martedì 16 marzo 2010

Su Scuola di poesia di Massimo Sannelli

WIZARTS EDITORE, collana «Licenze poetiche» 2010

recensione di Vincenzo D'Alessio

Apri questo libro e seguimi! Inizia in questo modo il dialogo tra Massimo Sannelli e il lettore che si ritrova tra le mani cento e più pagine di letteratura italiana e straniera. Un dialogo avvincente, per molti versi emozionante, molte volte “tautologico”, ricchissimo di note ad ogni passaggio. Un libro da non perdere, oggi, che si ricercano le fonti della Poesia e il risveglio dal sonno che, il troppo benessere, ha consolidato nel cuore dei Poeti.
Un vero canto si leva da questo agile libretto, come i leggendari monaci cantores che portavano la Poesia del ciclo dei cavalieri nelle contrade più povere e lontane dai castelli, oggi questa musica pervade la assopita volontà dei poeti e la tende al risveglio. Ogni paragrafo, numerato è un testo unico. Ogni citazione rimanda al pensiero che ha mosso il secolo appena trascorso e si apre un nuovo solco in questa terra di nessuno, quella dei nostri giorni, ancora più carica di violenza e distruzione.
Vorrei avvicinare Sannelli al mio caro maestro don Michele Ricciardelli, che ha consegnato la sua storia di critico e di scrittore attento, alle pagine del volume Writings on twentieth century italian literature (Forum Italicum, 1992, ISSN 0014-5858) e nella nota di prefazione scrive: «In the spirito of the “Maestro” Gianfranco Contini, I would have liked to entile the present book, as he did for his famous Scritti su Eugenio Montale, UNA LUNGA FEDELTÀ ». Valga lo stesso esempio per il Nostro che, per purezza di linguaggio e amore della Poesia, lascia lungo la strada quello che pensava maestro e quel primo amico di viaggio (vedi nota introduttiva). Per la solitudine del dialogo intrapreso ha trovato, prima nel ronzio della Rete, poi dalle pagine di questo testo, più amici e un numero maggiore di estimatori della sua “ricerca” poetica.
Come per Milo De Angelis, accostato al suo maestro Franco Fortini, così per Massimo Sannelli maestro, oggi, di sé stesso vale la ricerca attribuita al poeta latino Orazio (Quinto Flacco) “monumentum aere perennius”. E i versi di De Angelis, sono un giusto confronto, in questo momento di lettura del lavoro di Sannelli, quando scrive: “In noi giungerà l’universo, / quel silenzio frontale dove eravamo / già stati” (M. De Angelis, Donzelli Editore, 2001).

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