giovedì 25 maggio 2023

 LA VITA DA EDITRICE. Quando ho deciso di aprire una sezione psicoanalitica editoriale non seguivo prettamente un psicologismo del cogito cartesiano, ma seguivo un relativismo che riguardava tutte le posizioni e le reazioni che segnano inesorabilmente l'esistenza e che fanno affiorare i criteri di verità e di valore esistenziale in qualche modo indipendenti dal soggetto e tali comunque da condizionarlo in tutta la sua sfera emotiva ed affettiva. Mi proponevo dunque un orientamento di scienza psicologica di studio della soggettività vissuta come esperienza cosciente nelle sue diverse forme, espressioni e contenuti specie a livello dei significati, delle intenzioni e degli stati d0animo da essi derivanti. Conoscendo i miei limiti però consideravo anche la parte oggettiva delle rappresentazioni comportamentali nelle loro varietà per obiettivi irrealizzabili ed invece obiettivi scientifici autenticamente naturalistici. Oltre che all'introspezione oggi ormai scomparsa, volevo concretizzare all'interno delle Comunità terapeutiche 4 indirizzi indipendenti che potessero trovare degli accordi di intermediazione fra di loro: 1) Coscienza critica dei fenomeni e delle vicissitudini che si sono succedute nell'esistenza e che hanno condotto il soggetto al degrado, alla rovina, alla rottura con il proprio stesso spirito o peggio alla distruzione violenta sia verso gli altri che verso se stesso; 2) Funzionalismo del proprio valore interattivo con l'ambiente in maniera flessibile ed aperta; ricerca morbida e paziente e costante della parte giusta e buona della propria personalità ed infine ricreare in ogni momento della propria esistenza una topica dell'accoglienza del proprio esistere. All'interno di un lavoro di gruppo, nella mia visuale si stagliava l'individuazione di un nucleo di coscienza riflessa, intesa come senso irriducibile della propria identità personale, finalizzata a sé stessa come importante conoscenza e non come mero atto di sopravvivenza dell'organismo; in tale prospettiva, dunque, l'ambiente esterno specie se ridotto poteva contrapporsi alla soggettività cosciente, detentrice esclusiva di tutti i significati, e il comportamento, inteso come qualcosa di scisso dalla medesima, che appare solo come un fatto fisico irrilevante dal punto di vista psicologico e questo specie nei soggetti ritrosi, particolarmente introversi e insensibili per forma di imprinting frigido, arido ed avido nell'espansione affettiva. Invece nel soggettivismo fenomenologico cara Paola Bonetti che riguarda gli stupri, gli stolcheraggi e le violenze la soggettività viene incarnata nel comportamento manifesto, considerato INSCINDIBILE sia a livello interno che esterno, mentale e fisico, dotato di profondo significato non tanto in virtù di una investitura costante, ma di una che dovrebbe essere continuamente rinnovata nella sua provenienza dalla coscienza. In una accezione più moderna poi di neocomportamentismo ci si basa sul riconoscimento di comportamenti pericolosi <a livello delle caratteristiche intrinsecamente irriducibili per quel detto "Sono fati così e non si cambieranno mai" che a livello intenzionale significa resistenza e quindi prevede un durissimo lavoro di accomunazione dei sistemi psicologici nelle diverse forme del cognitivismo verso il mentalismo che rivela in maniera determinante la COERENZA e la'utonomia della maggior parte dei processi mentali rispetto alla coscienza che di essi si ha o si può avere in modo tale da considerare la coscienza riflessa come una qualsiasi altra struttura cognitiva; lungi però dall''essere un dato primitivo e fondante in quanto il senso dell'identità personale è solo il prodotto finale e occasionale di una lunga e complessa evoluzione tanto biologica quanto culturale. Perciò non serve fuggire o cercare in Nepal o chissà dove la risposta al proprio esistere, basta saper impiegare al meglio le proprie qualità cognitive mettendole a frutto a favore del prossimo in una ipotesi prospettica positiva sia per noi stessi che per la memoria e la traccia chelasceremo di noi al mondo. Ritengo che questo sia il senso del cristianesimo stesso: la pietra scartata da molti può diventare una cvera e propria occasione per conoscere l'Amore con una vera e propria Passione. 

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