LETTERA EDITORIALE. Esimio Vescovo Nicolò Anselmi, caro Gabriele Trivellin chiedo consiglio in quanto volevo tentare di trovare soluzioni per estinguere il debito parrocchiale, ma invece mi sono resa conto di essere passata dalla parte del torto perchè sto cercando di fare comprendere un calcolo matematico basandomi su ciò che mi ha detto stamani il gentilissimo ragionier Morolli Andrea riguardo alle erogazioni liberali a favore dell'Istituto centrale di sostentamento del clero in via Aurelia 796 a Roma. Intendo precisare il mio modo di lavorare. Prima valuto il problema, poi cerco su internet, presso gli uffici preposti (in questo caso l'economato di Rimini) le varie opzioni che potrei avere per estinguere il debito e poi provo a proporre un idea di calcolo per cercare di venire incontro alle varie esigenze, ma NON ritengo poi che le mie idee siano in assoluto le migliori per risolvere le situazioni e NON penso nemmeno di dover creare dissidi o scompiglio se tento di trovare delle alternative. Per esempio faccio la proposta minimale di 10 euro per l'Istituto centrale di sostentamento al clero di cui Sempronia avrebbe diritto ad una restituzione del 19% su 730 Unico e cioè di 1,90 euro e quindi all'Istituto rimarrebbero comunque 8,10 centesimi di euro poi c'è anche l'8 x 1000 di cui NON farei una netta separazione perchè fa sempre parte di risorse economiche che possono essere utilizzate per sovvenire alle varie esigenze della Chiesa cattolica e quindi supponendo un reddito minimo di 600 euro al mese x 12 mesi = 7.200 x 8/1000 = 57,60 che si aggiungono agli 8,10 = 65,70 x 10 aziende = 657 euro di pensione e cioè io potrei fare aumentare con il mio contributo matematico le pensioni minime sociali di 57 euro con cui qualcuno ci potrebbe fare una spesuccia a qualche discount e quindi avrebbe un poco di respiro. Io non voglio pensare solo egoisticamente alla mia situazione, cerco di trovare delle mediazioni per modo tale che possa NON dovermi sentire dire che sono rimasti 390 giornalini che finiranno al macero con un costo di 5 euro al giornalino = 1.950 di perdita. Bisogna evitare gli sperperi ritengo e quindi almeno cerco di impiegare meglio le risorse facendo in proposta 1.950 - 657 = 1.293 che è il costo di un usciere dell'economato o della diocesi che possa dare indicazioni ed informazioni al cittadino per una gestione delle donazioni e del bilancio trasparente e quindi come si vede il migliore impiego delle risorse potrebbe procurare lavoro, potrebbe dare origine ad idee di creazione di una biblioteca delle idee a confronto dove poter inserire altre valutazioni se ve ne fossero anche migliori delle mie, anche più valide, ma comunque alternative, strade, opzioni, se vogliamo percorsi in cui si possano fornire indicazioni, anche per gestioni familiari, per problemi di conflitto di interesse e di fiducia o simili. Chiedo perdono (visto che Mi è stato richiesto di fare scuse pubbliche) per quanto riguarda lo scredito che avrei gettato su don Renato Bartoli, ma io NON lo conosco effettivamente bene e comunque dopo gli episodi di Becciu e di altri che con le donazioni della gente si sono costruiti appartamenti di lusso allora ritengo che ci voglia attenzione gestionale e NON è questione di diffidenza o di sfiducia, ma è questione di dare responsabilmente segno di trasparenza appunto. Comunque io NON farò più casino e il mio lavoro e le mie proposte le farò fuori dalla chiesa senza arrecare troppi disturbi come faccio sempre. Ciao
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