PERCORSI DI GRUPPO PER L'EQUILIBRIO E L'ORDINE SOCIALE II PARTE. Ogni singolo individuo tende ad esprimere la propria potenza in un determinato modo che è caratterizzato dalla tendenza attiva o sforzo a perseverare nel proprio essere. Questo sforzo può essere favorito o contrastato dall'azione delle altre cose o persone che si trovano fra di loro in competizione ed in rivalità a raggiungere un ragguardevole obiettivo, sicché ognuna subisce gli effetti positivi o negativi che derivano dal rapporto con le altre. In alcuni individui umani, avvertire tali effetti dà luogo non solo a passioni, ma anche a pulsioni che ne derivano; fra cui le passioni principali sono la gioia e la tristezza, determinate dall'incremento o dalla importante diminuzione del proprio grado d'essere e di potere di ruolo. Tutte le altre passioni non sono altro che combinazioni e specificazioni dovute dovute alle circostanze. Nell'analisi si mescolano sempre amore-odio, paura e speranza, orgoglio ed umiltà e soprattutto invidia e gelosia con considerazione. Molti giovani ed anche adulti hanno le idee confuse da questi contrastanti sentimenti che l'anima subisce nella misura in cui non riesce ad elevarsi alla conoscenza razionale e logica di trovare possibili soluzioni alla propria percezione di inadeguatezza, di insicurezza, di labilità. L'anima intesa come mente, è parte dell'Intelletto dello Spirito Santo infinito ed eterno, determinato dall'individualità dell'essere come primo impatto percepito nell'idea che si ha del proprio corpo da cui possono derivare gli attributi della sostanza; ma data la corrispondenza o parallelismo fra essi si deve stabilire un ordine che possa portare a maggiore connessione fra corpo ed anima e le cose che la circondano in modo che ogni affetto sia una idea di valore di maturazione e di miglioramento nella reciprocità. Ne consegue che l'idea che costituisce la mente umana è composta di molti fattori, che corrispondono ai diversi affetti che si potrebbero tramutare in abnormi attaccamenti che sia il corpo che l'anima subiscono da altri corpi o anime prepotenti. Da ciò deriva che la conoscenza è priva di oggettività, in quanto è una conoscenza degli altri solo per gli effetti che riteniamo positivi e favorenti al nostro ego che potrebbero avere nei nostri confronti. La prima valutazione perciò che si deve attuare è sull'immagine che intendiamo fare percepire di noi attraverso la nostra esperienza e competenza che poi verranno rievocate per memoria ed associazioni mentali di idee che verranno chiarite durante il percorso psicoterapeutico in modo da completare le carenze e da rendere più chiara la prospettiva a cui si vuole giungere. Nessuna idea è propriamente falsa, ma quelle sensibili sono a volte inadeguate in quanto parziali e per questo danno luogo a passioni violente e folli. Quando per esempio un uomo dice ad una donna "Tu sei mia ed appartieni in esclusiva solo a me" dice una fesseria perché chiunque non può vivere un affetto esclusivo, ma anzi ha piacere di condividerlo con altri nel supporto di un legame speciale, soprattutto se lo intende vivere in primo luogo a livello spirituale della condivisione di intenti di valore dell'essenza della vita nelle sue tante sfaccettature di esprimere l'amore puro come cardine a tutte le intenzioni ed azioni. Le passioni sono del tutto naturali rientrando nella connessione necessaria alla procreazione e al progresso dello sviluppo e della maturazione individuale, altrimenti sono vizi e peccati che andrebbero considerati come farebbe un bravo geometra per le linee, le superfici ed i solidi. Una passione non può venire contrastata se non da una passione più forte ed intensa, e la volontà non è altro che un termine per designare le nostre passioni, determinate e particolari che possono dare l'illusione della libertà nell'espressione disordinata dei desideri così come per pietra che cade se fosse cosciente di fare del male a qualcuno si bloccherebbe, ma invece la pietra non lo sa in quanto oggetto, l'uomo lo sa in quanto soggetto e può evitare il più possibile i rischi dovuti ad un comportamento o ad un altro ed anche volendo i dispiaceri cercando di stimare e rispettare anche l'indole di un altra senza generare offesa dicendola la frase topica "Sei tu che ti metti in testa questa o quella cosa... Io lo faccio per il tuo bene e per proteggerti... Io pensavo di farti un piacere..." Quando invece ciascuno dovrebbe poter avere i propri spazi ed ambiti dove esprimere le proprie capacità, abilità e competenze e sentimenti senza per questo dover subire dagli altri l'egida che schiaccia ed opprime un modo di fare rispetto ad un altro e nella piena libertà di poterlo esprimere. Un conto è ciò che ci si immagina di poter valere, ed un conto è ciò che veramente si vale e questo valore non è mai di usurpazione, di ostacolo, di denigrazione, di impedimento all'espressione libera di un altro che anzi potrebbe rappresentare per noi un maggiore arricchimento ed aiuto alla nostra realizzazione. Penso che ciò sia il fulcro di questa tesi per me importante nel cammino del percorso alla ricerca di un equilibrio psicologico e socio-culturale.
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