martedì 24 marzo 2015

Su Formalina di Gaetano Giuseppe Magro

recensione di Dora Coco

Straordinaria l'intuizione letteraria di Gaetano Magro il quale è riuscito a rendere fruibile una materia così difficile e intrusiva come l'Anatomia Patologica. Formalina si legge e fa riflettere, i termini duri e a volte crudeli sono temperati dalla conoscenza che Magro possiede, al di là delle necessità professionali, dell'animo umano, una sensibilità percettiva che si rivela e coinvolge il lettore. Gaetano Magro è poeta e filosofo due peculiarità che connotano il racconto che mima un viaggio inusuale dentro sé stessi, viaggio che si accontenta di guadagnare l'imperfetto degli affetti e accarezza i difetti di sempre, sorvolando d'impennata sui gravami della vita.
I due protagonisti, Ambra e Ruggero, lucidi e decisi nell'immaginario dell'autore, vivono la loro passione del colore rosso dei coralli magari abusando delle parole d'amore, togliendo le quali “non restano forse i nudi impulsi adrenegici primordiali?” 
È questo forse il nodo concettuale del romanzo, questo sospendersi dal mondo tra una sistole e una diastole, alla ricerca dell'essere razionale, al cospetto di difficili verità, nascoste tra le pieghe della vita ordinaria, specchio di consolazioni e fallimenti, nel gioco del perdersi e ritrovarsi oltre una frontiera già nota, sul bordo insidiato del viaggio.
L'agilità del funambolo occorre a Magro per superare con eleganza gli infiniti trabocchetti di un testo intriso del dolore dell'uomo che pure attraverso occasioni scientifiche rappresenta indizi culturali significativi di un processo di identificazione difficile e composto.
Eros e Tanatos, tra le macerie della malattia, nei cunicoli delle cellule, uno scenario nella prossimità del proprio mondo, nel precario che invade l' essere senziente, Gaetano Magro mostra una reale pietas per il destino dell' uomo, del suo definitivo estinguersi dopo la morte quando non ci sarà più l'ultimo individuo a ricordalo.
La vita è intesa da Magro come “un furto di tempo all'infinità del nulla” una casualità geniale che feconda l'universo e l'autore, novello Orfeo, in questo bel romanzo, intraprende il suo percorso verso il mistero ben sapendo che non gli sarà concesso di fissarlo dentro le categorie della conoscenza, giungendo comunque all'energia di una convinzione ideale che proviene dal miracolo di un concetto mentale diventato fisicità di suoni e armonia di significati.

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