martedì 16 gennaio 2024

 All'Istituto Alberto Marvelli a don Giuseppe Tognacci in collaborazione con frate Gabriele Trivellin in occasione del prossimo Giubileo 2025 - LO SCATOLONE METAFISICO. Uno scatolone pensante sovrasensibile, se ne sta discreto con la scritta "ALTO FRAGILE" dove è intesa nella frase il sottotitolo seguente "VALE PER SALVAZIONE DEL BUON VOLERE E DEL BEN FARE" di cui i contenuti universali sono dei propositi dell'uso in rapporto all'essere ciò che è: un contenitore. Le creature che vi sono dentro sono analoghe all'immagine di Dio, anche se imperfette. Spingi un bottone e si apre lo scatolone fra l'essenza profumata che si volatilizza nell'aria che attornia ciò che si predica. Ascolti ciò che ha da dire nella sua sostanza, causalità e finalità di un preludio armonico dell'anima. C'è una divisione in 2 poli della generalità e della semplicità di quel sandalo che non hai mai indossato e che non è mai stato consumato, che voleva andare, che voleva camminare ed invece è rimasto chiuso ed intrappolato nel suo piccolo mondo. Quel pallone che non ha mai giocato e che è rimasto ad attendere i calci verso la porta di una vittoria. Quella bambola innamorata di un altra bambola di sostanza spirituale, che non si è mai mossa ed è rimasta rigida ad aspettare un vago ranocchio tramutato in Principe della vita e della morte. Quei colori a pastello di un arcobaleno, che non hanno mai disegnato e che col tempo si sono sbiaditi dentro ad un astuccio impolverato. Quel quaderno con le lettere sparse, fra i desideri e le avventurose immaginazioni che è rimasto sporco di inchiostro, ma non è mai stato letto nel suo valore. Quel fiorellino seccato di ricordi lontani di una rivelazione dialettica del corollario positivo. Varianti di precedenti dentro un calice di uva passa, di tralci di autonomie del reale, fondata sull'assolutezza di ogni reale. Spingi un bottone e ti ritrovi fra le armi, le spade conficcate dentro la carne imputridita, le lance ed i fucili divampanti fuoco per ideali stinti. Spingi il razzo verso lo spazio di oblio dell'essere fra i crateri della luna ed i deserti della terra. Ascolti la pioggia che incedente scende fra i deliri umani, i drammi ed i tentennamenti di ieri e di oggi di vaneggiamenti inesistenti. Ascolti la voce che grida fra le piramidi, il Manzanarre, il reno ed il Nilo di chi suscita un Dio potente di giustizia, di chi affanna un Dio pelandrone, di chi sconcerta e di chi consola un Dio che si inchioda alla croce. Un abito da cerimonia ed un vestito quotidiano, fra le pose del giorno e quelle della notte a patire e cedere alla lusinga del male; a soffrire e cedere al tormento del tradimento. Il patibolo della emarginazione, quello della tribolazione della fame e della carestia, fra le pennellate tristi e quelle sfiorate di virtù, un amore che invade tutto di una luce che par tiepida e che eppur sconvolge ancora, ancora. Convulsamente spingi ed apri il tuo dono: una fede sconvolgente di offrire il corpo ed il sangue di sentirsi carne e sangue dentro un pane ed un vino, fra la spiga e l'uva asprina. Ascolti e sorgi, fra le lacrime ed il sorriso, fra i bagliori a primavera, fra la rondine ed il nido di gabbiano, fra le ondate e le speranze uno scatolone invitante, uno scatolone metafisico che conosce solo una espressione: l'amore incondizionato veritiero di passione. 

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