martedì 6 novembre 2018

E vissero?, il gioco dell'orrore di Aurora Stella

Halloween è passato da alcuni giorni, ma per molti di noi la voglia di brividi e terrore (si fa per dire!) non finisce mai.
Da appassionata di tutto ciò che riguarda l'horror, il fantasy e la fantascienza sono sempre a caccia di nuove storie in grado di ripagare le mie aspettative, e posso affermare con una certa soddisfazione di avere trovato pane per i miei denti in E vissero?, una raccolta di racconti dell'orrore scritta da Aurora Stella.






Titolo: E vissero?

Autore: Aurora Stella

Editore: Panesi Edizioni (8 gennaio 2015)

Formato: Formato Kindle

N. pagine: 183

ASIN: B00RUNN7L4

Prezzo: 2,99






Lo sapevate che nella versione originale Cappuccetto Rosso veniva mangiata dal Lupo? E che la Sirenetta non ha mai conquistato il Principe? Aurora Stella si siede con noi attorno al fuoco e racconta fiabe horror di nuova generazione, riportando il genere alle sue oscure origini. Fra incubi domestici, cataclismi e finali multipli, nulla sarà più come prima…




Come dice il titolo stesso, la tematica fondamentale di quest'opera riguarda i finali. Già, perché i finali sono spesso la croce e la delizia di noi amanti dell'horror... A forza di leggere libri dello stesso genere può capitarci di diventare assuefatti ai soliti espedienti e di non essere più capaci di provare stupore o emozione, nemmeno davanti ai finali più cruenti.
Purtroppo mi riconosco fin troppo bene in questa descrizione (saranno passati anni dall'ultima volta che un film dell'orrore mi ha inquietata davvero), e allora immaginate la mia felicità quando ho scoperto che E vissero? presenta una struttura totalmente diversa da quelle che conoscevo!

Innanzitutto, Aurora Stella mette in chiaro che se una storia deve avere un epilogo oscuro, nelle sue mani lo avrà. Niente più finali edulcorati o forzatamente positivi: non ci sono protagonisti che riescono a salvarsi in modo improbabile e ricominciano la loro vita come se niente fosse, non ci sono storie d'amore nate solo per garantire al lettore romantico la sua dose di smancerie. In effetti, nella raccolta di Aurora non troviamo nessuno dei cliché abituali degli horror, il che è un bene.
Come gli scrittori di fiabe di una volta (parlo delle fiabe originali e non delle versioni Disney... Se non l'avete ancora fatto, andate a leggere come finivano davvero!), l'autrice non si fa scrupolo a concludere le sue storie nel modo che ritiene più opportuno. E se deve esserci sangue, che sangue sia.

In secondo luogo, e questa è forse l'innovazione più particolare, Aurora Stella permette anche ai lettori di decidere quale finale preferiscono; alcuni racconti, infatti, presentano un finale a scelta: ognuno di noi ha dunque la facoltà di far terminare la storia come crede, immaginando l'alternativa che più ci piace tra quelle proposte dall'autrice.
Questo meccanismo trasforma la lettura in qualcosa di molto più coinvolgente e interattivo, come se stessimo giocando a un videogioco dell'orrore.
Tuttavia non sono stati solo i finali ad attirare la mia attenzione: perché se le trame dei racconti e lo stile della scrittura non fossero a loro volta meritevoli, i finali non basterebbero e non avrebbero senso. Invece Aurora Stella ha confezionato un horror ben fatto in ogni sua parte, ed è stata questa la vera mossa vincente. Non accade tutti i giorni di incontrare un libro così!

Infatti l'opera mi ha incuriosita al punto che ho chiesto ad Aurora di regalarmi un'intervista...


Ciao, Aurora! Come va? Ci piacerebbe chiacchierare un po’ con te del tuo libro E vissero?: cominciamo?
Ciao Elisa, grazie a te per il tempo che mi stai dedicando. Avanti tutta! Spara pure!



Partiamo con una domanda a bruciapelo: credi che si possa vivere “per sempre felici e contenti”?

In questo mondo no. La felicità per sempre non esiste. Sono attimi (più o meno lunghi). Sta a noi saperli cogliere e soprattutto vivere. Tra l'altro, in un mondo dove fossi sempre felice non apprezzeresti la felicità. La felicità, così come la luce, si apprezza di più nelle tenebre.



La breve introduzione che hai anteposto ai racconti è interessante quasi quanto i racconti stessi: giustamente osservi che le persone non dovrebbero spaventarsi tanto per le storie dell’orrore che appartengono alla fantasia, ma più che altro per quelle che purtroppo appartengono alla realtà e che sono anche più spaventose. Se potessi scegliere, scambieresti il nostro mondo con quello delle creature oscure, dei vampiri e dei fantasmi? Se è vero che l’essere umano è il mostro più crudele…

Ma anche sì! Dal vampiro, dall'orco, dal lupo mannaro so cosa aspettarmi. Dal vicino di casa, quello così tranquillo, che non ha mai litigato con nessuno, quella persona così perbene, proprio non mi aspettavo che tenesse nel frigorifero il cadavere della nonna per continuare a riscuotere la pensione!



Il tuo libro è caratterizzato da una tecnica narrativa molto allettante e originale, ovvero quella dei finali multipli: alcuni racconti presentano infatti due o tre finali, così che il lettore possa decidere da sé come far terminare la storia. I personaggi possono quindi compiere scelte diverse, che li conducono su strade a loro volta differenti. Secondo te anche nella realtà esistono tanti modi in cui una storia può finire, oppure “tutto è già scritto”?

Ti rispondo con una frase del mio film preferito: “il futuro non è scritto”. Io sono convinta che ci troviamo all'interno di un perfido gioco interattivo dove siamo obbligati a fare delle scelte. Dietro ogni scelta (o non scelta) si nascondono (come nel Monopoli) imprevisti e possibilità. Non sono sicura però se a tirare i dadi siamo noi o l'inventore della simulazione. Accidenti a Platone e al suo stupido mito della caverna e del mondo delle Idee!



Tra i racconti ce n’è uno che mi ha colpito particolarmente. Ecco cosa leggiamo nell’incipit de Il seguace:
“Figli bastardi di un Dio che non si ricorda di voi. Troppo occupato con i suoi stupidi riti. Troppo in alto per badare a quelli che dovevano essere i suoi figli. Figli? O schiavi? Schiavi di un finto Dio che si finge uomo. Uno stupido Dio bambino che per finta umiltà, si degna di nascere in una spelonca pulciosa e muore come un malfattore.”
Consideriamo l’immagine di Dio che la religione cristiana ci ha tramandato: in un Dio che prima si fa uomo per essere come le sue creature e poi si nasconde nell’alto dei cieli per secoli sembra esserci effettivamente qualcosa che non va; secondo te questa discrepanza si può spiegare con il concetto di libero arbitrio concesso agli uomini, oppure bisogna supporre che questo Dio un po’ contraddittorio sia stato creato... dagli uomini stessi?


Una mente superiore esiste. Mi piace l'idea che abbia voluto provare a sopportare e a supportare il fardello della carne. Magari è il co-inventore della simulazione di prima e ha voluto provare sulla sua pelle cosa significhi essere una pedina e magari fornirci una strada per la consapevolezza, per riuscire un giorno a liberarci da questo giogo.
Il problema non è Dio. Il problema sono gli uomini che fanno dire a Dio ciò che a loro fa comodo e, attraverso le religioni, lo strumentalizzano.



E vissero? è stato pubblicato da Panesi Edizioni. Ti senti soddisfatta della tua esperienza con questo editore e del risultato ottenuto?

Si, con Annalisa mi sento a casa mia. Anche del risultato non posso lamentarmi.



Un’ultima domanda. Abbiamo parlato di paura e terrore, ma cos’è che invece ti salva dal mostro sotto al letto? Cosa ti dà speranza?

Tu parli di Speranza, io di Illusione: due facce della stessa medaglia. Cosa ti salva dal mostro sotto il letto? Dipende dal mostro. Una bella mazza ferrata se è umano, paletti di legno per i vampiri, o magari guardare dentro di sé e scoprire che il proprio lato oscuro va perfettamente d'accordo con quello dei mostri.



Ti ringraziamo di cuore per il tempo che ci hai dedicato. E ovviamente ti porgiamo i migliori auguri per tutti i tuoi progetti futuri! :)

Grazie a te e buon lavoro!



Articolo e intervista a cura di Elisa Costa

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