mercoledì 22 agosto 2018

“emozioni e racconti … per impervie salite tre le crepe del tempo”

sui Racconti di Provincia di Vincenzo D'Alessio

recensione di Emilia Dente


A casa dei nonni. È qui che ti accompagna idealmente questa originale silloge di racconti proposta da Vincenzo D’Alessio. Ti tende la mano e ti accompagna nelle stanze profumate di viole e malinconia della memoria bambina, accanto al focolare, dove scintillavano emozioni e racconti nella fiamma quieta e le cantilene antiche carezzavano l’anima. E ti conduce per i sentieri sassosi di un paese, di tanti paesi, della provincia Irpina di qualche decennio fa, per impervie salite tra le crepe del tempo, nelle storie, tra la gente, i profumi, i sentimenti semplici e le ingegnose trovate, tra le amarezze e le consolazioni di tempi passati. Si respira tra le pagine il sapore antico della spontaneità, del pudore, dell’innocenza e della semplicità che apparteneva alle generazioni dei padri. E, tra un sorriso e un ricordo, nel cammino lieve delle pagine, si riflette sul cambiamento profondo che gli anni hanno portato con sé, si riflette, quasi inconsapevolmente, sul presunto progresso che le tante innovazioni tecnologiche e scientifiche hanno generato e, allo stesso tempo, si medita su quanto tale progresso abbia travolto e destinato all’oblio, smarrendo molte volte la memoria sana e virtuosa, dimenticando i principi etici e morali che erano cardine della buona gente irpina, o, addirittura, barattando tali valori con beni materiali e vani sogni che la società odierna “usa e getta” fagocita nel suo ventre di plastica e illusioni. 
Nei vicoli della memoria ti porta questa raccolta di Vincenzo D’Alessio, in uno dei tanti paesi a sud della vita, dove, tra sacrifici e amarezze, sopravvive gente dignitosa e umile, sotto il giogo antico dell’arroganza, della superstizione e delle credenze. Si animano, nello spartito armonioso della narrazione, personaggi di ogni tempo… il furbetto, l’innamorato, l’arrogante, il saggio, l’impavido… c'è chi lotta e chi si arrende, chi domina e chi soccombe nel gioco eterno della vita. Un quadro autentico dell'esistenza di una terra antica, un quadro vivo che l’autore incide nelle pagine con il tratto ruvido e sincero della verità, un ritratto veritiero che egli cesella con il garbo affettuoso del rispetto e che dipinge con le pennellate corpose e veraci delle espressioni dialettali e dei proverbi in un linguaggio “saporito”, piacevole e fluido, riuscendo a fare di questa raccolta lieve un piccolo grande capolavoro nello scrigno ambrato della memoria, un dono prezioso che annoda passato e futuro nell’intreccio dorato del tempo. 

Montefusco, 20 agosto 2018 

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