Non conosco ancora la felicità e il dolore perché non possiedo ancora l’alfabeto della relazione. Ci sono, ma non sono in grado di comprenderne il motivo.
Nell’attesa mi nutro e comincio a prendere forma. E tra una capriola e una giravolta inizio a sentire suoni e voci che provengono da un’altra dimensione.
Poi improvvisamente riaffiora il passato. E vedo un bambino abbandonato nel cassonetto delle immondizie e poi la casa famiglia e poi il giudice tutelare e la scuola e l’insegnante di sostegno, il riformatorio, umiliazioni e scherni e infine una dose corroborante, ma eccessiva di “accettavita” che cancella tutto.
Poi improvvisamente riaffiora il passato. E vedo un bambino che lavora dodici ore al giorno, un letto di fortuna, improvvisati pasti e poi lavoro, lavoro e lavoro e infine un macchinario pietoso che cancella tutto.
Poi improvvisamente riaffiora il passato. E vedo un bambino con il fucile in mano che è costretto ad uccidere senza capire perché. E infine una salvifica granata che lo squarcia e cancella tutto.
Poi improvvisamente riaffiora il passato. E vedo un bambino tetraplegico, muto e cieco, attaccato ad una macchina che lo costringe a vivere e infine una mano misericordiosa che schiaccia un bottone e cancella tutto.
Poi improvvisamente riaffiora il passato e vedo un bambino con la pancia gonfia perché non ha da mangiare e poi un viaggio nel deserto e un barcone che solca il mare le cui onde lo travolgono cancellando tutto.
Poi improvvisamente riaffiora il passato. E vedo la mano di un bambino che corre allacciato alla madre per sfuggire alle bombe. E le sue grida disperate quando si ritrova senza guida. Infine il colpo di un cecchino cancella tutto.
Poi improvvisamente riaffiora il passato. E vedo un incastro di genitali, non voluto, violento, prevaricatore, da cui prende forma un frutto che non ha conosciuto la fioritura e chiede di essere cancellato.
Poi improvvisamente riaffiora il passato. E vedo un cucciolo che viene strappato dal ventre materno e consegnato a gelide acque affinché cancellino tutto.
Poi improvvisamente riaffiora il passato. E vedo un cagnolino che cresce nel piccolo box di un canile e non conosce affetti e passeggiate fino a quando il cuore ingrossa fino a cancellare tutto.
Poi improvvisamente riaffiora il passato. E vedo un cane che passa da una famiglia all’altra senza mai riuscire a superare l’esame di ammissione fino a quando una provvidenziale automobile cancella tutto.
E allora decido di non uscire dal mio bozzolo protettivo, di ritornare nel nulla da cui provengo, sperando che qualcuno mi aiuti. Da fuori sento però grida e strepitii che urlano “assassino”.
Poi vedo un uomo, alto e robusto, che con una voce stentorea proclama: “Meglio mille aborti che una vita certa di sofferenza, lo dice il Qoelet, lo dice la Bibbia!”
capogiuseppe18@gmail.com
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