martedì 17 novembre 2009

Il Senso: lettera ad Alex Celli


di Nicoletta Verzicco

Caro Alex,
lo so, lo so... chi copia prende zero, ma non saprei in quale altro modo esprimere questi miei pensieri se non con una epistola e allora... caro Alex, ho letto la tua ultima fatica. È stata una fatica questa tua terza e ultima? Presumo ultima, considerando i contenuti ed il finale. Non sono qui a scriverti dei personaggi e nemmeno a disquisire sulla trama, sono qui a scriverti... Nicoletta scrive ad Alex; parlarti sarebbe stato meglio, magari con in mano un bicchiere ‘mezzo pieno’ di vino, ma facciamo finta che sia così, facciamo finta come nei tuoi romanzi hai fatto finta. Entrai nel mondo di Chicken Breast non tanto tempo fa e qui ci sarebbe subito da opinare quanto sia per te ‘non tanto tempo fa’. Per me è un anno e mezzo. Dicevo, entrai nel mondo di Chicken Breast perché è ‘un’ mondo, non per niente esso è fatto di cattivi e di buoni, di furbi e puri, di stolidi e di intelligenti esattamente come il nostro e il ‘senso’ del racconto induce a pensare e credo che tu questo abbia voluto che scaturisse dalla lettura dei tuoi libri: il farci usare le facoltà mentali. Dal primo libro al terzo, passando per il secondo c’è un cambiamento, un tuo cambiamento, sembra quasi che il primo libro sia stata una esigenza che ti ha spinto forsennato a scrivere d’istinto e in quelle parole che si succedono c’è Alex ilare, penetrante, arguto. Nel secondo c’è la ricerca esasperata del futuribile, così improbabile quanto verosimile nella fantasia di molti di noi. Ed eccoci alla conclusione della tua ‘trilogia’, perché di trilogia si tratta se ci rifacciamo alla letteratura greca. Nel Ritorno di Chicken Breast la luce si fa spazio nel buio e del chaos, nell’accezione di baratro: si vede il fondo, lo si conosce e non se ne ha più paura. Tu, non ne hai più paura perché ‘tu’ hai visto la luce, ma per quei piccoli mortali, dei quali io faccio parte, che non conoscono la luminosità di quella forma di energia, il baratro è ancora lì e di esso non vedono il fondo. Il tuo libro è permeato di speranza, di forza e di positività... il tuo libro è permeato di Dio, quel dio che molti hanno abbandonato, io per prima, quel dio che molti non hanno ancora incontrato, quel dio che dovrebbe essere il Senso del tutto, di tutto. Non è indispensabile ad Alex abbandonare la ‘solita calzamaglia creata alla buona’ e indossarne una ‘di imbottita pelle blu aderente, con una C ed una B... racchiuse in un triangolo giallo’ per sconfiggere il ‘Controllore’ perché Chicken Breast ha la mano di Dio sulla sua spalla e allora mi domando: la calzamaglia da supereroe nonché fede è un dono? E se così fosse, non tutti meritano di essere supereroi?
Io ti invidio caro Alex e molti sono i motivi che mi inducono ad invidiarti, la calzamaglia innanzi tutto!  Ridi, ridi! Lo so che non sarei carina agghindata in tal guisa, ma vestita in quel modo sentirei il calore della mano di Dio sulla mia spalla?  A quel punto nulla mi farebbe più paura? Qui, ancora, rischio di prendere zero, ma Woody è sempre Woody ed è unico, lui ha detto: “L’umanità si trova ad un bivio: una via conduce alla disperazione, l’altra all’estinzione totale. Speriamo di avere la saggezza di scegliere bene.”
Con stima

Nicoletta

p.s.: dopo la serata di ieri avendo valutato la mia ignoranza in materia fumettistica, mi sono domandata se ciò che io ho scritto abbia un senso cioè il ‘senso’ del mio elucubrare... mah?! Prendile così: dissertazioni di una squilibrata!

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