venerdì 22 marzo 2024

 All'Istituto Alberto Marvelli, a Svanegra e Gabriele Trivellin, a Eugenia Maria Rocella  LA FAMIGLIA COSTITUZIONALE - NUOVE TEORIE ECONOMICHE - La giurista Luisa, dopo essersi letta il titolo II riguardanti i rapporti etico-sociali della Costituzione della Repubblica italiana che all'art. 29 asseriva "La Repubblica riconosce pienamente i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza MORALE e GIURIDICA dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità famigliare" a cui seguiva l'art. 30 che riguardava sempre l'istituzione famigliare che asseriva " E' dovere e diritto dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. la legge detta le norme ed i limiti per la ricerca della paternità" ed infine seguiva l'art. 31 a cui Luisa teneva particolarmente che sosteneva " La Repubblica agevola con misure economiche ed altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose". Attualmente Luisa, riteneva, dato il fatto che vi fossero moltissime famiglie allargate e convivenze ed unioni di fatto, che ci fossero parecchie istanze soggettivistiche sulla visione dei legami che tengono unite le coppie genitoriali e la famiglia in generis che cancellano di fatto ogni residuo deterministico per costruire una famiglia tradizionale in cui i legami in particolare della coppia rimangono saldi e duraturi, dando invece risalto alla imprevedibilità dei fatti del destino dovuti principalmente alle incomprensioni, alla precarietà dell'esistenza, allo stress della conduzione e gestione famigliare e lavorativa  che portano, inevitabilmente alla disgregazione e frantumazione del primo nucleo famigliare, creando altri sottonuclei famigliari e alle difficoltà e disagi di sequela della prole. Per tale motivo, la giurista Luisa voleva proporre una nuova analisi economica dei comportamenti umani relativi alla formazione e dissoluzione delle unità famigliari, soprattutto per quanto riguardava la destinazione delle risorse a disposizione della famiglia tra le sue varie attività dei suoi membri. Poichè, infatti, una delle attività è la procreazione, ma non l'apprendimento più oculato delle risorse, la nuova teoria economica fornirebbe a Rocella ed allo stato stesso dei possibili nuovi fondamenti giuridici di microeconomie di sostegno per l'economia della popolazione tutta. L'analisi di Luisa, NON si basava sulla descrizione della teoria microeconomica tradizionale, quale una organizzazione dedita al mero consumo di merci acquistate al mercato, bensì come una organizzazione che sa produrre beni ad uso non solo esclusivo dei propri membri, ma anche in parte (il livello solidale) della società economica utilizzando come fattori di produzione sia le risorse già a sua disposizione, sia merci ottenute dal mercato e sia il risparmio negli investimenti bancari in cambio di quella parte di proprie risorse che non è utilizzata direttamente come fattore di produzione (gli emolumenti ed i derivati finanziari degli investimenti). A tale proposito, Luisa faceva riferimento all'art. 41 della Costituzione che diceva "L'iniziativa economica privata è LIBERA. NON può svolgersi però in contrasto con l'utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, e alla dignità umana. La legge determina i programmi ed i controlli più opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali utili." In tale contesto, Luisa riteneva che le risorse a disposizione della famiglia ad una certa data che di solito è quella di fine anno (per il bilancio) includeranno non soltanto gli oggetti durevoli (casa, mobili) ed il capitale finanziario (denaro e titoli a disposizione) ereditati dal passato, ma anche il tempo e soprattutto le specifiche ABILITA' (del capitale umano) di cui sono dotati i membri familiari. I beni prodotti, poi potranno a loro volta produrre le cose più diverse, dai pasti in famiglia a quelli al ristorante, al stare bene in compagnia gli uni degli altri fino al concetto di amore che si è acquisito nell'ambito del nucleo famigliare. E' proprio il contributo di tali beni che danno atto al benessere dei vari membri e dai quali dipenderanno le caratteristiche o le dimensioni del volume dei beni stessi che vengono viste in un indice di qualità di vita della prole. Questo tipo di modello potrebbe portare al successo nell'ambito sia riproduttivo e nel confronto fra famiglia e società che tengono conto delle variazioni nel tempo (specie in tempi critici) dei tassi sia di fecondità che economici di sostegno. Il filone di ricerca, dunque, che voleva proporre Luisa era quello degli intrecci tra trasferimenti di ricchezza da una generazione ad un altra e trasferimenti di risorse lungo il ciclo vitale della stessa generazione. La famiglia estesa, dovrebbe essere vista anche a livello allargato come una organizzazione che permette ai propri membri di trasferire le proprie capacità di consumo da un periodo ad un altro della propria esistenza, attraverso un CONTRATTO IMPLICATO di scambio fra generazioni contigue. E quindi si ipotizza cara Rocella e Paolo Manzelli in rappresentanza sindacale che i trasferimenti di ricchezza da una generazione ad un altra nell'attuale contesto di famiglie allargate, di fatto e separate o divorziate che siano considerati PRESTITI (novità??) da restituire più tardi, con interessi, quando i bambini diventati adulti (età 21 anni??) e gli adulti saranno anziani (età 75 anni??) considerando, però, che il tasso di rendimento NON debba essere più elevato di quello implicito di transazioni intrafamigliari, o se lo stato (e qui entra in gioco l'accordone) si sostituisce alla famiglia con la creazione di un sistema pensionistico integrato OBBLIGATORIO specie per le famiglie allargate allora si ha un nuovissimo ruolo nel sistema creditizio della famiglia estesa che potrebbe poter aumentare la natalità e diminuire i sintomi di abbandono sia dei minori che degli anziani. Facciamo un esempio terra a terra con Paolo Manzelli che si sposa in prime nozze con Luisa Samorani e lui guadagna come avvocato libero professionista 1.800 euro al mese, mentre lei come dipendente comunale 1.500 euro al mese per un totale di 3.300 euro al mese, ma hanno 2 figli che non hanno ancora raggiunto la maggiore età, però, per una serie di disaccordi fra le parti decidono di separarsi in maniera congiunta e poi Paolo Manzelli si risposa dopo 10 anni di matrimonio e 2 di separazione da Luisa e poi con la nuova convivente fa un altro figlio, ma al contempo deve dare un mantenimento di 500 euro ai 2 figli precedenti e quindi gli rimarrenbero 1.300 euro, ma gode anche degli assegni famigliari in frazione per quanto riguarda i 2 figli e in intero per il nuovo figlio e quindi essendo gli assegni famigliari di un totale di 400 euro a lui mancherebbero 100 euro per poter dare i 500 euro ai suoi 2 precedenti figli che però rispetto alla 1° moglie prendono gli assegni famigliari di 200 euro ciascuno per un totale di 400 euro da cui si tolgono i 100 euro che vengono gestiti dallo stato in fondi comuni che servono per l'integrazione pensionistica e quindi sono 1.200 euro totali all'anno X 10 anni di matrimonio = 12.000 euro X 2% di interesse = 240 euro e quindi in totale 12.240 euro e quindi come Paolo Manzelli stesso potrà notare togliendo i 12.000 euro rimangono 240 euro che non sono che poco di meno della metà di 250 euro per giungere ai 500 euro di mantenimento da parte sua e perciò sono 10 euro in meno a suo sgravio al mese e divengono 490 euro x 10 anni = 4.900 x 2% = 98 euro che si accumulano ogni 10 anni di vita dei bambini e quindi x 3 e x 6 (cioè 2 volte 10 per giungere ai 20 anni dei 3 pargoli) = 1.794 di integrazione che si sommerebbero ai 12.240 euro = 14.004 euro/3 figli = 4.668 euro e quindi mancherebbero rispetto ai 4.900 prospettati più sopra = 232 euro e perciò il mantenimento per i 2 figli precedenti in fase di separazione è di 232 x 2 = 464 euro e quindi a Paolo Manzelli rimarrebbero 1.336 euro a cui deve togliere 98 euro x 21 anni = 2.058 x 2% di interesse = 41,16 per un totale di 2.099,16 che vanno versati sul c/c del figlio al compimento del 21° anno di età mentre per gli altri 2 figli ci deve pensare il coniuge che ha la principale custodia. Successivamente l'ultimo figlio facendo un investimento assicurativo previdenziale il cui sgravio è del 19% indipendentemente dal fatto di avere un lavoro stabile oppure no o di studiare ancora all'università avrebbe diritto una tantum a sgravarsi di 2.099,16 il 19% = 398,84 che si sommerebbero per un totale di = 2.498 che potrebbero servire a pagarsi la prima rata universitaria e successivamente ad avere anche una minima rendita di 398,84 investiti nei fondi comuni x 20 anni minimi di lavoro = 7.976,80 x 2% = 159,53 ed in totale quindi = 8.136,33 /24 rate del Master = 339 euro anzichè 398,84 euro in più a fine corsa = 59,84 euro in meno in pensione x 15 anni ancora di vita supposti (dai 75 fino a 90 anni) = 897,60 e quindi in pratica e sostanza Paolo Manzelli si beccherebbe 1.800 - 897,60 = 902,40 + 59,84 = 962,24 dopo 20 anni di attività se no aggiunge 59,84 x il numero dei figli = 1.141,76 finali. Questa è la proposta a fermo postone. CIAO: 

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