I quattro regni,
pubblicato da Astro Edizioni a fine marzo, è il primo romanzo del giovanissimo
Pietro Tulipano: un libro nato da anni di passione per le saghe fantasy, che si
propone di rivedere alcuni elementi ricorrenti di questo genere per arricchirli
con l’immaginario personale dell’autore.
Una
figura carismatica, saggia e dalla volontà forte; un giovane estraneo alle
faccende degli uomini “importanti” che si vedrà coinvolto in una grande
avventura; una donna coraggiosa, una guerra che minaccia di distruggere tutto
ciò che la società civile ha creato: nessuno di tali espedienti poteva mancare
nell'opera d’esordio di Tulipano, perché sono gli stessi espedienti che hanno
permesso all’autore di crescere sognando il mondo del Signore degli Anelli oppure, per quanto riguarda il cinema, quello
di Star Wars. D’altro canto, l’immaginazione
è un dono che più viene solleticato e più si sviluppa, ed ecco perché I quattro regni non si limita a
riprendere i personaggi e le situazioni che tutti conosciamo, ma riesce a
creare qualcosa di diverso che a sua volta possa spingere nuovi lettori a
cominciare (o continuare) a volare con la mente.
Titolo:
I quattro regni
Autore:
Pietro Davide Tulipano
Editore:
Astro (E-sordisco)
Data
di uscita: 27 marzo 2017
Pagine:
364; prezzo: 1, 99 (ebook)
ASIN: B06XVWQNYT
Gli
orchi, antichi nemici degli uomini, nani ed elfi, stanno effettuando una corsa
agli armamenti. Il re, allarmato, cerca alleati, i quali nominano un’ambasciata
composta dai loro guerrieri più abili e fidati e da uno dei paladini, saggi
guerrieri custodi della pace. Tra loro ci sarà anche un abile cacciatore dal
passato misterioso, appartenente a un’antica razza ormai quasi del tutto
estinta. Con il benestare del re degli uomini, si aggiungerà alla spedizione
anche una giovane ragazza, Aisling, figlia di un nobile generale del regno.
Intanto
Déltan, un giovane contadino orfano di padre, conduce la sua esistenza
tranquilla in una piccola città del regno, sognando un giorno di esplorare il
mondo. Una sera la sua città viene attaccata da mostruose creature anfibie. I
cittadini e i soldati resistono all’attacco, ma buona parte della città è data
alle fiamme. Déltan non riesce a salvare sua madre e il giorno seguente decide
di unirsi all’ambasciata di Aisling.
Con
l’umiltà di chi sa di essere all’inizio di una strada molto lunga, eppure con
il coraggio di dare la propria interpretazione di una storia, Pietro Tulipano
ha scritto un’opera piena dell’amore per un genere che insegna l’avventura e, a
volte, porta conforto; l’amore per un genere che in certi casi può anche
trasformare un sognatore in uno scrittore.
Uno scrittore che ho avuto la fortuna e il piacere di intervistare...
Ciao, Pietro! È sempre bello intervistare scrittori così giovani: ti andrebbe di fare due chiacchiere a proposito del tuo romanzo d’esordio, I quattro regni?
Naturalmente! Più che volentieri!
Prima di essere un autore di fantasy, sei stato e sei tuttora un lettore appassionato di questo genere, dico bene? Vorrei sapere qual è il tuo libro preferito, e qual è quello che invece ti è piaciuto di meno.
Dici benissimo. Domanda difficile; il mio
libro preferito in assoluto in realtà è Moby Dick che non è un fantasy, la
quantità di riferimenti presenti nel libro è pari solo al numero di riflessioni
che rendono l’avventura del romanzo un vero e proprio viaggio nell’animo umano.
Nel campo del fantasy invece, una menzione particolare direi che la merita Lo
Hobbit che ho scoperto alle medie e mi ha catturato fin dalla prima pagina
catapultandomi nel mondo fantastico (in tutti i sensi) di Tolkien. Mi hanno un
po’ deluso invece gli ultimi due libri della saga di Eragon.
Nel romanzo si parla di una guerra, una guerra in cui il concetto di alleanza assume un significato fondamentale: l’unione fa la forza, e un sovrano saggio come re Nathelon lo sa bene. Secondo te in simili frangenti possono esistere alleanze sincere, oppure il gioco della politica si basa sempre e solo sulla scelta del partito più conveniente?
Una questione delicata. La maggior parte delle
volte gli stati seguono la regola della convenienza, sia che si tratti di
intervenire in certe situazioni, sia di ignorarle. Ogni tanto però è capitato
che ci fossero delle coalizioni di nazioni o singoli individui volontari uniti
da alcuni principi condivisi e qui sono i valori a fare da collante più che gli
interessi. La cosa curiosa è che non sempre le seconde sono state più salde
delle prime, perché anche sui principi è facile litigare.
Ogni fantasy che rispetti contiene una bella storia d’amore, e I quattro regni non fa eccezione: quindi la felicità del singolo personaggio che ne ama un altro non è mai meno importante del destino di un intero mondo, o sì? Che ne pensi?
La felicità dei singoli è certamente
fondamentale, nel vero senso della parola: serve come fondamenta. Un mondo in
cui tutti i singoli fossero felici, sarebbe un mondo felice. Ovviamente si va
sull’utopia. Sulla questione dell’importanza non saprei dirlo. Molti uomini
hanno rinunciato alla propria personale felicità, se non alla vita, per
migliorare le sorti del mondo e questo è un dono che dovremmo sempre onorare.
Se lo hanno fatto è perché credevano che dare il proprio contributo fosse più
importante che restare tranquilli e felici in disparte, e in fondo anche io
sono abbastanza di questa idea. Detto questo, ho sempre provato un certo
fascino per quegli amori che sbocciano e crescono in tempi avversi, che si
consolidano nella sofferenza e forse per questo non si danno mai per scontati.
È questo tipo di amore che ho voluto ricreare nel mio libro.
Quali sono le caratteristiche che rendono I quattro regni unico, differente dagli altri fantasy? E in generale, secondo te che cosa può offrire al lettore del 2017 un genere così antico e “gettonato”?
Eccoci alla domanda da un milione di euro!
Dunque, parto da un presupposto: siamo nel 2017 e temo che ormai si possa
tranquillamente affermare che tutto è già stato scritto. Il fantasy non fa
eccezione, anzi. Oggi molti cercano di scrivere fantasy discostandosi dalla
tradizione del genere e spesso hanno ottimi risultati, il rischio è che anche
loro, per questa voglia di originalità e diversità, finiscano poi col
somigliarsi molto. Io ho cercato di fare il percorso inverso. Mi sono immerso
nella tradizione del fantasy, ho ripescato anche alcuni di quelli che ormai sono definiti “i soliti cliché” e ho cercato di rielaborare questi elementi per
produrre un fantasy classico alternativo. Sono presenti anche molte
similitudini con la nostra storia, materia che studio e i cui eventi mi hanno
ispirato molte situazioni storico-politiche del mio mondo. In sintesi, è un
libro in cui si possono trovare oltre a qualcosa di già visto, richiami storici
e nuovi elementi propri della mia fantasia; il tutto affiancato da tematiche e
riflessioni che considero importanti. Spero insomma che l’incontro tra
tradizione e novità possa a suo modo avere una sua buona originalità. Ai
lettori l’ardua sentenza!
Ti
ringraziamo per la gentilezza e ti porgiamo i nostri migliori auguri per la tua
carriera di scrittore. Alla prossima!
Articolo e intervista a cura di Elisa Costa
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