di Laura Primon, Fara Editore 2020
recensione di Gian Ruggero Manzoni
Laura Primon ha scritto molto, per bambini e ragazzi, in prosa, poesia e teatro, così da vincere il Premio Città di Marostica, dedicato alla letteratura per l’infanzia. Nel 2010 ha pubblicato una raccolta di racconti “Mi concede questo ballo?”, quindici ritratti di vita di donne ballerine. Nel 2014 ha dato alle stampe un libro di filastrocche “Il diritto di essere bambini” per i 25 anni della Carta dei Diritti dei Bambini. Nel 2018 ecco il volume epistolare “Di lassù ti scrivo”, storia ambientata durante la Prima Guerra Mondiale del Tenente Osservatore Alberto Pascal. Ha collaborato con molti artisti, pubblicando delle interpretazioni poetiche nei loro cataloghi. La poesia e la narrativa sono lo specchio attraverso il quale ama guardare il riflesso del reale. Ecco uno stralcio dal libro: “Beh, ho scoperto una cosa interessante: i cani non sanno dire le bugie, perché i cani non sanno parlare, e i loro stati d’animo sono solo 4. Possono essere felici, tristi, arrabbiati o concentrati. E non possono essere così fuori e diversi dentro. Tra il dentro e il fuori dei cani non c’è nessuna differenza”. Primo classificato al concorso Narrapoetando del 2020, di questo volume così hanno scritto i giurati: Lucia Papaleo - La fluidità del materiale narrativo scava un solco di attesa verso il finale, che sorprende in tutti i racconti. Ci si sente come fatalmente attratti verso e contro quella tappa come in una discesa ripida che si scontra con la fine del tutto e invoglia a tornare indietro per assaporare ogni centimetro di quella corsa”; David Aguzzi - “Uno stile semplice, essenziale, profondo e intimo, ironico e malinconico al contempo”; Giuseppe Moscati - “Quella di questi racconti è una penna molto sciolta, dotata di una grande capacità di movimento e di metamorfosi, pronta a catturare assieme ai sentimenti dei quali scrive e tramite cui genera atmosfere coinvolgenti nel cuore dei suoi personaggi”; Angelo Leva - “Ne viene fuori un quadro di persona appassionata, analitica, osservatrice, che si interessa a tutto e tutto registra”. Laura Primon opera con minuziosità, quella tipica di chi procede attento ai particolari e alla struttura delle frasi, costruite con precisione e accuratezza. Tale misura è tipica di coloro che la applicano in tutto e indica un modo molto scrupoloso di avanzare nella ricerca di un pensiero, che poi risulta particolare e dettagliato, quindi svolto, letterariamente parlando, con grande capacità intellettiva, affettiva e morale. Chi opera con minuzia vive la profondità del dire, andando a cercare particolari che per molti risultano secondari, arricchendo l’insieme con un sapere e una cultura d’altri tempi.
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