All'Istituto Alberto Marvelli in collaborazione con le edizioni salesiane dirette da don Pietro Mellano, in collaborazione con Michael Semeraro, Roberto Pasolini, Silvia Melandri, Affinati Eraldo, don Paolo Bernabini IL SOCIOLOGO RAP. Sono un sociologo che non vuole disperdere la propria esistenza fumando per noia davanti ad un distributore di benzina pur sapendo che può essere pericoloso farlo. Vorrei proporre uno studio approfondito sui modi ed i metodi con cui i sistemi e le norme e le regole sociali vengono recepite sia dal pubblico in genere e sia dai tecnici per cercare di prevenire delitti e violenze sul genere femminile o omofobi e atti di delinquenza specie minorile. Raccontava un sacerdote della leggenda metropolitana di san Giovanni Bosco in una chiesa dove lui per conquistare un ragazzo sbandato gli chiedeva come in una specie di barzelletta "Cosa sai meglio fare?" ed egli rispondeva "Io so fischiare" e fischiando il giovane si avvicinava all'opera divina di rieducazione, mentre il sacerdote non era a conoscenza del trattato di san Giovanni Bosco dal titolone "Il sistema PREVENTIVO nell'educazione della gioventù" (1877) . Il santo così appariva come una rappresentazione superficiale ed una immagine edulcorata, mentre le indagini sulle reali conoscenze ed opinioni intorno all'efficacia del diritto consentono di misurare il così detto impatto delle norme e delle regole nell'educazione in generale ed in quella giovanile in particolare per modo che divenga più incisiva e maggiormente migliorativa ed efficace. Io come sociologo seguo un ritmo rap per rendere centrale lo studio dell'effettività delle regole giuridiche e delle loro particolari funzioni all'interno dell'organizzazione sociale e politica, altrimenti si rischia di non comprendere affatto cosa sono effettivamente le norme e le regole e nemmeno di cosa tratti la sociologia del diritto. Essa serve ad individuare metodi di acquisizione ed istruzione normativa e regolamentare ad aree tematiche specifiche come quella giovanile che prevede un approccio di carattere prospettivo culturale e lavorativo serio dell'utilizzo documentale in modo che sia elaborato, contestato e valorizzato al meglio e non in maniera scarna, inefficace e puerile che innesca degli atteggiamenti oziosi e vili di immaturità e di irresponsabilità sociale all'interno dell'applicazione disciplinare e di limite all'evasività e all'evanescenza. Il lavoro sociologico non può essere reso in maniera così miserabile così come la ricerca seria non può essere vista come un modello noioso quando serve a delineare dei sistemi e degli atteggiamenti esemplificativi ed esplicativi più attendibili e credibili rispetto a raccontare certe bazzecole per apparire più simpatici e popolari. Per quanto riguarda quindi la pedagogia sociologica e la serietà della divulgazione sia tecnica-scentifica e sia documentale essa si basa sul giusto uso delle terminologie caro Alessandro Ramberti se no non si sa distinguere bene il termine "RIMORSO" dal termine "RIMOZIONE" e poi come attenuante per avere i domiciliari in un processo per un delitto basta sentire il rimorso e cioè il profondo dolore per quanto si è commesso e poi non considerare la rimozione e la censura di alcuni impulsi omicidi e delittuosi di alcuni individui nella loro ossessione gelosa e possessiva. C'è una accezione bordeline alla sociologia del diritto per una modalità pervasiva di accettazione spiccata all'instabilità dell'umore, nelle relazioni interpersonali e nell'immagine di sé che si basa su condizionamenti sintomatologico-comportamentali, che vanno dal sentimento cronico di vuoto, di noia, si sensazione di abbandono, alla tendenza all'autolesionismo o suicidio, alla rabbia immotivata ed intensa, all'impulsività nello spendere per cose inique che rappresentano status simbol, al disordine sessuale ed affettivo, fino a quello aggregativo. Molti giovani perciò vivono nel panico del pregiudizio che incide sull'orientamento per dispersione di identità, di tempo, di vita; scarsa integrazione degli aspetti contradditori sia di sé che degli altri ed anzi rifiuto come è accaduto a Gesù quando ha detto la famosa frase che un profeta non è ben accetto né in Patria e nemmeno dai propri famigliari; la predominanza di azioni difensive di carattere aggressivo oppure inibitorio, di ricatto e di minaccia mafiosa, la scissione di Sé e soprattutto degli oggetti esterni in "tutto buono" o "tutto cattivo" tanto da vederli come amuleti oppure come anatemi veri e propri; delle esagerate implicazioni emotive di situazioni delle quali è mantenuta la consapevolezza sul piano cognitivo; uno scarso esame della realtà che ci circonda e dei collassi psicotici nevrotici temporanei. Si devono considerare molto i deficit nel lavoro di ricerca sociologica del diritto specie nelle funzioni dell'Io nei giovani a livello del quotidiano e della strutturazione individuale e di gruppo per stabilire gli indici di gravità del fenomeno e stabilire delle categorie differenziate e reciprocamente escludentesi e per classificare ed identificare sottotipi nosologici che renderebbero ragione, sempre dal punto di vista strutturale, della grande e molteplice varianza, sia sul piano clinico che su quello delle categorie sociali. Perciò a livello esistentivo-esistenziale dell'esserci e del sentirsi coinvolti bisogna capire fra le alternative e le scelte che si possono fare a livello della metodologia, della tecnica e della filosofia culturale del diritto quali siano autentiche e accreditate e quali invece siano effettivamente da rifiutare e bocciare perché sono insensate, insipide, stupide per educare un giovane che invece va assolutamente spronato al miglioramento e alla strutturazione del carattere se no si adagia all'ozio o peggio alla viltà e poi dissipa la propria esistenza in avventure di poco conto, in legami deboli e vulnerabili, in credenze superstiziose e deplorevoli che rendono miserevole l'anima fino a ridurla ad un inferno fatto di angoscia e depressione, di oppressione, fissazioni ed ossessioni che fanno fatica ad andare via e che poi riducono l'uomo in cenere come bacco, tabacco e Venere.
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