Giuseppe Moscati – Paolo Protopapa, Etica e Politica, Rimini, FaraEditore, 2018, pp. 70, € 10,00
recensione di Maria Lenti
“Prove di dialogo sulla democrazia”, sottotitolo di Etica e Politica di Giuseppe Moscati e Paolo Protopapa, apre modalità e intenti di un argomento necessario tanto più nei giorni odierni e non solo per chi è dentro la polis (e il suo governo) ma anche per chi, fuori, cerca di raccapezzarsi. Dialogo non facile. E non facile nel riscontro costruito come è su ragionamenti, disquisizioni, riprese, richiami, concetti che, perlomeno nell’Occidente, hanno origine nella filosofia greca classica. Ci si prova, tuttavia, a comprendere (prendere con sé) i giri di pensiero dei due autori.
Mettere a fianco etica e politica? O farle agire contemporaneamente, come massimo, come cioè il punctum da cui partire per gestire la res publica nel migliore dei modi? Bisognerebbe, però, scendere dal terreno teorico al terreno della quotidianità pratica: sempre che questo sia anche l’intento di Etica e Politica, sulla cui natura – di entrambe – a mo’ dei dialoghi platonici (o, per altra veste, delle Lettere a Lucilio di Seneca) Moscati a Protopapa si soffermano a lungo.
Allora: un libro da leggere per meditare o un libro da leggere per una traslazione nel vissuto politico? Forse non un interrogativo a due uscite, ma un interrogativo che il lettore può unificare: questa mi sembra la mira di chi, professore di filosofia all’Università di Perugia il primo e docente di filosofia e storia nei licei nonché amministratore e dirigente politico il secondo, ha dedicato energie nella riflessione contenuta nel libro, la cui sostanza è avvalorata, peraltro, da una ricca bibliografia.
Nella quale, tuttavia e con mia libertà, non è nominata nessuna studiosa. E sì che, nel Novecento e in questi ultimi decenni, non sono mancate studiose, accademiche o non, nel Mondo e in Italia. Il loro pensiero ha una portata non eludibile per novità e orientamento. A volte, nel concreto, molte donne hanno trasfuso agibilità con risultati tuttora in corso (Margot Wallström, ministra degli esteri svedese, per esempio).
Il prossimo anno, a primavera, nell’Ateneo di Bologna si terrà un convegno proprio sul tema in questione: ne parleranno donne attive nella politica e nella riflessione teorica. Non me ne vogliano Moscati e Protopapa se, nel recensire e dire la bontà del loro libro, sottolineo il lavoro delle donne. Qualche nome? Simone Weil, Hannah Arendt, Maria Zambrano, Luisa Muraro. Solo alcune tra tante.
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