliare della letteratura cinese moderna: un racconto breve, severo, disperato e tragico che mette in rilievo l’arretratezza della società, il disagio e la sua profonda crudeltà. Si tratta del diario di un uomo paranoico, oppresso da manie di persecuzione, che a poco a poco si convince di vivere in una comunità - e per estensione, in una società - di cannibali. La sua lotta quotidiana si esplica nella costante attenzione e cura che mette nel difendersi ad oltranza dalle insidie e dagli inganni di quanti lo attorniano, senza nemmeno escludere i componenti della sua stessa famiglia. Ed è con la voce del suo angosciato e braccato protagonista che l’autore mette in parole la sua profonda convinzione che le radici dei difetti del suo paese si potranno correggere o estirpare solamente cambiando lo spirito e il modo di pensare della gente.
Il libro contiene anche le raccolte di racconti "Alle armi", in cui troviamo il primo racconto, "Errare incerto" ed "Erbe selvatiche": per quanto ci sembrino lontani nel tempo e del tutto improbabili gli scenari che Lu Xun ci presenta, la Cina di cui parla non è scomparsa del tutto. Sono racconti eleganti e delicati, legati al tempo e alla vita quotidiana, che fanno risaltare le contraddizioni tra la naturale e legittima aspirazione ad una felicità immediata e la lotta arida e fredda per il futuro, un futuro che si dibatte tra tradizione da conservare e modernità che irrompe tutto distruggendo.
L’autore non dà ricette magiche, né soluzioni per risolvere i mali della società in cui vive, ma rimane sempre presente al suo scopo: squarciare i veli dell’ipocrisia e fare spazio al mondo nuovo.
Il primo racconto del libro, scritto nel 1918, dal titolo "Il diario di un pazzo", fu una vera pietra miliare della letteratura cinese moderna: un racconto breve, severo, disperato e tragico che mette in rilievo l’arretratezza della società, il disagio e la sua profonda crudeltà. Si tratta del diario di un uomo paranoico, oppresso da manie di persecuzione, che a poco a poco si convince di vivere in una comunità - e per estensione, in una società - di cannibali. La sua lotta quotidiana si esplica nella costante attenzione e cura che mette nel difendersi ad oltranza dalle insidie e dagli inganni di quanti lo attorniano, senza nemmeno escludere i componenti della sua stessa famiglia. Ed è con la voce del suo angosciato e braccato protagonista che l’autore mette in parole la sua profonda convinzione che le radici dei difetti del suo paese si potranno correggere o estirpare solamente cambiando lo spirito e il modo di pensare della gente.
Il libro contiene anche le raccolte di racconti "Alle armi", in cui troviamo il primo racconto, "Errare incerto" ed "Erbe selvatiche": per quanto ci sembrino lontani nel tempo e del tutto improbabili gli scenari che Lu Xun ci presenta, la Cina di cui parla non è scomparsa del tutto. Sono racconti eleganti e delicati, legati al tempo e alla vita quotidiana, che fanno risaltare le contraddizioni tra la naturale e legittima aspirazione ad una felicità immediata e la lotta arida e fredda per il futuro, un futuro che si dibatte tra tradizione da conservare e modernità che irrompe tutto distruggendo.
L’autore non dà ricette magiche, né soluzioni per risolvere i mali della società in cui vive, ma rimane sempre presente al suo scopo: squarciare i veli dell’ipocrisia e fare spazio al mondo nuovo.
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