21/07/15
Cronaca, Cultura, primo piano
di Anna Rita Fontana
Santa Elisabetta- Il mito e la storia in un felice connubio, sono stati i binari di un Convegno di studi sulla candidatura Unesco del Monte Guastanella, svoltosi nella Chiesa Madre di Santa Elisabetta, col patrocinio dell’amministrazione comunale del paese agrigentino e del sindaco, architetto Domenico Gueli. Presenti anche l’assessore alla Cultura Giovanna Iacono e l’ambasciatore Unesco Raymond Bondin. Un’operazione culturale finalizzata a promuovere il territorio, nel richiamo di Gueli, valorizzandone la bellezza naturalistica e architettonica, nonché l’interesse mitologico-storico che ispirano il saggio di archeologia L’ultima dimora del re – Una millenaria narrazione siciliana “svela” la tomba di Minosse (Fara Editore) della dott.ssa Rosamaria Rita Lombardo, natìa di Palermo e docente appassionata di archeologia nei licei a Milano.
I riflettori puntati sull’antichissima roccaforte, individuata dalla studiosa quale luogo di sepoltura del re cretese Minosse, perito in Sicilia secondo autorevoli fonti storiche, hanno richiamato l’attenzione dell’ambasciatore Bondin che ha già inserito il Monte Guastanella nella lista statunitense della “World Monuments Fund”, un primo passo verso qualcosa di più ambito. Dopo l’introduzione del giornalista moderatore Alfredo Conti , del sindaco e dell’arciprete Calogero Morgante, la proiezione di un docu-film su Guastanella ha immerso il numeroso uditorio nell’ambientazione del sito di età protostorica, tra riprese anche satellitari su un pianoro a strapiombo, con suggestive cavità rupestri e tombe scavate nella roccia , grazie al montaggio di Calogero Rizzo, su testi e voce di Antonio Fragapane, un prodotto del gruppo speleologico di Santa Elisabetta. E sempre a quest’ultimo si ascrive la Mostra fotografica Guastanella: Archeologia e Paesaggi , realizzata in ventisei scatti dal fotografo Rizzo, nel risalto degli anfratti e delle bellezze naturalistiche della montagna, apprezzate poi dal vivo il giorno seguente durante una visita guidata del sito, che ha visto inerpicarsi numerosi partecipanti fino alla cima su impervi sentieri.
L’erudita relazione della Lombardo, che si è soffermata anche sul nome Guastanedda, chiamato volgarmente Uastanedda o Vastanedda, dal minoico Wastanedda, letteralmente “città del re” ( da wanax “re” e stan “ dimora, luogo, città”),contemplata nella lista delle fortezze di Sicilia, ha posto in rilievo la memoria mitica veicolata nei millenni dal popolo, sulla presunta sepoltura del re mini Minosse nelle viscere della montagna, fra i cui depositari si menzionano innanzitutto i genitori della studiosa, Nicolò Lombardo, che acquistò il feudo nel 1947, e Giuseppina Gueli. Tale ipotesi, suffragata da indagini toponomastiche, topografiche, idrografiche e autoptiche effettuate sul luogo, porterebbe a identificare il sito della montagna in oggetto con la rocca di Camico, dove il talassocrate cretese sarebbe perito di morte violenta, a causa di una congiura ordita da Dedalo fuggito dall’isola di Creta.
Quel mito “corroborato dall’archeologia e degno di veridicità storica” nel richiamo della Lombardo, tanto decantato anche dalla relazione del dott. Settimio Biondi; e segnato dall’ “ombra invasiva e pervasiva di Minosse”, come ha affermato il prof. Massimo Cultraro, dell’Università di Palermo. A fronte, la ricchezza della valle del Platani, il cui comprensorio include Guastanella e S. Angelo Muxaro, con le ingenti risorse geominerarie, è stata evidenziata dalla soprintendente ai Beni Culturali di Agrigento, dott.ssa Caterina Greco, nonchè dalla dott.ssa Domenica Gullì, della Soprintendenza Dati archeologici dal territorio di Santa Elisabetta. Del patrimonio culturale della mitologia greca invece ha dissertato l’architetto Marianna Savrami, Responsabile settore tecnico del Museo Epigrafico e Numismatico di Atene; mentre di Itinerari intorno alla Valle dei templi ha parlato l’amministratore Gaetano Pendolino, accanto alla tematica di Archeologia pubblica e valorizzazione turistica, del prof. Santino Alessandro Cugno, dell’Università Kore di Enna.
La Lombardo, grata al marito Francesco Ritondale e alla figlia Thuy Lan, instancabili collaboratori, e al prezioso e insostituibile “vessillifero e mentore” Ray Bondin, esprime viva riconoscenza per i suoi maestri dell’Università di Milano Pietro Orlandini, Momolina Marconi e Dario Del Corno, oltre a Paul Faure, per l’altissimo profilo morale e il rigore scientifico dei loro studi, attingendo da essi che “il mito è storia sacra”; e alla luce di ciò, sul concetto di ricchezza del nostro passato, prezioso faro del nostro futuro, conclude con una citazione di Cesare Pavese “La vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia”, con la viva speranza che il Monte Guastanella possa ambire al Patrimonio Unesco, con l’attivazione in loco di una sistematica campagna di scavi.
L’ambasciatore Bondin, che di recente ha promosso l’aggiunta dell’architettura arabo-normanna di Palermo tra i siti Unesco, ha sottolineato che, prescindendo da quelli strettamente monumentali, si registra un nuovo orientamento per i siti che hanno un forte legame col paesaggio, come Guastanella, da intendersi come “paesaggio culturale”, a differenza del paesaggio urbano-storico delle città d’arte. Figura emblematica dell’Unesco e amante dell’arte senza riserve, responsabile per vent’anni del patrimonio storico di Malta (dall’ ’87 al 2007) e valutatore di siti mondiali, Raymond ci specifica che il ruolo dell’Unesco è quello di conferire il riconoscimento di valore universale a un determinato sito, al di là del paese di appartenenza. E risponde volentieri alle nostre domande.
Come si classificano l’Italia e la Sicilia, in particolare, nel panorama dei siti Unesco?
“L’Italia conta il maggior numero di siti nel Patrimonio Umanità dell’Unesco; e la Sicilia, che annovera ricchezze come la valle dei Templi, l’Etna, la Villa del Casale e le grotte di Pantalica, merita di presentare ancora di più, a fronte di una mentalità retriva, che si ostina a non vedere le ricchezze del proprio territorio”.
Da cosa dobbiamo partire nella nostra isola per incentivare la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali?
“Innanzitutto dal presupposto della conoscenza di ciò che possediamo e che ci arricchisce. Da qui si passa allo studio del patrimonio, che non è fatto solo di grandi città o di ciò che è eclatante sotto il profilo architettonico, ma anche di tutto ciò che è “paesaggio culturale”, registrando la presenza dell’uomo nella storia passata e i suoi contatti con altre civiltà”.
In questo contesto qual’ è il suo concetto di turismo culturale?
“E’ necessario bandire ogni forma di campanilismo per organizzare tutto in rete, al di là dei particolarismi e degli interessi individualistici. Il monte Guastanella non è affatto in competizione con la Valle dei Templi, ma è un prodotto aggiunto, da inserire in un pacchetto turistico, per ovviare alla piaga del turismo giornaliero, “mordi e fuggi” che non lascia alcun ritorno ai paesi dell’agrigentino. Questa è un’operazione col duplice obiettivo di dare visibilità alla Sicilia con i suoi reperti storici, e al tempo stesso di procurare lavoro al territorio agrigentino”.
Attualmente, quali risorse pubbliche si possono utilizzare in questo settore?
“In primo luogo i diversi fondi europei che la Sicilia non sfrutta per migliorare il prodotto turistico, cosa che invece facciamo a Malta, attingendo quasi al cento per cento alle risorse finanziarie dell’Unione Europea per migliorare l’occupazione e creare un prodotto turistico proficuo”.
In una prospettiva di continua crescita, quanto possiamo fare leva sulla risorsa di una corretta informazione per il turista?
“Dobbiamo promuovere l’informazione a trecentosessanta gradi, perchè è una risorsa importantissima che va alimentata anche con l’insegnamento delle lingue. E’ urgente infatti che tutti i siti web siano aggiornati, non riportando più eventi scaduti già da qualche anno, e rinnovati sul piano linguistico tenendo conto dell’utenza straniera, in modo che il visitatore conosca per tempo tutti gli itinerari reali e possibili prima di pianificare la sua vacanza. In altri termini, la Sicilia deve cambiare mentalità, solo così potrà tenere il passo con l’Europa”.
Anna Rita Fontana
Come si classificano l’Italia e la Sicilia, in particolare, nel panorama dei siti Unesco?
“L’Italia conta il maggior numero di siti nel Patrimonio Umanità dell’Unesco; e la Sicilia, che annovera ricchezze come la valle dei Templi, l’Etna, la Villa del Casale e le grotte di Pantalica, merita di presentare ancora di più, a fronte di una mentalità retriva, che si ostina a non vedere le ricchezze del proprio territorio”.
Da cosa dobbiamo partire nella nostra isola per incentivare la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali?
“Innanzitutto dal presupposto della conoscenza di ciò che possediamo e che ci arricchisce. Da qui si passa allo studio del patrimonio, che non è fatto solo di grandi città o di ciò che è eclatante sotto il profilo architettonico, ma anche di tutto ciò che è “paesaggio culturale”, registrando la presenza dell’uomo nella storia passata e i suoi contatti con altre civiltà”.
In questo contesto qual’ è il suo concetto di turismo culturale?
“E’ necessario bandire ogni forma di campanilismo per organizzare tutto in rete, al di là dei particolarismi e degli interessi individualistici. Il monte Guastanella non è affatto in competizione con la Valle dei Templi, ma è un prodotto aggiunto, da inserire in un pacchetto turistico, per ovviare alla piaga del turismo giornaliero, “mordi e fuggi” che non lascia alcun ritorno ai paesi dell’agrigentino. Questa è un’operazione col duplice obiettivo di dare visibilità alla Sicilia con i suoi reperti storici, e al tempo stesso di procurare lavoro al territorio agrigentino”.
Attualmente, quali risorse pubbliche si possono utilizzare in questo settore?
“In primo luogo i diversi fondi europei che la Sicilia non sfrutta per migliorare il prodotto turistico, cosa che invece facciamo a Malta, attingendo quasi al cento per cento alle risorse finanziarie dell’Unione Europea per migliorare l’occupazione e creare un prodotto turistico proficuo”.
In una prospettiva di continua crescita, quanto possiamo fare leva sulla risorsa di una corretta informazione per il turista?
“Dobbiamo promuovere l’informazione a trecentosessanta gradi, perchè è una risorsa importantissima che va alimentata anche con l’insegnamento delle lingue. E’ urgente infatti che tutti i siti web siano aggiornati, non riportando più eventi scaduti già da qualche anno, e rinnovati sul piano linguistico tenendo conto dell’utenza straniera, in modo che il visitatore conosca per tempo tutti gli itinerari reali e possibili prima di pianificare la sua vacanza. In altri termini, la Sicilia deve cambiare mentalità, solo così potrà tenere il passo con l’Europa”.
Anna Rita Fontana
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