Carissimi amici,
c'e' alle porte di Roma una comunita' un po' speciale, fondata nel secondo dopoguerra da Mons. Carroll-Abbing per raccogliere i ragazzi abbandonati che le macerie del conflitto avevano tracimato con se', dolorosamente, nel nostro Paese. Tutti italiani, allora, piccoli sciuscia' in balia della fame e della miseria. Oggi, di italiani non ce ne sono quasi piu', altri hanno preso il loro posto. I ragazzi del deserto. Magrebini, afghani. Ma anche rumeni, albanesi, moldavi. Con questi ragazzi cosiddetti "difficili" vive gomito a gomito l'amico Eraldo Affinati svolgendo il suo ruolo di educatore. Eraldo e' un insegnante e uno scrittore dotato di grande sensibilita', e a questi ragazzi e a questa difficile realta' ha dedicato un libro che a mio parere e' fra i piu' belli che lui ha scritto (La citta' dei ragazzi, Mondadori).
Chi di voi mi conosce abbastanza bene sa anche che, tra tutti gli autori contemporanei, io ho un "debole" (s'intende, letterario) per Eraldo Affinati. Di Eraldo, infatti, mi piace molto la scrittura intensa, “etica” mi verrebbe da dire, che e' straordinariamente capace di registrare, quasi come un sismografo, la vita degli uomini e delle donne di questo nostro difficile tempo. E’ un autore che io sento molto vicino a me, pur nella nostra diversita' di percorsi e di stili: l’idea di fondo che ci accomuna mi sembra pero' la stessa, quella di una letteratura intesa come intensificazione dell’esistenza. Allora vi invito fortemente a leggere questo suo libro e a conoscerlo, se volete, attraverso questa mia scheda critica: La citta' dei ragazzi.
Un anno fa moriva a Milano la poetessa Alda Merini. Ne ho scritto un ricordo, Piccola ape furibonda, pubblicato su Flannery.it dove e' aperto un post a cui vi invito tutti a partecipare liberamente con vostri pensieri, appunti, riflessioni per ricordare insieme la grande poetessa dei Navigli che ha saputo fondere vita e poesia in un'unica inscindibile forma.
Grazie.
Un caro saluto a tutti.
Maria Di Lorenzo
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