mercoledì 13 marzo 2024

 VOGLIA DI RESURREZIONE. L'avventura della resurrezione inizia da una testimonianza antropologica che rivela fino a dove l'esperienza individuale e la funzione intellettuale possa spingersi nel positivo rapporto tra la parte intellettuale ed il potere politico e religioso. C'è sempre attorno alla resurrezione una crescente irrequietezza come quella di Pietro che rinnega di conoscere Cristo, suo amico fraterno oppure quelle di soggetti che si limitano a mosse lecite, per un comportamento molto vincolato alla struttura dello spazio e del tempo dei problemi che limitano parecchio il comportamento umano in molti modi. Quindi diventa particolarmente difficile smuovere la pietra del sepolcro che chiude non solo il corpo nei suoi atteggiamenti, ma soprattutto la mente nella sua apertura. Di fatto, pare che la risposta di Cristo sia spregiudicata in quel "Tu lo dici" alla domanda di Pilato del riconoscersi Re dei giudei, soprattutto perché di fronte a certe vessanti accuse Gesù tace seppure incalzato da Pilato da quel "Vedi di quante cose ti accusano!" Di fatto in questo silenzio, si intravede la lacerazione religiosa specie nella reazione dogmatico-disciplinare della Chiesa alla diffusione delle nuove confessioni. Anche trasformandosi in chierico, l'intellettuale pare che non possa più esercitare un ruolo di determinante ed importante rinnovamento spirituale di cui tentano per altro di farsi mediatori uomini di curia come don Giuseppe conciliatoristi con la forte e coraggiosa Speranza di rilanciare il primato di una chiesa cattolica più tollerante al dialogo interreligioso specie nel momento storico che viviamo delle guerre e delle tendenze rigide e dispotiche alla riforma ecclesiale. Già, in passato, i dispositivi della repressione tridentina, l'Indice e l'Inquisizione, il missionarismo delle Compagnie di Gesù, cui vengono soprattutto affidate la formazione dei nuovi quadri intellettuali e l'organizzazione del consenso, annullarono i margini ì, fin qui accortamente amministrati in assenza, come oggi, di sistemi di garanzia della libertà culturale. Perciò la resurrezione significa modernizzazione nei piani di restaurazione cattolica, dove l'etica civile, finalmente,  supera la percezione di etichetta, il classicismo militante e trionfalistico per divenire esperienza letteraria normativa di classificazioni e prescrizioni.Si genera però il forte rischio di un contrasto tra edonismo e moralismo di cui sono vittime molti intellettuali, per limiti che paiono invalicabili, posti dalla protezione di certe egemonie politiche, fino a giungere ai privilegi di alcuni artisti, che non fanno altro che indicare all'uomo la precarietà dei rapporti fra la cultura ed il potere politico e religioso in genere. Del resto pare che vi sia pochissima mobilitazione delle energie intellettuali da parte del clero, facendo rimanere così bloccati nelle loro migliori ispirazioni, illuminazioni anche nel campo spirituale i nessi di eventi religiosi, politici e soprattutto economici sociali che legano la riconversione delle degradazioni dell'intraprendenza individuale e sociale. Il nuovo allargato orizzonte che si potrebbe prospettare dall'idea di visuale aperta del termine resurrezione, significa circolazione del sapere e l'occupazione di spazi diversi nel tramandare oltre gli esempi evangelici anche quelli similari e speculari della cultura, per modo tale da trovare più interessanti produzioni percettive in cui si possano compiere atti concreti e tangibili di riconoscimento per condizione di ciascuna produzione specie nell'ambito del recupero dopo la giusta percezione di soddisfazione di classi di stimoli motivanti. Perciò è importante la preghiera alla Madonna dei nodi perché è associata ad una informazione che designa nel nodo la memoria a breve termine in modo tale da riconoscere ed anche apprendere nuovi stimoli, acquisendo gradualmente nell'elaborazione un insieme appropriato di produzioni e non solo nell'acquisire un sistema mnemonico di apprendimento, ma anche uno meccanico che seppur ripetitivo nel suo continuum conduce l'essere umano ad immagazzinare meglio ed in maniera più introspettiva. Infatti, insieme al simbolo che configura una rappresentazione, nella memoria a lungo termine possono esserci immagazzinate altre informazioni, come  mosse plausibili per rotolare la pietra sepolcrale e uscire fuori da quel sepolcro che macera l'anima e la rende schiava della mortificazione, dell'umiliazione e della declassazione più aberrante della croce e del calvario, quando invece dobbiamo solo rispondere continuamente all'insistente domanda di Cristo "Mi ami tu?" che non impariamo mai abbastanza specie quando volgiamo avere note di tracotanza. Grazie al Vescovo Anselmi della gentile partecipazione alla voglia di resurrezione!

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