venerdì 19 febbraio 2021

Ciao. Sono uno sgabello. Di legno.

Buon giorno,


siamo lieti di inviare la 7° TESTIMONIANZA di chi HA VARCATO LA SOGLIA, con preghiera di pubblicazione e diffusione. 
Qui www.faraeditore.it/soglia7.mp3 il file audio, con testo registrato, in formato mp3.
Se vorrete comunicarci la data della pubblicazione, o la data e l'orario della messa in onda, provvederemo a darne comunicazione sui nostri social. 

Ringraziando per l'attenzione

Pietro Tartamella
direttore artistico di Cascina Macondo

p.s. la presente e-mail è stata inviata a tutti i nostri contatti (anche se non sono radio o testate giornalistiche). Potreste aiutarci a diffondere l'iniziativa. 


VITE PARALLELE
racconti e testimonianze di 
CHI HA VARCATO LA SOGLIA 


mettere a confronto i diversi punti di vista per 
SVELARE IL CARCERE,
con l'augurio che le molteplici storie personali di coloro che, 
a qualunque titolo, hanno varcato la soglia del carcere, condivise, 
possano essere spunto di riflessione, 
arricchimento intellettuale e letterario


una iniziativa di Cascina Macondo
www.cascinamacondo.com 

con il contributo dell' UBI (Unione Buddhista Italiana)
https://unionebuddhistaitaliana.it/

con il partneriato del Centro Hokuzenko di Torino
https://www.zentorino.org/


MEDIA PARTNERS 

Corriere di Chieri, 
F.I.T.A. (Federazione Italiana Teatro Amatoriale),
Italia Che Cambia, 
Narrabilando Blogspot, 
Piemonte Mese,
Lo racconto proprio a te Blogspot,
Radio Banda Larga,
Argomenti di Psicologia e Psicoterapia,
Newsletter Gianni Donaudi
L'Altra Riva di Francesca De Carolis


se sei una radio o una testata giornalistica o un blog
puoi ancora aderire al progetto 
per diffondere le testimonianze pervenute. Grazie.



TESTIMONIANZA N° 7 

LO SGABELLO   
di Emilio Toscani - detenuto
nel file mp3 legge Florian Lasne





 
Ciao. Sono uno sgabello. Di legno. 
Come quello che ogni detenuto ha in dotazione nelle carceri. 
Adesso sono un pezzo di legno morto, ma una volta facevo parte di un bellissimo larice. 
Ero il terzo ramo a destra, partendo dal basso. 
Poi, all'improvviso, un fulmine ha bruciato il mio larice e lo scheletro annerito è stato portato in segheria. 
Così sono diventato sgabello. 
Sapeste quanti dei miei compagni si sono seduti su di me. 
Ho visto gente ridere, piangere, vivere, sopra di me. 
Tutti i sentimenti e i pensieri possibili e immaginabili dell'umanità si sono seduti sopra di me. 
Ne avrei cose da raccontare. 
Sono stato coinvolto anche in un paio di risse, usato come arma, riportando anche lievi ferite. 
Se sapeste, di quanti segreti, frammenti di vita, confessioni, gioie e dolori, sono stato testimone. 
Poi, a febbraio, a Civitavecchia, il dramma. 
Ero in una cella appartenuta a un povero vecchio finito in galera per resistenza a pubblico ufficiale, avendo un pochino alzato il gomito per dimenticare i suoi dolori. 
Un giorno gli portarono in cella un indiano, mezzo matto.
Il vecchio avvertì le guardie che era pericoloso stare con un matto, ma non ottenne alcuna reazione.
Di notte, senza motivo, l'indiano mi brandì, mi fece volteggiare nell'aria e mi calò sull'inerme testa del vecchio. Non solo una volta, ma insistette, a più riprese. 
Poco dopo il vecchio era morto e io ero aperto in due, in frammenti inservibili. 
Adesso sono nella raccolta differenziata e verrò presto bruciato. 
Certo che ero proprio un bel larice.



Cascina Macondo 
Arti e Culture Associate
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"Lèggere è bèllo 
come scrìvere, viaggiare, 
fare l'amore" 

 (Pietro Tartamella)


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