venerdì 15 gennaio 2010

Su La signora Irma e le nuvole di Subhaga Gaetano Failla


Scritto da Dario Falconi in Malicuvata
Martedì 05 Gennaio 2010

Autore: Subhaga Gaetano Failla
Titolo: La Signora Irma e le nuvole
Edizioni: Fara Editore, Rimini 2007
Pagine: 177


La lettura della raccolta di racconti La Signora Irma e le nuvole (Fara Editore, 2007) di  Subhaga Gaetano Failla ha sortito un insolito effetto sulla mia persona. Una paradossale sensazione di straniamento e sospensione, un afflato di leggerezza surreale, un temprante anelito d’evasione hanno contraddistinto il mio percorso attraverso il libro, conducendomi in limbi onirici distanti dalla contingenza narrativa, violentando la mia volontà raziocinante d’apprendista critico. Credo di non far torto all’autore se ritengo la sua scrittura (sinuosa, colta, musicale) una scrittura che distrae. Un’asserzione del genere non adeguatamente argomentata può sembrare una provocazione o, piuttosto, per i più maliziosi, un’esecrabile offesa. Non è né l’una né l’altra cosa, nel modo più assoluto. Failla declina le sue storie con grazia stilistica e sottigliezza di contenuti muovendosi intorno ad una quotidianità stravolta che s’eleva a scenario sublimante d’una realtà accogliente, poetica emancipazione dalla sconfortante e paludosa evidenza visibile. Lo scrittore deflagra la sua tacita indignazione in una raffigurazione sognante della condizione umana esaltando l’opportunità salvifica d’un universo cognitivo fantastico e visionario. Il lettore viene fagocitato da uno strano sortilegio che è conseguenza di queste intenzioni e si lascia irretire dal flusso calmo, mai caotico, delle parole che disegnano orizzonti d’abbacinante chiarore, offrendo rifugi di sollievo e abbandono. Oasi di riparo dal deserto. “La signora Irma e le nuvole” è lettura che implica un doppio viaggio: uno nell’avvicendarsi vorticoso ed accattivante delle vicende narrate, alcune delle quali memorabili come “Storia vera” e “La pensione”; l’altro in uno spazio altro, intimo, che rimanda a considerazioni personali e a luoghi che, per disattenzione o superficialità, si era disimparato a frequentare.
Ecco, la degna conclusione alla mia vacillante dissertazione. Failla è uno scrittore che distrae dalla distrazione. Invita all’attenzione di frontiere nuove. Che sapremmo e vorremmo sempre percorrere se solo ci accorgessimo della loro esistenza. La signora Irma e le nuvole ci offre mappa e passaporto.
Il resto sta a noi.

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