venerdì 27 dicembre 2019

Il 95% dell'Universo è ancora da scoprire…

LA STOFFA DELL’UNIVERSO di Nino Di Paolo, Fara Editore 2019
 
recensione di Gian Ruggero Manzoni 
 
http://www.faraeditore.it/html/narrabilando/stoffauniverso.html
 
Nicola (Nino) Di Paolo, 61 anni, impiegato comunale a Pero, paese alle porte di Milano, animatore di iniziative letterarie prima come bibliotecario, ora come membro della Proloco, ha pubblicato con Fara, nel 2007 e nel 2008, due libri di narrativa: Anno Santo 1975. Da Milano a Roma a piedi e Il primato della pietà. Nel 2012, con Montedit, ha presentato il saggio in versi Anteprima della Stoffa dell’Universo. Nel 2018, insieme ad altri otto coetanei, ha pubblicato con Sensibili alle Foglie il libro Zaré, narrazione dell’adolescenza loro e dell’amico Walter Pezzoli, ucciso nel 1980.
Questo suo ultimo libro è un percorso tra conoscenze e domande aperte sull’infinitamente piccolo, sull’infinitamente grande e sull’infinitamente complesso. Di Paolo, inoltre, si domanda: “Se uno scienziato, inteso come soggetto certificato e, come tale, certificante, smette di utilizzare il metodo scientifico e un ‘non scienziato certificato’ lo utilizza, invece, correttamente, chi, tra i due, è persona di scienza? Il ‘certificato’ o il ‘non certificato’?”. Ebbè, domanda non da poco, alla quale l’autore tenta, con momenti indubbiamente interessanti, di dare risposta. Infatti quest’opera di Nino Di Paolo è un saggio narrativo che affronta il tema della struttura dell’Universo e della sua nascita e fine (dal Big Bang al Big Rip o Big Crunch) e della sua composizione atomica. Si parla di vuoto quantistico, della Teoria delle Stringhe, della formazione della materia ordinaria: protoni, elettroni, fotoni, ecc., e delle forze fondamentali quali energia gravitazionale, elettromagnetica, nucleare forte e debole, per poi arrivare all’energia oscura (che pare componga il 75% della struttura dell’universo), della materia oscura (che pare ne componga il 20%) e della materia ordinaria (solo il 5%). Resta evidente che gli Astrofisici conoscono solo il 5% della struttura dell’universo, galassie, stelle, pianeti; il rimanente 95% è ancora tutto da scoprire, così da confermare la costante cosmologica che predice l’evoluzione dell’universo. Quindi per me, da “buon vecchio umanista”, per come mi definisco, essendomi culturalmente interessato, in vita mia, di una infinità di cose, il testo di Di Paolo è giunto come miele caldo per un orso. Fin da quando avevo 16-17 anni, seppure scolaro non di altissimo profilo, sempre ho indagato di mio, e, con estrema disciplina, su una infinità di argomenti, molte volte partendo dall’astrofisica, per poi compararla con la teologia, le filosofie orientali, gli studi di antropologia, al fine di comprendere se il Tutto fosse legato, quindi scoprendo che lo era, così come che ogni uomo è lo stesso uomo, sebbene in tempi e in luoghi diversi; detto questo, come non allungare l’orecchio e ascoltare la narrazione del nostro “scienziato non certificato”? bene, l’ho fatto, trovandomi con lui d’accordo su non pochi passaggi-riflessioni.

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