lunedì 16 marzo 2020

Sergio Contini su Il sogno di Opale

Una lettera di Sergio Contini – autore di Uno. Inferno –
sul romanzo di Subhaga Gaetano Failla 
Il sogno di Opale (Ensemble 2020)



Ciao Subhaga, 

ho finito di leggere il tuo libro da qualche giorno ma mi sono preso una pausa di riflessione. Il romanzo richiama alcuni tuoi racconti di ricordi che mi erano piaciuti molto, qui hai creato una specie di montaggio, tanti piccoli quadri che infine vanno a creare un grande affresco, un affresco della nostra epoca. Hai saputo ricreare benissimo quel sapore di speranza, di attesa, nelle menti giovani e ingenue, che credevano al cambiamento del mondo. Anche la fase di regressione l’hai resa con delicatezza, senza calcare la mano sulle tragedie dei compagni che sbagliano e si drogano. Malgrado il tuo approccio questa volta sia realistico, o meglio, più realistico che in altre opere, tutto è avvolto da un tono da favola, che mi sembra la tua caratteristica distintiva, la tua firma personale sui tuoi lavori, un tono che alleggerisce tutto e  trasporta la narrazione in una dimensione quasi mitica, un altro dei tuoi tratti caratteristici. Mi è piaciuta molto la conclusione che di fronte alla caduta delle  speranze  collettive non si lascia andare alla delusione ma apre un nuovo fronte, quello della ricerca individuale, a partire da sé, un tema che aveva percorso sotterraneamente tutto il lavoro e che infine emerge in tutta la sua pregnanza. Sono contento che il passaggio dalla dimensione del racconto a quella del romanzo sia avvenuto con tanta facilità, il che fa sperare che tu continui su questa nuova strada, cosa che mi sembra stia già avvenendo.

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