Faraexcelsior 2025 Narrativa/saggio
I class.
Le strade sbagliate dei savi
di Gualtiero Lelli (Roma)
“Ho commesso il maggiore dei peccati che un uomo possa commettere. Non sono stato felice.” Questa citazione iniziale da J.J. Borges accompagna con ignara consapevolezza il lettore dentro le vite di Giordano e Vincenzo, dentro le loro perdite e i loro desideri soffocati da sensi di colpa, dentro le loro ombre che non sono altro che quelle di ognuno di noi, alla ricerca di un dott. Semprini di turno che possa legittimarci a ricominciare, laddove ci sembra sbagliato farlo. Fino all'amara consapevolezza che si incontra nell'ultimo personaggio, in cerca di una fugacità che possa portarlo per un attimo lontano dalla routine, quando afferma che “nessuno è in grado di gettarsi nella mischia, senza prima aver indossato la propria bella armatura di ipocrite stronzate”. Alter ego - forse - dello scrittore stesso, definito come uno dei poveri visionari, che davanti a chi gli presenta il conto scopre che in tasca non ha che pochi spiccioli, “troppo pochi per pagarsi la vita che avremmo desiderato vivere”. L'intreccio narrativo e i dialoghi incalzanti rendono la lettura scorrevole, seppur tutt'altro che leggera. (Angela Colapinto)
Un ritratto narrativo semplice e scorrevole che, nella sua interezza, produce qualche curiosità o dubbio di sintesi. Lo stile è modulato, così come l'obiettivo dell'autore che si diverte nello spaziare tra cose pregne di ritmo e parentesi del quotidiano. (Giorgio Massi)
Intensi e surreali, di un’umanità tragicomica, questi racconti ti appassionano come episodi di una serie. Una raccolta, omogenea e ben strutturata che, passando da una storia ad un’altra, ti fa ridere e commuovere, ti fa arrabbiare ed immedesimare, ti provoca e ti confonde. Anche i personaggi, soprattutto quelli secondari, ti restano in mente come in una serie da cui non vuoi staccarti e, come le comparse, sono interpretati dagli attori più bravi: la passante sul tram, la segretaria del dottore, lo psicologo…
Unico filo conduttore, quello dell’illusione o della sua perdita: l’illusione dell’amore, che il protagonista conserva ostinatamente in tutte le situazioni. L’illusione di vivere ancora insieme a una donna che si è amata e perduta, l’illusione di un legame perfetto, intuito al primo incontro con una ragazza e mai più ritrovato, l’illusione di una fusione totale ed erotica con una donna intravista da lontano.
Solo lo scrittore è in grado di conservare quell’illusione e, suo malgrado, di darle un tributo, mettendo a tacere il “monito dei savi” o i consigli dello psicologo. E noi gli siamo grati per questa sua resistenza. (Barbara Rosenberg)
La potenza dell’eros, la gabbia dell’ordinarietà, la potenza della mente. E noi, chi siamo? Chi o che cosa volevamo essere?
Un lungo racconto di racconti – circolare, a zig-zag – in cui la felicità della scrittura lascia emergere di riga in riga, in una contemporaneità ovattata che ricorda a tratti il realismo magico – il monito perturbante di ogni saggezza: state attenti a ciò che desiderate, perché potreste essere esauditi. (Daniele Gigli)
Quando nella psiche dell’uomo il femminile torna ad essere mistero. (Claudio Fraticelli)
Schietto, fresco e sincero. Un flusso di coscienza e di parole, sembra di essere all'interno della storia per la ricchezza di dettagli e la caratterizzazione dei personaggi e degli ambienti, e le situazioni stranianti. (Andrea Raschi)
Il cambio di stile racconto-dialogo-monologo, le frasi brevi, i cambi di contesto rendono piacevole il proseguire con la lettura.
Le riflessioni lunghe sono funzionali alla costruzione della psicologia dei personaggi e della relazione. (Angelo Leva)
II class.
Continuità e discontinuità nello spazio poetico
di Giuseppe Armani (Fiorenzuola d’Arda, PC)
Testo impegnato e impegnativo. Si tratta di un contributo dall'elevato spessore filologico e dall'alta qualità finale (stile/tecnica) che rende merito all'estensione cultuale di un progetto argomentativo straordinario. (Giorgio Massi)
Che esperienza è l’esperienza di una poesia? Quale il suo rapporto con il segno che le dà forma, con la pagina bianca che la ospita, con il tempo e il suo scorrere? Che cos’è mai – se davvero è questo che facciamo quando ce la troviamo davanti – leggere una poesia?
Un saggio informatissimo, leggero come una piuma e solido come marmo, che in un alternarsi di analisi articolate e definizioni aforistiche attraversa quella singolare esperienza estetica che è la poesia. Con passione e rigore, con una lingua innamorata e precisa che ci mostra come in fondo la poesia sia «dura da toccare», di come non sia «questione di lettura ma piuttosto del “ci ritornerò”». (Daniele Gigl)
Il parlare di poesia non è così diffuso e cattura l’attenzione di chi ha una sensibilità sia per la poesia che per la parola, il termine, l’assonanza, l’evocazione cioè il rapporto tra la parola e il vissuto individuale. (Angelo Leva)
Appunti che raggiungono la solidità di studi, stimolanti e acuti per penetrare nell’arcano mondo della poesia chiamato ad attraversare le strettoie della significazione linguistica. (Claudio Fraticelli)
Opere votate
Effetto-nome, Come il nome ci cambia la vita
di Paola Urbani (Roma)
Tema originale, un saggio molto bello su tema inusuale. Chi ama la parola e la Parola, cioè lo psicanalista e l’esegeta biblico, per tacer del poeta, sa bene che tutte queste considerazioni sono vere, profonde e importanti nella relazione e nella costruzione della identità. (Angelo Leva)
In letteratura, il nome ha sempre avuto un’importanza vitale. Chi non ricorda la preghiera accorata di Giulietta che chiede all’amato di cambiare il suo nome, perché portatore di discordia e separazione e chi può dimenticare ne Il nome della rosa i colti riferimenti di Umberto Eco a Bernardo di Cluny sull’essenza del nome rispetto all’oggetto che lo detiene?
Questo saggio, dedicato all’“effetto nome”, è appassionante come un romanzo e riflette sul potere del nome nell’ambito delle scelte umane e dei comportamenti quotidiani. Il testo si sofferma sugli esperimenti del prof Nuttin, uno psicologo belga, che alla fine degli anni ‘70 cercò di dimostrare come l’NLE, ovvero il Name Letter Effect, portasse le persone a preferire e scegliere soggetti o luoghi o addirittura oggetti, in base alle lettere contenute nel loro nome; ipotizzando che ognuno di noi è portato a valorizzare le lettere contenute nel proprio nome, al punto da scegliere altri soggetti o luoghi che condividano le stesse lettere nel proprio, quasi per confermarsi, per stimolare l’autostima. Tuttavia, il saggio va oltre la tesi di Nuttin e indaga sulla potenza del nome anche dal punto di vista sociologico e relazionale: dimenticare i nomi o ricordarli alla perfezione può fare la differenza tra un insegnante amato dagli studenti o mal considerato. Spiega ancora il saggio come il nome abbia una valenza magica e come presso antiche società nomi diversi venissero attribuiti ai componenti del gruppo per indicare ruoli sociali, età e capacità differenti. (Barbara Rosenberg)
Dare un nome per la Bibbia è un atto di conoscenza e di dominio, ma il nostro personale mondo comincia dal nostro nome. Quanto stupore può esserci dietro i nomi Un gustoso ed istruttivo saggio. (Claudio Fraticelli)
Sergio Giovannetti, toscano, pensionato, poeta, appassionato di cultura popolare e spiritualità religiosa. Ha pubblicato La via santa, un poema in rima sulla via Francigena nel Medioevo; E san Rocco… fece un fiocco, libriccino di rime popolari; L’altra faccia della luna, una raccolta di poesie. Ho pubblicato anche libri e albi illustrati in rima per l’infanzia rivisitando antiche favole. Nel 2025 ho pubblicato un saggio sul Giubileo e i pellegrinaggi dal titolo Ultreya e Suseya! Il Giubileo e i pellegrini, ieri e oggi. Libri, tranne l’ultimo, tutti in selfpublishing.
Scritto denso di riferimenti storico-filosofici spesso immerso in un contesto onirico e fiabesco che porta riflettere, in un'atmosfera talvolta di ironica incredulità, su temi profondi. Difficile, mentre si affronta la lettura, decidere se si stiano attraversando le pagine di un saggio o la spensieratezza riflessiva di racconti in qualche modo legati tra loro e capaci di condurci, attraverso l'uso di figure animali, dentro ai molteplici e terrificanti aspetti che caratterizzano l'essere umano e il suo stare in società. Ogni espressione e termine sono utilizzati con grande proprietà e maestria, nessun tassello risulta infine fuori posto in questo “mondo calcinato da luci abbacinanti da cui non c'è possibilità di riparo” (azzarderei, per nessuno). (Angela Colapinto)
Metaforizzare, simbolizzare, animare personaggi inusitati ma sempre per capire il senso dell’esistenza. Tante occasioni per guardare il mondo in modo diverso e stimolante riprendendo l’antico gusto del narrare. (Claudio Fraticelli)
Geniale nella costruzione ma faticoso da seguire. (Angelo Leva)
La forma è il fine
di Simone Mazza (Parma)
Simone Mazza vive e lavora a Parma. Insegnante e formatore, coltiva variegate passioni, tra cui scrivere. Ha redatto numerosi articoli per riviste di tecnologia didattica e diversi manuali, fra i quali: The digital storytelling (2018). In ambito narrativo, dopo due raccolte di racconti, ha pubblicato in varie antologie molti testi premiati in concorsi letterari (es. “Il passaggio a livello” in Creare Mondi, Fara 2011) e due romanzi: Memorie di fango (Prospero 2017) e Ci vediamo dopo (Calibano 2021). Con Fara pubblica Storie con un’altra morale (2020) Se in cielo non ci sono stelle (2023). Con il saggio La scuola possibile ha vinto il Narrapoetando 2025.
I racconti di viaggi avventurosi catturano sempre. Il racconto è ricercato e ricco di nomi e di rimandi. Dopo un iniziale affresco parte col diario e riesce ad evocare l'attesa di qualcosa che non si conosce ancora. (Angelo Leva)
La natura inquieta e interroga la vita degli uomini da sempre perché mette in azione le capacità raziocinanti dell’uomo ma apre sempre nuovi scenari di misteri quando assume una forma. La biografia di un botanico del ‘700 da la cifra di questa lotta per la conoscenza. (Claudio Fraticelli)
THE LITTLE FREE LIBRARY. La casetta dei libri liberi
di Sabrina Zanoni (Brescia)
Sono nata nel 1970 in provincia di Mantova ma vivo da sempre a Brescia, terra di insospettate bellezze artistiche e naturali. Sposata, due figli, ho una laurea in lingue e insegno tedesco in una scuola secondaria di primo grado. Leggo appena posso e scrivo quando riesco. Nel 2015 mi sono classificata III ex aequo a un concorso indetto da Fara Editore con il racconto “Una carezza in un pugno” inserito nell’antologia Rapida.mente – racconti e poesie vincenti. Nel 2024 è uscito il mio primo libro, I GiraSoli, opera votata al concorso Faraexcelsior.
Semplice e diretto. Un modo di vedere le cose genuino, come non si usa più fare. Uno spaccato di vite quotidiane senza pretese, dal punto di vista di un osservatore silenzioso che registra e medita spontaneamente. (Andrea Raschi)
Tra tante storie che si intrecciano e si perdono vi sono quelle che solo i libri vedono. Solo una cassetta di libero scambio può narrare le storie dei lettori. (Claudio Fraticelli)
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