Carissime amiche e carissimi amici,
il lungo declino, sordido e tenebroso, di Berlusconi potrebbe essere un buon momento per riflettere con maggiore accuratezza e profondità sulla natura del nichilismo, e cioè dell’epoca che stiamo vivendo, e sulle sue molteplici forme e origini ideali.
Berlusconi infatti ha rappresentato in Italia la configurazione (finora) più perfetta di quella riduzione della realtà a simulacro e a crosta virtuale e televisiva, che tanta cultura “progressista” ci aveva insegnato a celebrare come processo di liberazione, da Andy Warhol a Deleuze, fino al nostro Vattimo, tanto per fare solo tre nomi.
Berlusconi è la piena realizzazione dei sogni di emancipazione che proprio Vattimo (ironia della sorte!) collegava, alla fine degli anni ’80, al trionfo della società dello spettacolo, in cui “la realtà si presenta con caratteri più molli e fluidi”, gioiosamente inautentica, giocosamente liberata da ogni confronto con verità che pretendano di sussistere fuori dal suo gioco di specchi.
Berlusconi è l’incarnazione vivente, il compimento esistenziale ed estetico, televisivo e poi politico, di tutte le somme aspirazioni di un Deleuze: “Glorificare il regno dei simulacri e dei riflessi”, un mondo cioè di spettri e di mostri in definitiva, che la televisione finisce per imporre, appunto “glorificandolo”, su tutto ciò che continui a sapere di carne, di sangue, e di umanità.
Infatti, se dobbiamo portare nei musei le immagini pubblicitarie della Coca-cola o delle lattine di pomodoro Campbell come opere d’arte da contemplare, se cioè il consumismo è arte e l’arte va consumata al pari delle merendine del Mulino Bianco, se insomma le differenze di valore e di significato sono puri arbitri o convenzioni, in quanto non sussiste nessuna identità sostanziale nell’essere delle cose, ma solo apparenze mutevoli e ombre mentali e copie senza alcun originale, allora perché non dovremmo portare anche una cubista in parlamento, o una prostituta nel consiglio dei ministri?
Se ogni difesa della qualità e del merito, della gerarchia spirituale e della genialità individuale viene respinta e condannata come una pericolosa presa di posizione reazionaria, se tutti dobbiamo prendere almeno un 18 politico e il primo analfabeta può discutere di Aristotele o di teologia medioevale o di diritto internazionale alla pari con chi studia questi argomenti da trenta anni, allora perché non può sedere a Montecitorio un’igienista dentale e a Palazzo Madama qualche improbabile figuro alla Cetto La Qualunque che ignora perfino la data dell’unità d’Italia o della rivoluzione francese, ma gli piace tanto “u pilu”?
Vorrei ricordare solo di sfuggita, e un po’ per ridere, come si ama dire oggi, che l’opera del Diavolo, dell’antico Dragone, “il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra” (Ap. 12,9), consiste proprio nello svalutare ogni cosa, come ci insegna tutta la Bibbia e anche il Mefistofele di Goethe: negare e vanificare, svuotare tutto di senso, e ridurre così gli uomini a zombies, a involucri vuoti.
Ora sarà proprio un caso che il simbolo di mediaset sia stato fin dall’origine il Biscione/Dragone visconteo? E che Veronica Lario abbia parlato nella sua famosa lettera di denuncia di “figure di vergini che si offrono al drago”? E che i rituali sessuali, atti a catalizzare e a succhiare la forza vitale delle giovani donne, siano una componente essenziale di molti circoli massonici più o meno deviati? E che le due società di Berlusconi, gestite da Giuseppe Spinelli, che amministrava le strane locazioni del famigerato condominio di via Olgettina, si chiamino, indovinate un po’ come? una DOLCEDRAGO e l’altra IDRA, che poi non è altro che un mostro con 9 teste fatto a forma di serpente? E come descrive l’Apocalisse il Dragone? “un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna” (Ap. 12,3)…..ma queste sono solo battute, badate bene, scherzi a parte, niente di serio, ovviamente, siamo tutti laici e razionali, no?…
Comunque sia, Berlusconi è senza dubbio, come è già stato rilevato da più parti, un’icona pop, la Grande Maschera, il Jolly, la Matta che ride, il più grande politico postmoderno, il trionfo di quella “leggerezza” sostanzialmente avaloriale, che un direttore della radiofonia, nominato, desidero sottolineare anche questo particolare, da un consiglio di amministrazione “di sinistra”, mi invitava a immettere nelle trasmissioni del 3131 che conducevo per Radio Due, e che per lui significava in sostanza lasciar perdere gli argomenti più seri e “pesanti”, per parlare di comici, essere più frizzanti, fare battutine, inserire giochini, invitare presentatori televisivi, discutere di calcio, e così via, in un flusso ininterrotto di parole e di suoni senza troppe pretese, che di fatto ha distrutto in pochi anni il linguaggio radiofonico della RAI.
Era il 1993.
Subito dopo venne Berlusconi, la realizzazione appunto perfetta, e perciò vincente, di tanti ideali liberanti e liberatorii della sinistra più à la page degli anni ’80…
Dovremmo però tenere conto che questa linea di rincretinimento universale, per la quale Mike Buongiorno (pace all’anima sua!) è rilevante per l’unità d’Italia più di Garibaldi e le figurine “Panini” dei calciatori possono essere distribuite da un quotidiano (sì, ricordate bene, era l’Unità, diretta da Veltroni, ed era proprio il fatidico 1994…) subito dopo la Bibbia e con la medesima riverenza sacrale, è solo la variante macchiettistica che l’ultimo degli uomini assume nel tempo del nichilismo.
Dobbiamo cioè tenere presente che questa figurazione terminale di umanità produce a fasi alterne persone vacue (macchiette) e persone violente (sgherri).
Parliamo, ovviamente, dell’ultimo degli uomini profetizzato da Zarathustra, quello che rimpicciolisce ogni cosa, che è ormai incapace di disprezzare se stesso, o di credere in alcunché, e che vive più di tutti, la razza indistruttibile e vorace, simile alla iena e alla pulce.
Dalla Belle époque dell’Esposizione Universale alla spensieratezza hollywoodiana e dei telefoni bianchi degli anni trenta, fino ai tanto rimpianti eppure così nauseanti anni ’60 della dolce vita, di Antonioni o de “Il sorpasso”, ciclicamente l’ultimo degli uomini, la figura disfatta di umanità che si sta consumando in noi e sulla terra, regredisce in configurazioni di rincretinimento progressivo, in un’ennesima abbuffata di sesso, soldi e potere (e cioè le solite e sempre valide armi del vecchio Drago), per evitare di fare i conti definitivi con se stesso e con tutta la sua storia.
La macchietta è sempre leggera, ironica, libertaria, sessualmente emancipata, “artistica” (sic!), perfino un po’ “spirituale” (oddio!), mette tutto “tra virgolette”, detesta tutto ciò che disturbi la farsa mondana in cui vorrebbe recludere l’essere umano, in specie non sopporta la parola poetica, profetica, forte, ogni parola insomma che dica ancora qualcosa di serio e di sensato, sente che qualsiasi accenno di verità potrebbe sgretolare il suo castello di ipocrisie e di menzogne, di “leggerezza” funeraria.
Purtroppo questo progressivo e minuzioso svuotamento di ogni autorità, di ogni verità, e di ogni dignità, produce nell’animo umano un’insoddisfazione crescente, una sorta di rabbia incontenibile, che prima o poi trasforma la macchietta nella sua versione complementare: lo sgherro.
L’insensato infatti genera sempre il violento, non dovremmo dimenticarcelo tanto facilmente. I padri macchiette cioè, i Trofimovic “liberal”, disincantati e laici, senza più fede né sogni né ideali, come ci ha insegnato Dostoevskij, producono spesso figli sgherri, pronti a colmare il vuoto di senso lasciato dai padri con ingenti fiumi di sangue, proprio e altrui. E purtroppo questo rovesciamento della farsa in tragedia lo abbiamo già visto ripetersi diverse volte lungo il XX secolo: nel 1914, nel 1917, nel 1922, nel 1933, nel 1939, fino agli anni 70 del terrorismo, quanta violenza distruttiva si è scatenata sulla terra dopo i brevi cicli dell’allegria macchiettistica, in cui siamo tutti costretti a divertirci “da morire”, fino a morire, amusing ourselves to death, come si intitolava un sapiente e insieme terribile libro di Neil Postman?
Eppure nelle fasi macchiettistiche sembra che solo alcuni poeti e pochissimi visionari presagiscano l’imminente temporale.
Fu il caso di Rimbaud negli anni ’70 dell’800, di Trakl, agli albori del disastro della Prima Guerra Mondiale. Fu il caso di Eliot e di Dylan Thomas negli anni ’30 del secolo scorso, e di Char, di Celan, di Luzi, e di pochissimi altri negli ultimi decenni.
Dobbiamo dunque aspettarci a breve una nuova generazione di sgherri, dopo questo trentennio di pensieri deboli, di programmazioni “leggere”, di poeti minimalisti, di artisti senza ispirazione, di filosofi insipienti che odiano la sapienza, di politici che vanno in TV a cucinare, ballare, e dire cretinate, di preti senza alcuna esperienza di Dio, ma tanto “umani”, troppo troppo umani, di Grandi Fratelli Orwell-massonici, e di tonnellate di Blob universale ingozzate giorno e notte?
Sì, certamente, la Grande Quaresima aspetta il Grande Fratello, ed in fondo è già incominciata. Un nuovo mercoledì delle ceneri è ineluttabile dopo questo straziante e osceno carnevale, e proprio per questo dovremmo tornare subito a pensare, tentare di creare immediatamente anticorpi spirituali, per neutralizzare, o almeno per attutire il colpo.
Dovremmo chiederci con nuova forza: ma che cosa sta accadendo in questo tempo secolare di sconvolgimenti mondiali, che chiamiamo nichilismo, e che alterna macchiette a sgherri in un vortice accelerato di annientamento? E poi quando inizia veramente questa fase storica, che Nietzsche inaugurò già alla fine dell’800 profetizzandone una durata di almeno due secoli, e che Heidegger fa cominciare addirittura con la nascita della stessa metafisica occidentale?
E ancora: questo nichilismo è solo un’epoca di declino oppure in essa ci viene rivelato catastrofica-mente, e cioè rovesciandoci la mente, qualcosa di veramente nuovo, di inedito, un’apertura inaudita, una libertà umana mai prima nemmeno immaginata sul nostro pianeta?
Cosa dovremmo rimpiangere d’altronde? quali altri momenti o epoche della storia? che so il 1500? O il Medioevo? O l’antichità classica? Erano forse queste epoche migliori della nostra? E in che senso? Sotto quale punto di vista?
E infine: come possiamo uscire da questo offuscamento della luce? Come possiamo rivelarne le traenze evolutive? la carica di liberazione che il nichilismo porta comunque dentro di sé, senza perderci nel puro caos? Come possiamo insomma fare del Nulla, dell’annientamento di un certo mondo e di una determinata figurazione dell’uomo, la porta per una nuova esperienza dell’Essere, e del nostro essere?
Solo dalla profondità con la quale sapremo riporci queste domande potrà emergere un nuovo orientamento culturale e forse anche una progettazione politica adeguata alle sfide del presente.
Tutte queste questioni vengono affrontate in un nuovo Video, inserito nel mio sito www.marcoguzzi.it, che riproduce un intenso dialogo che ho avuto con Umberto Galimberti a Misano Adriatico nel novembre scorso, e che mi permetto di suggerirvi caldamente:
Il più inquietante degli ospiti: il nichilismo
Introduzione di G.Cecchini
Nichilismo: assenza di senso o straordinaria apertura di
una nuova epoca del mondo?
Nichilismo: tragedia senza consolazione o nuova
esperienza dell'Essere?
Grecità, cristianesimo, immortalità dell'anima
e iniziazione planetaria
Sacro, follia, ed esperienza creatrice trans-egoica
Domande del pubblico
Si tratta di un dialogo davvero appassionante che affronta tutte le domande cruciali, sul senso e sul non senso della vita e della storia, come interrogativi in cui ne va del nostro futuro di uomini.
Credo che varrebbe la pena di diffonderlo in modo particolarmente ampio nei vostri siti e blog, e anche tra amici interessati.
Per approfondire queste tematiche potete ascoltare anche un’altra conferenza, presente anch’essa come Video nel mio sito:
Nietzsche: Cristo o Anticristo?
Il bivio finale della storia
Misano - marzo 2009
Prendere Nietzsche sul serio:
una proposta di nuova umanità
Guarda video http://www.marcoguzzi.it/index.php3?cat=video/index.php
L'annuncio: l'uomo va superato
Contro la morale degli schiavi, contro il cristianesimo
La scissione interiore di Nietzsche
Scarica il video
Il dilemma attuale: "Ego, non Christus" oppure "Non ego, Christus"
Vi segnalo infine che quest’anno terrò due Corsi universitari: il primo inizierà il 17 febbraio, presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Salesiana di Roma, sul tema:
Giovani, formazione e cultura
Il secondo corso inizierà invece il 7 marzo presso il CLARETIANUM, Istituto di Teologia della Vita Consacrata della Pontificia Università Lateranense, sul tema: Nuove figure di santità. Verso una nuova centralità contemplativa
Grazie di cuore del vostro ascolto e della vostra costante vicinanza spirituale, e tanti affettuosi auguri di comprendere in modo nuovo ciò che ci dice san Paolo, che cioè Dio ha scelto ciò che nel mondo “è nulla per ridurre a nulla le cose che sono” (1Cor 1,28), e che perciò qualsiasi movimento o fase nichilistica della storia può ormai, dopo Cristo, trasformarsi in una pasqua di resurrezione.
Marco Guzzi
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