venerdì 9 aprile 2021

DOVE VOGLIAMO ANDARE?

di Sandro Serreri



Cerchiamo altri mondi, ma questo è l’unico mondo possibile. Vaghiamo nell’universo alla ricerca di altre forme di vita, ma c’è solo quella terrestre. Dove vogliamo andare? Non siamo fatti per altre dimensioni spazio-temporali. Perché lasciare la Terra? Entrambi ci apparteniamo. Siamo fatti l’uno per l’altro. La Terra non vuole espellerci, ma solo difendersi dalle nostre contemporanee minacce. Dobbiamo riconoscerlo: L’Uomo, come non mai, rappresenta per la Terra una grave minaccia. I suoi comportamenti, l’uso delle risorse, fanno dell’Uomo il nemico numero uno della Terra. Ma, non si abbandona la nave solo perché c’è una falla dalla quale imbarca acqua!

Il principio di sopravvivenza è radicato nel nostro codice genetico. Questo principio è fondamentale anche per la Natura terrestre. La Terra vuole sopravvivere. Perciò, reagisce difendendosi. Non ho mai veramente creduto che l’Uomo sia il signore della Terra e che la Terra sia a sua piena disposizione. Equilibri, compromessi, complementarietà regolano il complesso condominio terrestre. La Terra ha le sue armi di difesa, mentre l’Uomo sopravvive perché è l’unico animale che non si adatta, non si lega indissolubilmente a nessun habitat. Non credo che nessuno dei due abbia l’intenzione di distruggere l’altro. Piuttosto, credo nella reciproca tutela e conservazione. E forse, sarebbe ancor meglio parlare di reciproca custodia.

Chi vuole portare l’Uomo fuori dalla Terra? Che idea, progetto malsano! La Terra è la nostra casa e noi siamo i suoi abitanti. Non abbiamo altra casa. È vero che l’Uomo per sua natura è un esploratore, ma qualsiasi esploratore poi torna sempre a casa. L’Uomo, come la luce, ha bisogno di espandersi. Questo fa sì che con il suo straordinario ingegno si prodighi nella progettazione, realizzazione e invio di sonde spaziali, di missioni nell’universo. Detto fatto, però questo non significa che il fine di questo suo vettore sia abbandonare la Terra. Sono sempre più persuaso che sia compito dell’Uomo osservare e andare oltre i confini dell’atmosfera terrestre, ma non per cercare e trovare altri mondi dove poter vivere. Tutto questo, piuttosto, affinché la Terra resti casa, l’unica. Guardandola e osservandola dall’alto significa ammirarla con amore intenso, palpitante, commosso.

Non si lascia mai una Madre anche quando si parte lontano. Questa nostra umanità ha semplicemente paura. Paure ataviche, le nostre, quelle di sempre, quelle che si smarriscono nella profondissima notte dei tempi, nel buio delle caverne, sotto l’immensa volta celeste, nella illeggibile preistoria. E nella paura del presente e del futuro, l’Uomo è come il bambino che inizia a conoscere la casa dove abita, dove quotidianamente sperimenta limiti e possibilità. Come la casa nella sua fisicità tutela e si tutela, così la Terra ha dei sussulti quando viene strattonata, maltrattata, in modo da tutelarsi, ma anche per inviare dei segnali di pericolo, di allarme. La Terra non vuole sputarci come un boccone amaro. Come noi, istintivamente, non vogliamo il suo male, che soffra, che si senta a disagio. Ogniqualvolta un cataclisma sconvolge Terra e Uomo, l’umanità coglie tesori di verità e di senso che la rendono sempre più capace di coabitazione e di felice sopravvivenza.
Dunque, la Madre è sempre la Madre!
Madre dove, dove andare lontano da te, separati da te?
Madre tienici con te, fa che non ti abbandoniamo mai!

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