lunedì 4 marzo 2024

Tra passione ed estasi. Il boia di Brescia di Hugo Ball

articolo di Lorenzo Gafforini 
pubblicato su Limina


Hugo Ball è un personaggio a cui non siamo più abituati, un’artista che non ha paura di venire frainteso né tantomeno di essere compreso troppo facilmente. Un creativo capace di onorare il passato senza però vivere in esso, un innovatore che sarebbe peccato licenziare solamente come uno dei fondatori del dadaismo e un eccezionale autore di poesie sonore.

A differenza di quanto si creda, una delle prime passioni di Hugo Ball è il teatro. Sono i primi anni del Novecento quando, poco più che ventenne, viene attratto dal concetto di arte totale di Wassily Kandinsky e, sperimentando, comincia a adattarlo agli studi di regia condotti con Max Reinhardt. In quel periodo di grande fervore artistico scrive lo spettacolo per marionette Il viaggio del diavolo sulla terra, il dramma storico Nerone e la tragicommedia in versi Il naso di Michelangelo. (…)

A differenza di Il naso di Michelangelo, unica opera che verrà rappresentata quando Ball era ancora in vita, Il boia di Brescia ha certamente una storia editoriale più travagliata. La prima versione integrale della pièce viene pubblicata negli anni Novanta, recante il sottotitolo Tre atti tra passione ed estasi, forse suggerito dalla moglie Emmy Hennings dopo la morte dell’autore avvenuta alla fine degli anni Venti. In realtà Ball già al momento della prima pubblicazione parziale l’aveva definita semplicemente una commedia in tre atti, denotando un certo gusto per il grottesco. In questo senso, la prima traduzione italiana (Fara Editore, 2023) ha voluto rendere omaggio a entrambe le versioni riportando la dicitura Commedia in tre atti tra passione ed estasi. (…) 

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