martedì 23 gennaio 2018

Diario di un breve ritorno

 Succede nei paesi, Giovanna Iorio

Recensione di Aurora Zamagni


Succede nei paesi che ti chiedano:

"A chi appartieni?"
E tua figlia risponda come una femminista
d'altri tempi: "A me stessa."
E tu sorridendo: "È mia figlia."




Una brocca d’acqua, il canto del gallo Mario, un lampione spento per proteggere baci rubati, un vaso di gerani che non si piega alla fine dell’estate, tredici cravatte annodate in attesa di essere indossate. Questa è la quotidianità in un piccolo paese dell’Irpinia, lontano dalla frenetica condizione urbana. Lontano, ma più nel tempo che nello spazio, un mosaico di gesti talmente abitudinari da avere un sapore esotico nelle nostre città. Parole perdute quelle che si sussurrano i paesani, parole di superstizione, modi di dire, pensieri che sanno di casa. Perché, in fondo, il mondo raccontato da Giovanna Iorio è più vicino a noi di quanto crediamo, c’è tanto delle nostre vite in queste pagine, proprio perché si percepisce la famiglia, la convivialità, ciò che risulta troppo autentico per essere notato. E, forse, è per questo che la raccolta si presenta come il “Diario di un breve ritorno”: evadere dalla routine, scoprire luoghi e mentalità diverse e poi tornare. Ciò che si conosceva assume un peso diverso. Tornare da un lungo viaggio fa sembrare più vividi i colori della propria casa. Le tinte, però, assumono una sfumatura di nostalgia e rimpianto. Rimpianto per essersene privati a lungo, ma anche per notare quelle crepe su cui prima non ci si era soffermati. È un libro facile da amare, perché parla di noi.

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