lunedì 16 novembre 2009
IERI... ERO... OGGI... SONO!
Cosa vedo? Cosa sento? Sento una forza disumana nel mio braccio destro e vedo (è poi così?) qualcosa di artificioso attorno ad esso. Mi sono svegliata stamane e tutto ciò che è vicino a me ha assunto contorni strani. Sollevo la penna e questa nuova forza me la fa lanciare in alto, prendo il bicchiere in mano ed esso si rompe in mille pezzi tra le mie dita. Pigio delicatamente il tasto che accende il computer e una miriade di frammenti si sparge per la stanza. Che sia stato il sogno fatto la notte scorsa? È possibile che quello che credevo un sogno non sia tale? Un sogno così strano! Ero nel mio letto e sentivo dei rumori, mi alzo per controllare che non ci sia qualcuno in casa e ai miei occhi appare una strana forma umanoide che mi dice con parole metalliche “Tu.. .donna... ieri... eri... ora... sei!” Così come era comparso (era nelle mia mente?) in un attimo quell’essere era svanito e mi domando: Sono! Ero! Cosa? Chi?
Cercando di non dare peso a ciò che realmente mi sta accadendo continuo a fare la mia vita di sempre, ma tutto non è come sempre, sento precise vibrazioni nel mio braccio destro come se qualcosa fosse in mutazione. Devo controllare questa forza che mi ha pervaso per non distruggere tutto ciò che tocco e per farlo uso il braccio sinistro per ogni azione, per mangiare, per vestirmi e la fatica che provo mi fa sorridere e mi domando perché io non debba approfittare della situazione verificatasi. Sorrido ancora e decido di uscire da casa per misurarmi con questa cosa nuova. Programmo un giro in bicicletta. Chiudo l’uscio di casa e il portone di legno si stacca dai cardini... vi giuro che l’ho accompagnato con la mano, delicatamente! Lo prendo da terra come fosse una foglia secca e lo appoggio all’altro battente. Il mio dirimpettaio mi osserva dalla finestra allibito. Prendo il manubrio della bicicletta per spostarla dal muro e mi sembra di sollevare uno stuzzicadente. Sorrido al vicino che sgrana i suoi occhi ulteriormente... non riesco a fare altro... sorridere. Salgo sulla bici, per fortuna le mie gambe sono ancora umane e inizio a pedalare, vado verso il mare, forse una boccata d’aria salmastra mi potrà far bene. Durante il tragitto incontro un’amica, mi fermo. Lei fa uno sbaglio, un grosso sbaglio: mi dà la mano! Riesco in un attimo a collegare tutti i neuroni che brulicano nella mia testa e controllo la forza, ma non è sufficiente, vedo il dolore nei suoi occhi e il danno è fatto, non voglio nemmeno pensare a quante ossa io le abbia rotto! La abbandono lì, in mezzo alla strada e fuggo come una forsennata pedalando come mai ho fatto in vita mia raggiungendo la spiaggia in pochi minuti. Mi siedo sulla sabbia baciata da quel piacevole sole settembrino e mi domando cosa io debba fare. Penso all’alieno (era poi tale?), alla frase che, presumibilmente, mi ha detto: ‘ieri eri, ora sei’. Qual’è il significato di quelle parole? Devo capire. Mi viene in mente un aforisma di Nietzsche ’bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi’. Allora mi domando: se questa strana cosa è capitata, un motivo ci sarà. Se questa mia nuova forza esiste potrei farne buon uso. Telefono alla mia amica, chissà cosa le ho fatto?!
‘Pronto. Laura?’ mi risponde con una voce pressoché normale.
‘Ciao! Perché sei fuggita così? Volevo parlarti.’
Nessuna parola sulla stretta micidiale, che non sia accaduto?
‘Hai una forza mostruosa: stamane, per poco non mi rompevi tutte le ossa della mano! Cosa hai mangiato?’
No, è successo, ma è spiritosa, non è arrabbiata. Allora sono riuscita a controllarmi e, confortata da ciò, le rispondo: ‘Scusami tanto, non so cosa mi sia preso, ti chiamo nel pomeriggio.’
‘Va bene. A oggi.’
Lei sta bene e questo mi tranquillizza, ma devo ritornare ai miei pensieri. Il mare di fronte a me è una tavola e l’istinto mi porterebbe a bagnarmi, ma il timore del mio attuale stato mi fa desistere... con due bracciate potrei arrivare in Croazia, potrei essere intercettata dai radar e la Capitaneria potrebbe raggiungermi, sai che stupore avrebbero le loro facce! Sorrido nuovamente, anzi, questa volta rido, rido a crepapelle, sono certa ora di essere una donna bionica. Potrei aiutare i deboli! Arginare le angherie! Frenare la delinquenza! Porre fine alle guerre?? No! Sto esagerando! Ho solo un braccio superpotente, ma tutto il resto è umanamente normale. Ma... se prima ‘ero’ e adesso ‘sono’, chi in realtà voglio essere? Mi piace il mio attuale e nuovo status? Sì, mi piace. Tanto! Sono forte, più forte di eri ed ora ‘sono’, sono una donna che possiede la Forza. Non mi importa più se ho fatto un sogno o se, invece, un alieno sia venuto a trovarmi, questa Forza è un dono ed è solo mio. Sorrido felice e tutto, d’ora in poi, sarà più semplice... la Forza... mi ha preso la mano... una mano bionica... però!

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