Edizioni Ensemble 2019
recensione di Natascia Ancarani
È uscito da poco, nel gennaio
2019, il bel libro di Subhaga Gaetano Failla, La casa sul molo di Nantucket,
Edizioni Ensemble. È la sua seconda raccolta di racconti che ho il piacere
di leggere, uscita a distanza di circa un decennio dalla prima La signora Irma e le nuvole, Fara Editore. Conoscevo già lo stile perturbante dell’autore,
una narrazione dal carattere duplice, quasi contraddittorio, essenziale e
misurata da un lato, intensa e lirica dall’altro. A una prima superficiale
impressione i racconti sembrerebbero appartenere a generi diversi e mescolati,
e forse lo sono, per ispirazione di infinite letture. Alcuni potrebbero essere
ascritti al genere della fantascienza, con le infinite variazioni
dell’intelligenza artificiale e dei viaggi interstellari, altri sembrano
raccogliere frammenti di realtà, un incontro con una vecchia amica, la visita
al fratello in Inghilterra, o al contrario impressioni liriche che confinano
con la poesia. Ma a una lettura più approfondita si riconosce un tessuto
organico che unisce quasi tutti i racconti. Potrei definirlo una singolare
commistione fra realtà umana e sogno. I rapporti con altri esseri umani, la
percezione del mondo naturale presente, tutto quello che potremmo definire
dimensione reale, se esiste, è continuamente mediata, orientata, immaginata,
interpretata, dalla sua struttura profonda, la dimensione onirica, il tessuto
dei sogni. E questo senza nette divisioni o barriere fra la dimensione conscia
e inconscia. L’una trapassa nell’altra, naturalmente. Ogni impressione, ogni oggetto reale, ogni
essere che incontriamo è anche il sogno che ne abbiamo, il modo in cui lo
simbolizziamo. La dimensione fantastica può all’improvviso irrompere nella
realtà ordinaria, come l’ombra annunciata con spavento, temuta, ma anche fantasticata
sognata e desiderata che infine danza con il gruppo dei ribelli, nel racconto La
casa sul molo di Nantucket. I sogni, in un altro racconto, diventeranno, al
risveglio, oggetti concreti, e il pensiero può, in Messaggi reali,
spedire ad altri per qualche minuto un oggetto della propria casa. Anche quando
l’autore ha scelto la forma più realistica, ad esempio l’incontro con il
fratello a Londra in Theatre, e particolari precisi descrivono le metropolitane o gli
ospedali di Londra, bastano due accenni simbolici, al doppio e all’occhio di
dio, allo spettatore universale sopra la vita e la morte, e immediatamente il
tessuto realistico si sfalda e frantuma. Rivela la sua struttura nascosta. La
sola che, come luogo dell’anima, può farci capire di cosa viviamo.
Nessun commento:
Posta un commento