Si avvia e cerca di salire dietro, dove il sedile è testimone dell’esistenza del mio cane, e si stupisce quando lo “obbligo” a sedersi accanto a me.
Durante il breve tragitto scopro che viene dal Pakistan a cui associo immediatamente Rawalpindi, la ex capitale, e la squadra di hockey su prato. Mi chiede speranzoso se sono stato nel suo Paese, che ha cose bellissime, e io lo deludo un po’ rispondendogli che mi piace la geografia e amo lo sport.
Poi mi guarda e domanda: “Tu sei straniero?”, confermando il mio sospetto di non essere morfologicamente un esemplare di pura razza padana. Alla mia risposta negativa accompagnata da un “Perché me lo chiedi?”, dichiara: “Perché tu parli con me”.
In quel momento mi accorgo che sul sedile posteriore si è accomodato Charles Bukoswki, il quale è ancora alla disperata ricerca di tracce di umanità e sentenzia amaramente: “Passai accano a duecento persone e non riuscii a vedere un solo essere umano”.
(capogiuseppe18@gmail.com)
Nessun commento:
Posta un commento